#tuttoilcalcioblog
di Stefano Stradotto
Si è conclusa domenica con la messa in onda dell'ultima puntata in notturna la stagione 2016-2017 di Tutto il calcio minuto per minuto, una stagione particolarmente significativa dal punto di vista radiofonico.
Il 10 gennaio scorso la trasmissione è entrata nel cinquantottesimo anno di messa in onda, un'annata che non potrà non essere ricordata dagli appassionati.
Partendo da uno degli ultimi eventi in ordine cronologico, è stata la stagione che ha visto per l'ultima volta mischiato tra gli ascoltatori colui che della trasmissione era stato il papà, Guglielmo Moretti, ideatore di quello che negli ultimi mesi del 1959 sembrava ai più un progetto irrealizzabile o peggio ancora insensato e che invece è diventato il simbolo di un'intera epoca, nonchè la base di lavoro per qualsiasi tipo di programma con racconto di eventi in contemporanea che sia venuto in seguito, senza peraltro che nessuna delle imitazioni abbia mai raggiunto i livelli dell'originale. Moretti è passato da cronista a ideatore del programma perfetto, da caporedattore fino appunto a semplice ascoltatore e punto di riferimento comunque silenzioso per chiunque fosse cresciuto sotto la sua ala in redazione.
E' stata poi radiofonicamente parlando la stagione del saluto di Riccardo Cucchi, uno di quei giovani cronisti entrati proprio sotto la guida di Moretti senza immaginare che un giorno quel ruolo, quello di capo, sarebbe toccato a lui per un decennio. Prima di questo, il ruolo di prima voce ereditato da Ciotti, la Nazionale, il record di annunci scudetto strappato ad Ameri. Il momento del suo ultimo racconto dal microfono di Tutto il calcio è indubbiamente quello che più di ogni altro renderà indelebile questa stagione della trasmissione, un momento tra i più significativi in tutti i 57 anni abbondanti di storia e che a campionato alle spalle andiamo a riascoltare (e rivedere).
Di riflesso, subito dopo quel 12 febbraio, la stagione è diventata anche quella in cui si rendeva necessario trovare un successore di chi per 22 anni aveva occupato il ruolo di prima voce. Lipotesi più gettonata, a sensazione, sembrava essere quella di una rotazione a seconda della partita, con un campo principale variabile di volta in volta; proprio Cucchi ha però sempre predicato quanto importante sia, per mantenere sempre saldo il fondamentale legame con la storia, dotare la scaletta di una prima voce fissa, e dunque il più possibile riconoscibile come tale dagli ascoltatori. La scelta è caduta su Giovanni Scaramuzzino, scelta per certi versi magari a sorpresa visto che da soli otto anni era impegnato anche come cronista calcistico ma al tempo stesso una scelta caduta su chi si è dimostrato perfettamente degno di ricalcare lo stile, le capacità ed il legame con la radio dei suoi illustri predecessori. Una scelta che ha pagato dunque, e che si è imposta fin da subito come non casuale o estemporanea: proprio in virtù della necessaria riconoscibilità del campo principale di cui si parlava sopra, è stato ad esempio emblematico quanto ascoltato nelle tre settimane di Giro d'Italia, allorchè Scaramuzzino si staccava dal ciclismo, suo primo amore, per andare a coprire quello che è ormai diventato il "suo" campo principale. Come a dire da parte di chi organizza tutto da Saxa Rubra che la nuova prima voce è lui senza se e senza ma. Un modus operandi che ci sentiamo di condividere, tanto più in considerazione del fatto che potremo contare ancora su una scaletta di un certo tipo a livello numerico solo per un'altra stagione dopo quella appena terminata, mentre in seguito si vedrà, come esamineremo in chiusura di questo post. Bene dunque portare avanti le tradizioni fin tanto che calendario e cambiamenti lo consentiranno. La consacrazione di Scaramuzzino come nuovo nome forte nella storia dei cronisti Rai è arrivata nel giro di poco, quasi dovesse andare così: il primo annuncio scudetto del post-Cucchi è infatti stato suo, in puntata, nella collocazione tradizionale delle 15, fatto non scontato oggi come oggi, inutile sottolinearlo. Scaramuzzino è diventato così l'undicesimo radiocronista ad annunciare uno scudetto, mentre l'elenco dei predecessori nel ruolo di campo principale fisso è tanto breve quanto da brividi: Ameri, Ciotti, Cucchi...
Ne consegue che questa sia stata anche la stagione in cui si è ufficialmente sancita una sorta di suddivisione tra la prima voce di Tutto il calcio minuto per minuto e quella per gli altri eventi calcistici: se negli ultimi anni di Cucchi la cosa era arrivata via via più per il graduale disimpegno del caporedattore prossimo alla pensione, ecco che ad oggi possiamo parlare di una scelta chiara e ben definita, visto che a fronte dello Scaramuzzino campo principale abbiamo poi Francesco Repice (indiscutibilmente anche il più celebre attualmente a livello mediatico) leader assoluto per coppe, notturne e ovviamente Nazionale.
E' stata la stagione in cui le responsabilità che furono di Cucchi sono momentaneamente passate nelle mani del diumvirato Corsini-Zauli; l'elezione ufficiale del nuovo caporedattore avverrà a fine estate, il ruolo di Cucchi decade a tutti gli effetti in agosto. La strada sembra comunque segnata con il più naturale dei passaggi, con la leadership appannaggio del conduttore di Tutto il calcio, come già intuiamo ad esempio dalla dicitura "a cura di Filippo Corsini", in chiusura delle puntate di A Tutto Campo.
E ancora, è stata la stagione del lancio definitivo di cronisti della "terza generazione" quali Massimo Barchiesi e Daniele Fortuna, con lo stesso Massimiliano Graziani che negli ultimi mesi abbiamo ascoltato molto più spesso fare capolino in cronaca.
E' stata anche la stagione della prima volta di due voci femminili nella stessa puntata di Tutto il calcio: è accaduto nell'ultima di Serie B, con Sara Meini e Rita Lucido dai campi di Pisa e Chiavari, altro momento a suo modo storico per la nostra trasmissione. La Meini è peraltro già una sicurezza mentre la Lucido dopo l'ovvio ambientamento iniziale ha dimostrato di crescere partita dopo partita culminando l'annata in un racconto assolutamente all'altezza della partita-salvezza del Genoa contro il Torino, suo esordio assoluto nella scaletta di A.
Stagione che ha guardato con nostalgia e gratitudine al passato ponendo le basi per il futuro dunque; ideale ponte tra questi due status potrebbe essere Emanuele Dotto. Anche Emanuele avrebbe dovuto seguire le orme dell'amico di sempre Riccardo Cucchi raggiungendo la pensione proprio in questi giorni, come dichiarato da lui stesso anche in diretta televisiva a Quelli che il calcio e come il suo disimpegno dalla conduzione di Sabato Sport aveva già preannunciato. Il saluto finale dall'ultima tappa del Giro ha invece aperto una porta inaspettata, con Dotto che ha confermato la sua presenza anche per il prossimo Giro d'Italia. In attesa di scoprire se la carriera di Dotto proseguirà a tutti gli effetti anche nel calcio (comunque gradualmente abbandonato per quanto concerne le partite di A nella seconda parte di stagione complici gli impegni in tv) auspichiamo senz'altro per lui quel ruolo di trait d'union che incarnerebbe magistralmente.
Il futuro dunque, una prospettiva quantomai nitida per il mondo di Tutto il calcio mai come in questa stagione. Lo si è visto a partire dall'utilizzo dei social network, luoghi (bene o male che sia) oramai cardine di qualsiasi attività comunicativa. Live Facebook, contributi extra audio-video, interazione sempre maggiore con gli ascoltatori. La radio è potenzialmente il mezzo che più di ogni altro può sfruttare anche questo tipo di sinergie essendo il più fluido dal punto di vista della fruizione, e Tutto il calcio non è da meno. Integrazione necessaria anche per la più amata trasmissione radio di sempre ma anche di adesso, come confermano i dati di ascolto di quest'anno che danno Tutto il calcio sulla media di 1 milione scarso di ascoltatori e soprattutto ancora leader indiscusso della fascia domenicale. Già, la fascia domenicale; è notizia di pochi giorni di come gli orari delle partite di Serie A verranno ulteriormente rivisitati a partire dal 2018, con l'aggiunta fissa di un anticipo sabato alle 15, di una partita domenica alle 18 e di una il lunedì sera oltre alle finestre già esistenti. Alle 15 domenicali tre partite superstiti. Nasce così il progetto di valorizzare il marchio storico di Tutto il calcio minuto per minuto facendo sì che assuma i connotati di una sorta di lunga diretta in grado di abbracciare l'intero week-end, con la storica sigla ad introdurre quello che diventerebbe un nuovo titolo a tutti gli effetti, forse "Tutto il calcio Weekend". Insomma, se un tempo le partite di campionato tutte in contemporanea finivano nel contenitore Tutto il calcio, ora diventerebbe Tutto il calcio ad "andarsele a prendere", continuando a contenerle tutte, solo entro confini più dilatati. Il progetto è in marcia e dovrebbe vedere la luce già dal prossimo campionato nonostante gli orari restino invariati rispetto a quello appena concluso. L'annuncio è arrivato già nel mese di aprile da parte del direttore di Radio 1 Andrea Montanari in un'intervista a La Repubblica, nella quale confermava inoltre il sempre più forte impegno web con dirette Facebook fisse delle puntate ed una nuova app dedicata esclusivamente alla trasmissione, a basso consumo di di byte, sulla scorta del grande lavoro di Rai Play per la tv, con tanto di archivio e ovviamente diretta, sempre tra tradizione e innovazione dunque. Nella stessa intervista Montanari aggiungeva frasi decisive per questi primi caldi giorni di giugno, con il bando per i diritti 18-21 appena pubblicato e in scadenza il 10 giugno:
"Verranno rinegoziati i diritti che abbiamo ancora per un anno e non ci faremo trovare spiazzati. La parola chiave è 'popolare' in forza del continuo scambio di spunti con gli ascoltatori, dove la Rai rimane un esempio unico tra le grandi emittenti europee".
E per quanto riguarda quello che è sempre stato cuore e fulcro del programma, il pomeriggio della domenica? Annunciando il format "Tutto il calcio Weekend" Montanari sottolineava anche "pur mantenendo il radicamento forte della domenica pomeriggio". Per le puntate vere e proprie di Tutto il calcio, a parte le notturne infrasettimanali o estive, sembra si debba guardare in realtà più al sabato che alla domenica. Al sabato il campo principale sarà sempre una partita di A seguita da tutte le altre di B, per puntate dunque di assoluto rilievo, quantomeno quantitativo. La domenica vedrà come detto solo tre gare di A alle 15, ma in ottica Tutto il calcio potrebbe esserci un ma: da quanto filtra, stante la nuova collocazione oraria della A, la serie B potrebbe decidere di "riempire" un po' di buco rimasto nella storica fascia domenicale con un pacchetto di proprie partite. Ipotizziamo che il campionato cadetto trasferisca a sua volta tre match in quell'orario ed ecco che anche la domenica radiofonica potrebbe ricostruire una propria scaletta degna di tale nome con 5-6 campi collegati. E chissà, magari potrebbe non essere da scartare anche il ritorno ad un esperimento accantonato in fretta a suo tempo causa difficoltà logistiche e organizzative ma che magari la nuova direzione potrebbe voler recuperare, quello cioè di seguire anche la partita principale del pomeriggio in Lega Pro. Cambiare ma non abdicare quindi per Tutto il calcio. Possibile, fattibile, per la più immarcescibile delle trasmissioni, come l'avrebbero definita i vecchi cronisti. Diventando magari, se così dovesse andare, più "Tutto" il calcio di prima, abbracciando sempre ogni settimana le varie anime del calcio, dai palcoscenici di A per arrivare ai campi di periferia della cadetteria, sempre e comunque nella stessa scaletta e soprattutto sulle onde radio capaci di veicolare, ancora oggi, come nessun altro mezzo.
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venerdì 2 giugno 2017
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