Torna per un'altra puntata la rubrica "La Posta di Tonino Raffa" che permette ai nostri lettori di interagire con una delle voci storiche di "Tutto il calcio minuto per minuto"
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Che inizio di campionato particolare: tante pretendenti come non si vedeva da tempo. Come motiva questa situazione?
Un campionato equilibrato è sempre più avvincente perché ha il fascino dell'incertezza. In fondo è quello che si augurano tutti. I motivi sono molteplici. Il Napoli ha cambiato poco, dispone di un collettivo già collaudato ed esibisce un calcio scintillante; l'Inter con Spalletti in panchina ha acquisito concretezza e compattezza, Lazio e Roma hanno lavorato bene e sono riuscite a migliorare mentre la Sampdoria ha le potenzialità per recitare il ruolo di mina vagante. Resta qualche gradino più sotto il Milan che fatica ad avere una identità. Ha speso molto ma non tutti gl'investimenti hanno dato fino al momento i risultati sperati. Le rivoluzioni hanno bisogno di tempo.
Partiamo dai campioni d'Italia? Si sono indeboliti o il ciclo è in fase finale?
Questo sarà il campionato a dirlo. La Juventus si è rafforzata in attacco, ha perso sicurezza in difesa mentre il centrocampo nel giro di due anni ha dovuto fare a meno di tre elementi del calibro di Pirlo, Vidal e Pogba (ed ha pagato gl'infortuni di Marchisio e Khedira). Non è poco. Ma aspetterei a parlare di ciclo finito. Anzi, me ne guarderei bene.
Chi è la squadra favorita per lo scudetto secondo lei?
I pronostici nel calcio sono sempre l'esercizio più difficile. La logica dice ancora Juve, anche se con meno convinzione rispetto alle ultime stagioni. E' ancora la formazione che ha più ricchezza di alternative nell'organico. Se Dibala ha un calo (come è avvenuto di recente), ecco risplendere Higuain o Mandzukic, se c'è da far rifiatare Cuadrado sono sempre pronti Douglas Costa e Bernardeschi.
Allegri nel suo lavoro è come un diesel, non sta mai fermo, non si arrocca mai su un solo assetto tattico e riflette sempre sulla possibilità di trovare nuove soluzioni. Non mi stupirei, per esempio, se da qui a qualche settimana dovesse provare Cuadrado nel ruolo di terzino con licenza di attaccare. La squadra in alcune partite non ha brillato, manifestando qualche caduta di concentrazione e correndo qualche rischio. Ma il tecnico ha dimostrato di sapere lavorare alla distanza sulla mentalità e sulla voglia di vincere ancora.
Meglio delle ultime stagioni, lo dicono i numeri. L'esperienza di Spalletti è fuori discussione. L'Inter, suo malgrado, è fuori dalle Coppe europee.
Il tecnico può programmare la preparazione settimanale secondo il canone classico, e questo è un vantaggio rispetto alle altre formazioni di vertice. Vedo una squadra molto pratica, con esterni in grado di far male agli avversari come Candreva e Perisic. L'unico problema potrebbe essere qualche calo di forma di Icardi, che resta il terminale offensivo più temibile. Squadra in grado di centrare, comunque, l'obiettivo di un piazzamento in zona Champions.
Secondo lei la prestazione del Benevento fornisce una valida ragione per ridurre le squadre di Serie A a 18?
Sono convinto. La classifica è spaccata in due con distanze notevoli tra un gruppo e l'altro. La riduzione dovrebbe essere un fatto fisiologico, anche per dare più spazio all'attività della nazionale. Ma tra le riforme urgenti vedo anche quella di una diversa ripartizione delle risorse. Finchè le più forti incasseranno di più, per le altre sarà quasi impossibile investire per cercare di ridurre il gap.
Come giudica l'introduzione della VAR? Vediamo meno casi limite sui campi di gioco
L'innovazione è positiva. Ci sono meno errori e meno polemiche. Occorrerà solo perfezionare il meccanismo e ridurre certi tempi. Ma bisognerà sempre difendere il ruolo centrale dell'arbitro. Del resto lo hanno già detto, opportunamente, Nicchi e Rizzoli.
Il numero aumenta , ma non di molto. Siamo distanti dalla percentuale di riempimento degli stadi che si registra in Germania o in Inghilterra. L'aumento lo vedo legato al recupero di entusiasmo avvenuto all'interno di alcune tifoserie. Tuttavia consentitemi di fare un elogio al Crotone e al suo pubblico. Il calcio rende possibile ancora qualche miracolo, la cui bellezza va gustata da tutti.
Ha visto la Domenica Sportiva di Riccardo Cucchi? Come la giudica?
Sì e con piacere. Riccardo ha riportato la grande radio in televisione. Non posso che essere compiaciuto perché mi ritengo ancora parte della grande famiglia. Vedo più spazio dedicato all'analisi tecnica, alla riflessione pacata e alle curiosità che professionalmente vanno colte. Non vedo bene, invece, l'inserimento dei messaggi più disparati che appaiono nelle scritte in basso. Distraggono il telespettatore. E' vero che i social condizionano ormai la nostra esistenza. Ma è anche vero che un "forza Roma o forza Milan o forza X" nulla aggiunge all'autorevolezza della trasmissione. Si tratta di un bar sport allargato e basta.
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