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di Marco D'Alessandro - Nel linguaggio delle quattroruote scoperte, Montreal è una garanzia di spettacolo ed emozione. Anche quest'anno il sempreverde Gran Premio del Canada non è stato da meno. Nella pista dedicata al più amato dei ferraristi, Gilles Villeneuve, dove il colpo di scena è da routine e dove maturarono le prime vittorie di personaggi come Jean Alesi e Robert Kubica, questa volta è stata la giornata di Daniel Ricciardo. In comune con quei personaggi del passato ha la simpatia, oltre al talento che è già promessa.
Australiano di origini italiane (nonni materni calabresi), 24 anni, un futuro davanti a sé, al primo anno in Red Bull sta facendo parlare bene già dalla prima gara che concluse con un podio poi revocato per una severa squalifica. Ma soprattutto, sta regolarmente "dando la paga" al compagno di squadra quattro volte campione del mondo, sul quale Giulio Delfino l'ha toccata piano nel giovedì sera di Zona Cesarini: "Vettel quest'anno è veramente sfigato!".
E' la prima domenica dell'anno in cui le argentate Mercedes non hanno messo in fila il resto del gruppo, ma con nessun crisma di riapertura dei giochi iridati per quanto riguarda i comuni mortali.
Per una domenica ha tradito il motore (Power Unit, come dicono loro): con Hamilton ko, Rosberg guida di conserva, gestisce e sfiora la vittoria che svanisce solo a due tornate dal traguardo. Ma il secondo posto del biondino, in termini di soldoni e di punti, vale più di una vittoria e del primo posto monegasco, perché gli consente di guadagnare 18 punti in più del rivale e proporre il primo serio allungo del campionato. Il bilancino mondiale è ribaltato nettamente dopo le ultime due gare ed ora è proprio Nico a vestire i panni del favorito, a dispetto di quasi tutti noi che lo davamo per fritto.
Nonostante la giornata difficile della Mercedes, Montreal sembra comunque destinato ad essere un episodio: si è visto come in realtà per metterle i bastoni fra le ruote, debbano azzopparsi. Fino a quando tutto procedeva liscio si stava creando il consueto solco di mezzo minuto in metà gara.
L'imprevisto ci ha regalato una corsa scoppiettante, la più bella della stagione, col culmine dell'epilogo: la prodezza di Ricciardo che si beve la Force India di Perez e poi vola verso la vittoria, il botto tra Massa e il messicano della Force India.
La sua gara Rosberg la comincia a vincere al sabato, quando strappa la pole che legittimerà allo scatto di 24 ore dopo, costringendo Hamilton quasi al fuoripista stringendolo al limite. La guerra di nervi sta vedendo prevalere il bianco sul nero. Su quest'ultimo arriva il calembour non preparato di Delfino: "Giornata nera per Hamilton".
Non nel gran premio migliore la voce della F1, che viene sorpreso due volte su duelli in pista in cui confonde i piloti, si riscatta col pirotecnico finale dello scontro tra Williams e Force India e lo scampata frittatona per Vettel. E' un Delfino che nei prossimi giorni passerà da un Mondiale all'altro, visto che per la prima volta in carriera lo ascolteremo al racconto dei Mondiali di calcio. Dal Maracanà di Saxarubra, come ormai tutti sappiamo.
Felipe Massa chiude con zero punti una corsa che sarebbe potuta diventare sua: ha adottato una strategia diversa rispetto a chi gli stava davanti, aveva gomme più fresche, non è riuscito in nessun sorpasso e, invece, col patatrac da brivido in cui inizialmente la colpa parrebbe del brasiliano ma, alla moviola a trasgredire è Perez, reo di aver cambiato traiettoria, sconterà cinque posizione di penalità sulla prossima griglia di partenza. L'episodio conferma anche il livello di sicurezza di questa Formula Uno: un incidente del genere su strade cittadine con auto normali sarebbe come minimo da trauma cranico, in questa F1 si corre più che il doppio e non si va oltre i controlli in ospedale per accertamenti. Arriviamo da un periodo di celebrazioni dai 20 anni dalla scomparsa di Senna, è anche bene ricordare come in questi due decenni si siano fatti passi da gigante sul fronte della sicurezza.
10 sono invece gli anni dell'ultima vittoria ferrarista in Canada: 2004, Michael Schumacher, e chi sennò. La Ferrari ha attraversato l'ennesimo fine settimana da cestinare: come previsto, i tanto annunciati aggiornamenti tecnici hanno portato solo peggioramenti. Rosse mai in partita mentre tutti erano in libidine per quel succedeva là davanti. Rosse surclassate dalle due Force India e dall'agghiacciante sorpasso in rettilineo della Williams di Massa al povero Alonso (6°), mentre Paperino Raikkonen (10°) celebrava in testacoda gli 80 anni del grande di Paperopoli. Ceffoni a ripetizione per le due Rosse che vedono la bandiera a scacchi mentre gli Azzurri l'amichevole con il Fluminense. Se in pista sono dolori, fuori è ancora peggio: dopo anni a corteggiare Adrian Newey, l'ingegnere-genio della Red Bull annuncia il rinnovo del contratto bibitaro. La Ferrari oggi sembra una vecchia gloria che cammina. E se viene voglia di ricordare i tempi che furono, cresce il magone ripensando che sono oltre 150 giorni che Schumacher è in coma e non spunta mai uno straccio di buona notizia. E' davvero uno strazio, oggi, tifare il Cavallino.
Sempre #ForzaMichael
#TICBemozioni
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lunedì 9 giugno 2014
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