
di Stefano Stradotto
A dispetto di quanto annunciato da tutti gli organi di stampa nelle ultime settimane del 2016, gli ascoltatori di Radio Rai continuano ad ascoltare lungo tutto il corso della giornata l'inconfondibile trillo seguito dall'annuncio dell'ora, insomma lo storico segnale orario.
Anche noi ci eravamo occupati della questione in questo post del 31 dicembre scorso, approfittandone anche per un po' di amarcord vista la storicità dell'evento che sembrava essere alle porte. Invece, arrivato il 1° Gennaio ed iniziato il 2017, tutto è sembrato proseguire come se niente fosse, e se l'annuncio del pensionamento del segnale orario era stato come detto ripreso da tutti gli organi di stampa, nessuno di questi si è occupato nei giorni seguenti di spiegare il perchè, nei fatti, questo non sia accaduto.
Dopo le informazioni raccolte in questi giorni, in particolare grazie al lavoro dei professionisti dell'Osservatorio della radiofonia Internazionale in Lingua Italiana, siamo in grado di dirvi che la spiegazione al "mistero" sul quale si saranno trovati a riflettere gli appassionati è piuttosto semplice: è in effetti vero che il rapporto tra Rai ed INRIM (Istituto Nazionale Ricerca Metrologica) di Torino si è interrotto alla mezzanotte del 31 Dicembre, ma da quel momento la Rai ha iniziato a generare l'informazione oraria dal proprio orologio negli studi di Via Asiago a Roma. Dopo decenni di collaborazione con l'istituto torinese si è dunque passati ad un segnale orario fatto in casa, e circoscritto alla sola radio, visto che in tv è davvero sparito definitivamente.
Il segnale orario televisivo, per la verità già in disuso prima dell'interruzione del rapporto Rai-INRIM, era infatti l'unico davvero soggetto alle bizze ed ai ritardi del digitale, motivazione data dalla Rai per questa scelta, mentre per la radiofonia, almeno al momento, il problema non si pone. Ecco che dunque a viale Mazzini si è pensato di non privare la radio di una suo marchio di fabbrica ormai proverbiale, auto-generando questo nuovo segnale orario 2.0, se così possiamo definirlo.
Il suono dei "trilli" ormai leggendari che siamo stati abituati ad ascoltare era in realtà anch'esso generato dall'INRIM e coincideva con la ricezione delle informazioni di giorno, mese, anno ed orario; la Rai dunque lo sta probabilmente utilizzando come "colonna sonora" storica senza però che sia effettivamente funzionale alla ricezione stessa del segnale.
Una vicenda insomma abbastanza singolare, per la quale sempre i professionisti dell'Osservatorio ItalRadio paventano anche motivazioni sottotraccia, come quella che ipotizza motivi economici alla base della sospensione della collaborazione tra Rai ed INRIM, con la Rai non più disposta a sobbarcarsi oneri per la ricezione del segnale orario preferendo così affidarsi ad un segnale casalingo (ipotesi questa ancora da dimostrare).
Resta il dubbio sull'accuratezza del nuovo segnale orario, visto che le modalità precise non sono ancora ben note; per gli appassionati radioascoltatori, nel frattempo, la soddisfazione di non aver perso uno dei momenti che più contraddistinguono la storia della radiofonia Rai.
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