Brasile-Olanda: Van Gaal ha affermato che la finalina dovrebbe essere abolita ? Io non sono d’accordo, specie se la partita in questione ci dà la possibilità di gustare l’ultima volta di Dotto e Russo ai Mondiali (salvo deroghe, che, con i chiari di luna che vanno via, mi paiono improbabili per non dire altro). La coppia in questione aveva già dato spettacolo in Olanda-Costarica e si è pienamente confermata anche sabato scorso. Con un motivo di plauso in più, visto che la partita dei quarti si era conclusa ai rigori ed era stata tiratissima, mentre invece la partita di Brasilia si è di fatto conclusa dopo venti minuti. Fin dai loro primi interventi, i nostri sono parsi belli carichi (fra l’altro, c’è anche da segnalare l’inusuale affollamento in studio che, all’inizio della partita, contava, se non sbaglio, cinque persone). Restano sorpresi dall’errore di Thiago Silva che regala il vantaggio agli Orange, mettendo bene in mostra lo svarione (il primo di una lunga serie) dell’arbitro Algerino. Infieriscono sul malcapitato David Luiz in occasione del raddoppio di Blind. A quel punto, a gara virtualmente chiusa, si scatenano in una serie di considerazioni beffarde nei confronti dei padroni di casa, che penso verranno sviscerate nel blob di Stefano Stradotto. Io mi limito a segnalare la divertente considerazione di Dotto sulla disposizione in campo della Selecao (“gli attaccanti non tirano, i centrocampisti non filtrano, in difesa giocano le ballerine…”) ed i calembour sul nome dell’indifendibile Jo (Russo afferma che “Joe Sentieri almeno si sarebbe mosso di più con i suoi saltelli”, mentre Dotto lo paragona ad un personaggio che avrebbe potuto figurare nel nostro intermezzo, il famoso Jo Condor). Complessivamente una serata trascorsa con un piacevole salotto fra amici; del resto, vista la non-partita, non è che si potesse fare molto di più.
Intermezzo: questa sequenza pubblicitaria non ha nulla di speciale (anche se lo spot del detersivo per i piatti durò abbastanza a lungo), se non fosse per il fatto che andò in onda poco prima delle 21.00 dell’ 11 Luglio 1982, nemmeno un’ora prima del triplice “Campioni del mondo” di Martellini:
Germania-Argentina: innanzitutto, va sottolineata come la “preparazione” della finale sia stata assai riuscita. Di alto livello la puntata di “Domenica Sport”, con la cronaca del divertente Gran Premio di Assen di motociclismo (ottimo Nico Forletta) e l’eccellente Scaramuzzino dal Tour, con la bella iniziativa di far sentire brevi spezzoni di interviste ai vincitori Italiani del Tour, preceduti dal famoso “uccellino della radio”. A Ritmo di Gol, condotta impeccabilmente da Cucchi e Corsini, ha confermato il livello di assoluta eccellenza raggiunto da Radio Rai nel corso della manifestazione. Lodevole l’iniziativa di far sentire il momento decisivo dell’ultima finale fra Tedeschi ed Argentini, se non altro perché ci ha dato la possibilità di risentire la voce di Ameri, che è sempre cosa buona e giusta. L’inizio della partita ha trovato Repice e Bisantis al loro meglio, con il grande Francesco fortunatamente assai sobrio al momento dell’introduzione. Purtroppo, la prima parte dell’incontro, viene segnata dall’infortunio piuttosto clamoroso i cui incorrono i nostri, i quali non si accorgono che Khedira non è in campo fino a quando non si infortuna il suo sostituto Kramer (Bisantis sottolinea anche l’inefficienza della FIFA, che consegna la correzione delle liste ufficiali poco dopo che lo sfortunato Kramer è stato a sua volta sostituito). Niente di drammatico, visto che comunque il racconto di Repice è sulla lunghezza d’onda delle sue migliori prestazioni (anche se un paio di volte gli scappa un improbabile “Zalayeta”), con il solito splendido ritmo senza mai essere troppo frenetico. Molto bene negli episodi salienti, dall’occasione di Higuain all’annullamento del gol del Pipita, al palo di Hoewedes. Piuttosto, c’è da segnalare l’intempestività di un paio di interventi da studio, specie nel finale di primo tempo quando Repice perde la diretta di una pericolosa azione di Messi. Ottimo anche il resto della radiocronaca, sempre sostenuta grazie anche agli ottimi di interventi di Bisantis, anche quando la partita cala di tono. Nei supplementari, altro coccolone sul gol mancato da Palacio ed un bellissimo “rrete” sul punto di Goetze che regala la Coppa ai Tedeschi. Benissimo anche la fase post-partita, dove, nonostante qualche comprensibilissimo segno di stanchezza da parte degli astanti (cade in battaglia uno sfortunato comparativo di maggioranza, infilzato da Cucchi con un “più bene”, mentre Repice attribuisce alla cancelliera Merkel il gol decisivo). Repice poi, che aveva tenuto duro per oltre due ore, cede al servizio in apertura del Giornale della Mezzanotte, quando gli scappa il primo “NationalMEINschaft” della serata. Standing ovation per lui che, a parte qualche eccesso di prammatica, ha confermato in quali ottime mani sia il futuro ruolo di prima voce di Tutto il Calcio e, tutto sommato, conferma anche per Bisantis, ieri sera molto buono, ma nel complesso del Mondiale non brillantissimo, anche a causa delle partite che gli è toccato raccontare.
In conclusione, mi sarebbe piaciuto fare un bilancio di questo Mondiale radiofonico, ma mi troverei a dover ripetere quanto già spiegato così bene dall’amico Marco D’Alessandro nel suo articolo di venerdì scorso. Quello offerto da Radio Rai è stato davvero servizio pubblico; e tanto più i grandissimi professionisti che ce lo hanno regalato vanno elogiati per le francamente assurde condizioni in cui un diktat ancora più assurdo li ha costretti a lavorare. Penso che se non avessimo saputo che la stragrande maggioranza delle cronache era da studio, ben pochi di noi se ne sarebbero accorti (e qui vanno elogiati una volta di più i tecnici Rai, che, salvo qualche inevitabile incidente di percorso, sono stati bravissimi a ricreare l’atmosfera “da stadio”). Da rimarcare anche l’apporto dei vari opinionisti: da un Tardelli davvero pirotecnico (i suoi duetti con Dotto resteranno fra le gemme più godibili di questa rassegna iridata), ad un Casarin finalmente meno impacciato del solito ad un Cucci talvolta fin troppo fluviale, ma sempre entusiasta nelle sue considerazioni (e ieri sera davvero scatenato nell’infierire su Messi: difficile dargli torto). Non me la sento di dare voti a chicchessia: anzi darei un bel dieci e lode generalizzato a tutti, in primi a Riccardo Cucchi: penso che la gestione di questo Mondiale sia il capolavoro della sua carriera da capo-redattore. Dovessi esprimere una preferenza del tutto personale, metterei sul mio personale podio nell’ordine Ugo Russo, Emanuele Dotto e Massimiliano Graziani, la vera sorpresa di questo mese radiofonico. Per quanto riguarda le radiocronache “top five” (finali escluse, ovviamente) ecco la mia personale classifica, dal primo al quinto posto:
Brasile-Germania (Francesco Repice)
Olanda-Costarica (Emanuele Dotto/Ugo Russo)
Costarica-Grecia (Massimo Barchiesi/Massimiliano Graziani)
Germania-Algeria (Ugo Russo/Daniele Fortuna)
Argentina-Svizzera (Massimiliano Graziani/Emilio Mancuso)
Chiudo con un piccolo spunto polemico: sul Corriere dello Sport di oggi, uno di quei giornalisti tuttologi che furoreggiano nei salotti televisivi e si sentono autorizzati a discettare di qualsiasi cosa (dalle ultime tendenze della moda al celibato dei preti), ha dato i voti ai telecronisti dei Mondiali. Non ho motivi per dubitare che l’”8” assegnato a Caressa sia fondatissimo, dato che (fortunatamente) non ho avuto l’occasione di ascoltare le urla e le stupidaggini del Sig. Parodi. Ma scrivere che “è lui il vero erede dei Carosio, degli Ameri e dei Martellini” è cosa che fa accapponare la pelle e merita solo una risposta del genere:
Sperando di non avervi annoiati, chiudo qui anche la mia prima esperienza “Mondiale” integralmente radiofonica. Ringrazio innanzi tutto Massimo Verona, che ancora una volta mi ha dato la possibilità di pubblicare i miei parti letterari su questo splendido blog; ringrazio di cuore l’amico Stefano Stradotto che, essendo molto più giovane di me (beato lui), ha dimostrato una ferrea resistenza nell’ascoltare fino alla fine tutte o quasi le partite che iniziavano all’ora dei fantasmi (cosa che mi ha non poco aiutato nella compilazione); ringrazio infine tutti gli amici del blog, che, sul muro o via SMS, mi hanno sopportato per questo mese Mondiale quasi ogni sera. Spero potremo risentirci ai primi di Settembre, in coincidenza con l’inizio del nuovo Campionato di serie A.
Sipario sul Mondiale e sipario anche sul nostro ricordo delle Orchestre Rai. In questo caso, quella di musica leggera diretta da Gianni Ferrio, esegue la sigla finale di Milleluci del 1974, assieme all’indimenticabile Mina ed al grande armonicista Toots Thielemans. Il brano è quanto mai appropriato:
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