di Stefano Stradotto
La cronometro umbra che attendeva i corridori alla ripresa dopo il riposo di ieri ha rimescolato le carte in classifica generale; dopo l'arrivo in salita del Blockhaus domenica e la prova contro il tempo odierna, possiamo parlare di una sorta di griglia di partenza disegnata nel momento in cui siamo a metà Giro, griglia di partenza che definirà strategie e attacchi sulle grandi montagne.
E a presentarsi in "pole position" ai piedi delle ascese più temute sarà, come previsto nella puntata di ieri, l'olandese Tom Dumoulin, capace di fare sue tappa e maglia rosa nei 40 km tra Foligno e Montefalco. Quello che forse non ci si attendeva fino in fondo sono i distacchi inflitti da Dumoulin agli avversari: 2'07" a Nibali, 2'17" a Mollema, 2'42" a Pinot, soprattutto i 2'53" all'ex maglia rosa Nairo Quintana. Impressionante la prova dell'olandese, che d'altronde aveva la possibilità di esibirsi su un tracciato fatto apposta per le sue caratteristiche di straordinario cronoman ed eccellente passista-scalatore. Il dato più pesante sono naturalmente i quasi 3 minuti inflitti a Quintana, che ci attendevamo sì in difficoltà al cospetto dell'avversario ma in grado di contenere il distacco sui 2 minuti; il colombiano è ovviamente scalatore puro, leggero e dunque non adatto alla crono, tuttavia nel corso della sua carriera aveva dimostrato di essere via via migliorato nelle lunghe prove contro il tempo. Non meno deludente la prestazione del francese Pinot che puntava a guadagnare sul colombiano ben più dei 10 secondi poi effettivamente conquistati, ma soprattutto pensava di poter essere molto più vicino a Dumoulin.
In definitiva l'unico a non essere particolarmente deluso al termine di questa giornata è Vincenzo Nibali: il siciliano ha gestito perfettamente sforzo ed energie nei tre settori della crono (pianeggiante il primo, salita e discesa il secondo, costante falsopiano l'ultimo) crescendo così alla distanza e riuscendo a prendere dunque poco più di 2 minuti dal dominatore di giornata. Molto significativi invece i secondi guadagnati su Pinot (35") e Quintana (46") al di là delle più rosee aspettative, secondi che permettono allo Squalo di annullare o quasi il distacco patito sul Blockhaus. Insomma, oggi Nibali sembra essere riuscito in ciò che domenica aveva mancato: gestire con l'esperienza che lo contraddistingue le energie e sfoderare una prestazione regolare ed efficace.
Da segnalare la grande prova di orgoglio di Thomas, che dopo la caduta di domenica che ne aveva compromesso la classifica si piazza secondo alle spalle di Dumoulin e risale in classifica fino all'undicesima posizione.
Adesso, come detto, parola alle montagne, a partire già dalla temibile frazione appenninica di domani con quattro GPM e discese insidiose. Tappa nella quale si può organizzare un attacco a sorpresa per isolare fin da subito la maglia rosa. Dumoulin si trova infatti nelle condizioni di dover gestire gli assalti dei più diretti inseguitori, nell'ordine Quintana a 2'23", Mollema a 2'38", Pinot a 2'40", Nibali a 2'47", senza contare le eventuali azioni da lontano d corridori con distacco dai 4 minuti in su. Decisivo a fronte di un plotoncino nutrito e agguerrito di avversari quasi tutti alla pari in classifica sarà anche l'apporto della squadra di Dumoulin, che ha perso nella caduta di domenica Keldermann il gregario più fidato. Fossimo invece dalla parte di chi insegue proveremmo a dare battaglia ogni volta che se ne presenta l'occasione, senza aspettare gli arrivi in salita; recuperare su Dumoulin potrebbe non essere facile, nonostante la difficoltà mostrata fin qui in carriera da parte dell'olandese nel gestire le tre settimane. E comunque attenzione: l'ultima tappa, quella di Milano, sarà nuovamente a cronometro, seppur più breve rispetto a quella di oggi, e c'è dunque da considerare nei calcoli a tavolino anche un probabilissimo supplemento di vantaggio a favore dell'attuale maglia rosa. Le tappe da battaglia sono comunque talmente tante che anche una piccola crisi, se ben sfruttata dagli avversari, può sconvolgere nuovamente un Giro che in ogni caso si presenta sempre più incerto e, speriamo, avvincente anche grazie all'interpretazione che i corridori di classifica vorranno dare alla corsa.
Se nel nostro percorso attraverso la storia del Giro ieri abbiamo incontrato Gino Bartali, oggi non potevamo che concentrarci su Fausto Coppi, il Campionissimo, la Leggenda, forse il corridore più forte di tutti i tempi, entrato poi ulteriormente nel mito suo malgrado dopo la tragica fine datata 1960. Ma prima, le sue straordinarie imprese. Difficile scegliere tra le cinque edizioni della corsa rosa dominate da Coppi; vi proponiamo la quinta ed ultima, datata 1953, sempre grazie al canale YouTube CinecittàLuce
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