E' morto ieri, all'età di 91 anni, Italo Gagliano, celebre voce e volto della Rai negli anni 70, prima alla radio come radiocronista dell'atletica e del pugilato, e poi in tv dove ha condotto il Tg2.
L'esperienza radiofonica di Gagliano è stati ventennale, dal 1952, al 1976, ed al riguardo, in una sua nota biografica scrisse:
"Nel 1950, con mia madre, venimmo a Roma per l’Anno Santo. In pantaloni
corti, mi presentai a Vittorio Veltroni nella sede della radio (la
televisione non c’era ancora), in Via Oslavia a Roma. Veltroni, a 32
anni, era il capo di tutti i radiocronisti, figure leggendarie come
Nicolò Carosio, Mario Ferretti, Amerigo Gomez, Aldo Salvo, Pia Moretti,
Lello Bersani, Luca di Schiena, Nanni Saba, Gigi Marsico, Nino Vascon,
Mario Pogliotti, Piero Angela, Samy Fayad, Aldo Scimè, Domenico
Giordano Zir e via dicendo, chiedendo scusa ai non citati. Gli dissi che aspiravo a fare il radiocronista. “Torna quando
finisci il liceo”. Lo presi in parola. Il giorno dopo la
maturità, presi la nave per l’Italia. Era l’ottobre 1952. Veltroni era
in casa sua, in via Savoia a Roma, con una gamba appesa al soffitto,
frutto di una spericolata manovra dell’avvocato Gianni Agnelli a bordo
di una Maserati. Diede incarico
a due celebri radiocronisti, Nando Martellini e Antonello Marescalchi,
di sottopormi a un provino. Diedero parere positivo. Io già studiavo Legge alla Sapienza. Per alcuni mesi, implorai
qualsiasi radiocronista che uscisse per un servizio, a bordo del mitico
furgone attrezzato detto “Giuseppone”, dal nome
del suo primo autista, di portarmi con sé. Se necessario, davo anche
una mano al montaggio. Finchè non venne il giorno del mio primo servizio in proprio. Dovevo
intervistare Giulio Girola, attore piemontese di grande scuola e di
fisico minuto, tanto da essere chiamato ad interpretare diverse volte,
negli sceneggiati televisivi Re sciaboletta,
Vittorio Emanuele III. Aveva una grande esperienza ma era terrorizzato
dall’intervista. Al punto che a me il terrore passò. In fin dei conti,
non avevo ancora 19 anni, ma avevo già sei anni di giornalismo alle
spalle. All’impegno con le radiocronache si aggiunsero presto quelli con il
Gazzettino di Roma, la mattina, e con la Redazione Sportiva, il resto
della giornata. Qui, oltre a scrivere testi e a realizzare servizi,
battevo a macchina i testi degli altri, perché non avevamo una
segretaria e i computer erano di là da venire. Intanto Vittorio Veltroni era stato chiamato a Milano, per mettere in
piedi il primo telegiornale. Vi sarebbe rimasto tre anni, prima della
prematura scomparsa, nel 1956.
Lavoravo 365 giorni l’anno, 366 i bisestili. Chi era in pianta stabile
godeva di un giorno di riposo a settimana. Io no. Di settimana corta
non si parlava ancora. La mia attività si allargava, al punto che,
quello stesso 1956, la RAI fu costretta ad assumermi, come praticante.
L’anno dopo sarei divenuto il più giovane giornalista professionista
italiano .Tutto il calcio minuto per minuto era
stato appena inventato da Guglielmo Moretti, che di lì a poco sarebbe
divenuto il capo della redazione sportiva della radio. Io sono stato il
suo vice per dieci anni. Ero a fianco di Paolo Valenti nella cabina
dello stadio olimpico quando Livio Berruti vinse i 200 metri delle
Olimpiadi, uguagliando per due volte in un pomeriggio il record
mondiale, e di Nando Martellini all’arco di Costantino quando Abebe
Bikila vinse la maratona. Con tutto il Gotha dello Sport alla radio, sono stato radiocronista in
dieci giri d’Italia, in quattro Olimpiadi (in due, responsabile della
redazione di supporto romana, che copriva le trasmissioni dell’intera
giornata, altre Olimpiadi le ho seguite per la televisione), in
innumerevoli campionati di calcio, nuoto, tennis, atletica, pugilato,
con nomi come Benvenuti, Mazzinghi, Monzon, Griffith, Cassius Clay poi
Mohamed Alì, Foreman, Duilio Loi, Burruni, Arcari e via dicendo."
Lasciò la radio nel 1976 per passare al TG2 dove fu dapprima conduttore e poi inviato di guerra, prima di diventare per un periodo corrispondente da New York.
Noi ricordiamo il Gagliano radiocronista, e lo facciamo grazie a Lucio Celletti ed alla sua "Archeologia dello sport", proponendovi la radiocronaca su immagini, della vittoria di Franco Arese nei 1500m ai campionati europei di Helsinki 1971.
Fabio Stellato
La nota autobiografica di Italo Gagliano è stata estrapolata da https://www.ernandes.net/gagliano/biografia.htm
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