di Jacopo Ramponi per #tuttoilcalcioblog
Inizia oggi una nuova rubrica, un nuova raccolta di storie di calcio. O meglio dei miracoli che solo questo sport può creare
Quante volte abbiamo sentito regioni o nazioni chiedere la secessione? Quasi mai lo stato
centrale gliela concede, si creano così dei moti indipendentistici e una fetta del popolo non si
sente parte dell’insieme. La Catalogna in Spagna, il Veneto in Italia, i Kurdi in Iraq, l’India con
il Regno Unito e quest’ultimo con l’Europa. Alcuni si sono separati e altri no. I primi hanno
preso la loro strada e dal giorno della separazione la vita è andata avanti, ma come funziona
per quelli che non ci sono riusciti? Si creano degli stati negli stati, sono nazioni che possiamo
vedere e toccare ma che, tecnicamente, non esistono.
È proprio in questi paradossi storici che il calcio tira fuori dal cilindro le magie più belle.
Immaginate che da degli stati fittizi si riesca ad ottenere una nazionale di calcio, e che tutte si
sfidino in un torneo ufficiale, il piatto è servito: Otteniamo una coppa del mondo che non
esiste, giocata da calciatori in carne ed ossa che rappresentano delle nazioni che non esistono.
Facciamola breve sulla burocrazia: Questa competizione si chiama “Coppa Del Mondo VIVA”, è
stata fondata nel 2006 dalla NF-Board (federazione che raggruppa tutte le nazionali non
affiliate alla più celebre FIFA) e al vincitore viene assegnata la Nelson Mandela Cup. Ma dove
si gioca? E chi si qualifica? Per rispondere alla prima domanda, il torneo viene giocato ogni
due anni, la sede della prima edizione è stata assegnata a tavolino all’Occitania francese,
mentre per le edizioni a venire si giocherà in casa di chi ha vinto l’edizione precedente.
Mentre la risposta alla seconda domanda è ciò che porta la gente ad innamorarsi di questa
competizione, per saperla dobbiamo indagare sulla natura della NF-Board.
Quest’ultima è simile alla FIFA, ma sotto di sé ha solo 50 squadre-membro: 27 europee, 8
asiatiche, 8 africane, 4 americane e 3 oceaniche, l’Italia è quella che rappresenta di più, con le
selezioni di Padania, Sardegna, Regno delle Due Sicilie e Città Del Vaticano. Tra le squadre più
assurde sono iscritte quella dei Masai, la Groenlandia, il Tibet, l’Himalaya e l’Isola Di Pasqua.
Vi starete chiedendo, ma dove trovano 23 uomini per fare una rosa? È proprio questo il punto.
Per qualificarsi è necessario rispettare due condizioni: Trovare 23 calciatori e assicurare di
avere i soldi per le trasferte. Beh, su 50 squadre ce ne saranno anche troppe a rispettare
queste clausole. Sbagliato.
La prima edizione contava la bellezza di quattro squadre, appena sufficienti a giocare delle
semifinali. È stata giocata nel 2006 in Francia, dove partecipavano l’Occitania (squadra
ospitante), il Principato di Monaco, la Lapponia e il Camerun Meridionale, c’è stato quindi un
totale di ben quattro partite di cui due semifinali, la finalina e la finale. Da un torneo del
genere ci si può aspettare solo un risultato rocambolesco, infatti è così: L’Occitania arriva
terza vincendo a tavolino la finalina con il Camerun Meridionale, che dopo la semifinale persa
è tornato in “patria” fregandosene di tutto, mentre la finale, tenetevi stretti, è stata vinta dalla
Lapponia con l’allucinante risultato di 21 a 1 sul Principato di Monaco.
La Lapponia ospita quindi la seconda edizione nel 2008, dove le partecipanti sono cinque:
Lapponia scandinava, Kurdistan iracheno, Padania italiana, Aramea ebraica e Provenza
francese. Essendo in numero dispari cambia anche il formato, questa volta abbiamo un girone
all’italiana, dove i primi quattro giocheranno semifinali e finale. La Padania, che tra i convocati
conta l’ex Chievo Federico Cossato, stravince il girone a punteggio pieno e con una differenza
reti di +11, sfiderà quindi in finale l’Aramea che è arrivata seconda, mentre la finalina è stata
vinta dai padroni di casa contro il Kurdistan.
13 Luglio 2008 ore 19, giorno della finale, la Padania infligge un sonoro 2-0 all’Aramea e
diventa campione del mondo. Si, avete capito bene, la Padania è campione del mondo. Non
potete che essere innamorati di questo semplice quanto magico torneo.
L’edizione seguente viene quindi giocata in Italia, o meglio, in Padania (non chiedetevi quali
siano i confini perché nemmeno i leghisti li sanno), dopo solo un anno dopo la precedente. I
partecipanti questa volta sono sei, con il debutto dell’Occitania francese e del Gozo maltese, va
da sé che cambia anche il formato del torneo. Abbiamo così due gironi di sola andata composti
da tre squadre, dopo i quali i primi qualificati giocano contro i secondi e così via fino alla
finale. Ovviamente la squadra di casa vince a punteggio pieno e spazza via la Lapponia in
semifinale con un bel 4-0, ad attenderla in finale ci sarà il Kurdistan che ha vinto 6-0 contro la
Provenza. La finalina viene giocata al Rigamonti di Brescia, ed è stata vinta ai rigori dalla
Lapponia. Arriviamo al 27 Giugno 2009, dove lo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona
ospita la finale del torneo. La squadra di casa si impone 2-0 sui rivali e l’inaspettato è accaduto
di nuovo, la Padania è campione del mondo per la seconda volta di seguito, alla faccia
dell’Olanda che non ha mai vinto un mondiale.
L’anno seguente si è deciso di non giocare nella stessa sede due volte, la federazione assegna
al Gozo maltese l’onere di mettere a disposizione i suoi unici due stadi per la coppa del
mondo, dei quali il più capiente ha 4000 posti. I partecipanti sono sempre sei e il formato
rimane quindi lo stesso, con l’unica differenza che al posto dell’Aramea c’è il debutto del
Regno delle due Sicilie. Destino vuole che i debuttanti guadagnino un rigore contro la
Provenza, qualificandosi come seconda proprio grazie a questo 1-0 e, come nell’edizione
scorsa, dovrà incontrare la prima qualificata dell’altro girone. Non sarebbe comico se il Regno
delle due Sicilie incontrasse i campionissimi uscenti per un derby? Basta chiedere, il giuoco
calcio tira fuori dal cilindro un’altra storia da raccontare. Neanche a dirlo, la Padania esce a
punteggio pieno come prima ed eccoci serviti con una mitica semifinale: Polentoni contro
Terroni. È proprio grazie alle partite come questa che ci rendiamo conto della magia di questo
sport, il destino sa manovrare il calcio nel modo giusto. Ricordate Milan-Inter in semifinale di
Champions? Nulla a confronto.
I settentrionali si impongono 2-0 e volano in finale dove batteranno poi il Kurdistan 1-0, la
solita storia, Padania campione del mondo e terza stelletta sul petto. Ormai non è nemmeno
più una sorpresa.
Non credete che esistano le nazionali di calcio dei Masai e dei Tibetani? Non credete che la
Padania sia pluri-campione del mondo? Non credete al derby in semifinale nel 2010? Allora
non crederete neanche a quello che vi sto per dire.
Come avrete presente la FIFA è globale, ma è divisa in federazioni continentali (UEFA in
Europa, CAF in Africa ecc, ecc) ognuna delle quali ha un presidente; allo stesso modo anche la
NF-Board è divisa in parti e, tenetevi stretti, il presidente della sezione europea è niente meno
che Renzo Bossi. Si, proprio lui, il trota. Si, proprio quello della laurea a Tirana. Si, proprio
quello della secessione dall’ Italia e soprattutto dall’Europa. Si, si e ancora si, il trota è
PRESIDENTE della federazione calcistica europea della NF-Board. Ora prendetevi pure
qualche secondo per rimanere a bocca aperta.
Nella quinta e ultima edizione del 2012 si gioca in casa dei vice-campioni uscenti, in
Kurdistan, dove questi ultimi dopo due medaglie d’argento consecutive riescono a vincere la
coppa, ma c’è anche da dire che la Padania non partecipava.
Poco dopo la fine di questa edizione l’intera Coppa del Mondo VIVA si è sciolta per fare spazio
alla Coppa del Mondo CONIFA, ossia la stessa identica cosa ma con condizioni meno restrittive
e che quindi accoglie più squadre.
Quest’ultima associazione è durata per sole due edizioni, nel 2014 vinta dalla Contea di Nizza
e nel 2016 vinta dall’Abcasia (regione tra la Georgia e la Russia), ci ritroviamo quindi ora nel
2017 senza un vero torneo di nazioni fittizie.
Finisce così la breve storia della coppa del mondo che non esiste, giocata da nazioni che non
esistono, è come prendere un pugno di sabbia e allentare leggermente la presa, ci sembra di
rimanere con le mani vuote ma in realtà ci rimane un sottilissimo velo di minerali sulla pelle.
Tutto ciò che ci rimane è il miracolo del calcio, quella cosa che di tanto in tanto scrive storie
che racconteremo ai nostri figli.
Signori e signori, questa era la Coppa del Mondo VIVA, il mondiale che non c’è.
Jacopo Ramponi
#TICBemozioni
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mercoledì 8 marzo 2017
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