#tuttoilcalcioblog
di Fabio Stellato
Questa settimana Navigando Navigando abbiamo fatto visita ad archeologiadellosport.com, splendido sito, curato da Lucio Celletti, che quasi quotidianamente offre ai suoi visitatori autentiche perle della programmazione sportiva televisiva del passato; e su queste pagine, oggi, vi proponiamo un particolare scritto che ha colpito la nostra attenzione, e che è una sorta di omaggio, a firma dello stesso Celletti, per una voce che tutti conoscono, ma che in realtà nessuno conosce, Nico Sapio
LE TELECRONACHE INTERROTTE: NICO SAPIO
di Lucio Celletti
da www.archeologiadellosport.com
Gli ultimi
week end di gennaio presentano ritualmente la loro consueta liturgia:
sport invernali, Amerique di trotto e naturalmente campionato di calcio.
In quell’ultimo fine settimana del gennaio 1966 c’è grande attesa in
Francia per vedere in azione Roquepine, sperando anche nell’indigeno
Fiesse, lo sci femminile si dà appuntamento a Sportinia nell’ultima
stagione prima del nascere della Coppa del Mondo, nel contempo il
contesto pedatorio prevede per la capolista Inter una partita casalinga
con il Vicenza per una vittoria neroazzurra che si rivelerà più
difficile del previsto. Al sabato Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti
vincono il Festival di Sanremo con “Dio come ti amo”. Tutto come al
solito? Tutto come nelle consuetudini di un sabato italiano di fine
gennaio? Purtroppo no. C’è anche un meeting mondiale di nuoto che deve
risultare un appuntamento importante: è partita la corsa per le
convocazioni agli Europei di Utrecht dell’estate appena seguente. Una
squadra nazionale sta viaggiando alla volta di Brema ma l’aereo non
arriverà mai. Una terribile nuova disgrazia per tutto lo sport italiano:
Superga è lontana sedici anni e mezzo ma la gente si ricorda ancora lo
strazio di quei terribili momenti che si portarono via il grande Torino.
Quel meeting di Brema era previsto in due giornate con un prologo al
venerdì dedicato alle lunghe distanze: è previsto il collegamento fra le
reti televisive europee, come si diceva una volta, alle 16 di sabato 29
gennaio 1966 ed alla stessa ora di domenica 30 (prima del collegamento
con Vincennes per il trotto). Ebbene, il telecronista del nuoto doveva
essere Nico Sapio. Proprio a lui è dedicato questo scritto: a lui
è intitolato annualmente da parte della “Genova nuoto” un trofeo
annuale. Spesso però la fretta e la sintesi mediatica assorbe totalmente
nell’agonismo più stretto ed attuale il nome di quel meeting, senza
pensare che dietro quella denominazione c’era un grande giornalista che
se fosse vissuto sarebbe stato apprezzato ed amato come tanti
radio-telecronisti di allora: Martellini, Rosi, Ciotti, Ameri,
Provenzali (suo compagno di stanza a Genova e fraterno amico).
Le circostanze che hanno portato alla tragedia degli azzurri sono la
concatenazione di un bieco destino: venerdì 28 gennaio 1966, la nebbia
di Milano impedisce in un primo momento di partire alla squadra azzurra.
Una rinuncia avrebbe potuto modificare il destino di 9 famiglie; ma la
nazionale aveva saltato il meeting nel 1965, era opportuno gareggiare da
un punto di vista strettamente agonistico. Ecco un nuovo programma dopo
vari tentennamenti dovuti alla nebbia che va e viene: un viaggio a
Zurigo per poi arrivare a Brema con uno scalo a Francoforte. Ma il
previsto volo Francoforte/Brema è già partito, causa ritardo della
spedizione per soli maledetti dodici minuti. Necessaria un’attesa nelle
sale dell’aeroporto che gli azzurri passano con chiassosa allegria,
ignari del loro destino, forse anche allietati dalle barzellette che Nico Sapio, quasi come un buon padre di famiglia, sa dispensare ai più giovani nuotatori.
Parte il volo successivo, quello tragico. Il Convair della Lufthansa
alle 18,51 va a schiantarsi in atterraggio nel nubifragio che avvolge
Brema. Una fiammata ed un boato: non osiamo pensare al terrore di quei
passeggeri ed al dramma che si è vissuto prima di andare incontro alla
sorte più orrida nel relitto incandescente che si arresta in aria e poi
si schianta vorticosamente per le terre. Ci piace pensare che Nico possa
avere avuto un ultimo pensiero alla moglie Vanna ed alla figlioletta
Gloria che lasciava in modo così fulmineo.
Allora si parlò anche di una colluttazione a bordo, di un secondo pilota
ritrovato con una pinza non sua, ma queste sono congetture, ipotesi di
un giallo a cui si aggiungono notizie mai del tutto chiarite su esami
necroscopici disposti dalla magistratura tedesca. Tutto questo non ha
nulla a che vedere con il nostro unico intento: rendere l’omaggio di un
semplice ma sentito ricordo a Nico Sapio. Piuttosto un’altra
inquietudine ci attende: egli, in quel maledetto venerdì, era già a
Francoforte ed avrebbe potuto scegliere di partire regolarmente prima
con la coincidenza per Brema che invece gli azzurri non fecero in tempo a
raggiungere: prevalse in lui il proposito di attendere il volo degli
azzurri per viaggiare con loro, come disse Paolo Rosi in Tv durante i
funerali “Quando le sciagure colpiscono così duramente si commisura
il ruolo della fatalità. La sua professionalità lo ha seguito fino
all’ultimo viaggio”. Questo retroscena non fa che aumentare
l’angoscia di quella giornata così dura, così triste. Ma tutti noi
abbiamo un destino al quale non possiamo sottrarci.
In Italia la notizia arriva dal Telegiornale a tarda sera: il presidente
della Federazione Italiana Nuoto Parodi è a Genova per la Coppa dei
Campioni di pallanuoto…al sabato mattina la notizia si sparge in tutta
Italia ed è immensa costernazione. Quella città di Sanremo che vive con
il Festival tre delle sue quattro più importanti giornate dell’anno
(l’altra se consentite è il mondiale ciclistico di primavera) piange
quel telecronista della Liguria che proprio alcuni mesi prima aveva
commentato proprio nella città dei Fiori un triangolare degli azzurri
del nuoto con Francia e Svezia.
La voce di Nico Sapio arrivava domenicalmente dalle radioline nel
collegamento con “Tutto il Calcio Minuto per Minuto”: il tono di
popolarità acquisito da quel programma la dice lunga su come e quanto
quel giornalista fosse amato. I più patiti dello sport lo apprezzavano e
lo conoscevano benissimo, dal momento che il nostro caro Nico era voce
del nuoto, del canottaggio, del rugby. Un commento da amante dello sport
e con lo slancio dell’ex praticante: nuoto, pallanuoto, rugby. E poi
una grande passione per la vela. Ma un po’ tutti lo ricordavano per i
tanti documentari radiofonici e televisivi e per i servizi nella celebre
trasmissione Tv7. Era nato nel 1929, aveva pertanto trentasei anni ed
era nel pieno di un’attività fulgida e variegata.
Chi vi scrive, per motivi anagrafici, non ha potuto ascoltare e vedere Nico Sapio
ma può percepirne il ricordo, la fama, il carisma. Soprattutto appare
tangibile dalle parole emerse dai colleghi una commozione autentica che
fa pensare come Sapio fosse non solo un grande giornalista ma
anche un uomo sensibile e generoso. Così Alfredo Provenzali ricordava il
giorno del grande dramma nella
postfazione al libro "L'ultima bracciata" di Francesco Zarzana (edito nel 2012 per La Infinito Edizioni). “La
sera della tragedia ero alla piscina di Albaro per la partita di
pallanuoto di Coppa dei Campioni del Recco. Era stato dato a me il
servizio per sostituirlo perché lui doveva andare a Brema. C’era
l’Eurovisione e Nico era il giornalista che poteva benissimo raccontare
quella gara. Quando trapelò la notizia, il clima si fece irreale. Si
avvicinarono a me alcune persone e mi dissero. “Pare che…”. Si può solo
immaginare il mio stato d’animo di quel momento. Ma nel grande rammarico
e dolore per l’amico perduto, il mio primo pensiero era quello di stare
vicino alla famiglia. Quello per noi, amici cari e colleghi, sarebbe
stato il compito principale”.
Nel luglio del 2012 Alfredo Provenzali ha raggiunto Nico Sapio
nelle volte celesti: in un atto di pura ed assoluta fantasia ci piace
pensare all’incontro tra i due, a quell’abbraccio, a quella commozione, a
quel volersi raccontare 46 anni di lontananza.
Anche questa affermazione di Provenzali sintetizza meglio di ogni altra parola il carattere professionale di Nico “Trapelava
nei suoi interventi e nelle sue radiocronache che lui era al servizio
degli ascoltatori, senza che la sua cronaca mettesse lui al primo posto….”
Sandro Ciotti in un ricordo radiofonico nella Domenica successiva alla tragedia descrisse così Nico Sapio. "Era
giornalista e radiocronista per vocazione e temperamento. C’era tra lui
e quello che faceva un rapporto evidente e naturale che dava smalto e
stile ad ogni suo servizio, servizi che erano firmati dal suo
leggibilissimo taglio, prima che dal suo nome. Sapeva fare praticamente
di tutto come ogni giornalista dovrebbe e la sua voce pacata e pure
fervida, nitida e pure ricca di umori, sapeva dare sapore anche alle
notizie più anonime, ai fatti più scontati…Ora che lui ci ha lasciali,
ci sembra in qualche modo di essere stati traditi, giacché lui può fare a
meno di noi, ma noi, lo stiamo scoprendo un po' tutti, non possiamo
fare a meno di lui. E ci sembra perfino un po' assurdo che, nel
frattempo, tutto continui ad accadere”
Vittorio Di Giacomo e Paolo Rosi sono chiamati a commentare le esequie
di tutti i caduti di Brema, sei giorni dopo alla presenza del Presidente
del Consiglio Aldo Moro, presenti altre personalità politiche e
dirigenti sportivi, ma soprattutto una folla immensa, accorsa per
partecipare ad un dolore universale.
A Paolo Rosi l’ingrato compito di dover ricordare il caro collega e i
giovani sventurati. Parole tristi, mai di circostanza, come nello stile
di Rosi, autentico professore d’italiano. Nel finale della telecronaca,
nel momento più triste dell’uscita dei feretri, anche Rosi è vinto da un
momento di grande trasporto, la commozione gli serra la gola, allorché
legge il contenuto di due biglietti lasciati sul parabrezza di una
“sgangherata” utilitaria del nuotatore De Gregorio. La bara che
accompagna Nico è portata da Eugenio Danese, Enzo Tortora, Guglielmo
Moretti. Alla cerimonia la Delegazione Rai è rappresentata in primis
dall’amministratore Granzotto e dal Direttore generale Bernabei.
Con queste parole abbiamo reso omaggio con la partecipazione emotiva che doveva essere necessaria il giusto omaggio a Nico Sapio.
Dobbiamo però rivolgere un pensiero anche ai compagni di sventura in
quel tragico viaggio: i componenti della squadra azzurra Bruno Bianchi,
Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi,
Chiaffredo Rora e Daniela Samuele nonché il tecnico Paolo Costoli.
Ognuno ha una propria storia, ma addirittura certe volte il destino sa
esprimersi con incurante ironia.
Pare che Luciana Massenzi avesse affermato qualcosa come “Se mi succederà qualcosa mi riconoscerete dall’anello”,
nel vedere in Tv una recente sciagura sul Monte Bianco; addirittura il
romano De Gregorio aveva scritto appena due giorni prima il tema
scolastico “La morte in gioventù”, quasi che il fato volesse prendersi
gioco di lui e di tutta la spedizione.
Quei giorni si gareggiò ugualmente in nome di un proponimento (“Lo
spettacolo deve continuare”) che per fortuna oggi non si usa quasi più.
Una cerimonia a ricordo dei partecipanti e sui blocchi di partenza dei
concorrenti un tricolore listato a lutto ed un mazzo di fiori in loro
ricordo…. quasi a voler separare nella stessa piscina, la vita e la
morte….A scusante degli organizzatori la fattispecie che quel meeting
vedeva la partecipazione di tutte le rappresentative da ogni parte del
mondo.
Sicuramente più sentiti e meno circostanziali i fiori che furono
lasciati a Marassi durante l’incontro Sampdoria-Cagliari nella cabina
dove abitualmente trasmetteva il giornalista. L’ultima sua radiocronaca
era stata Sampdoria-Juventus, due settimane prima, uno 0-0 che nessuno
poteva immaginare fosse il simbolico congedo di Nico Sapio dai
radioascoltatori.
Qualche settimana dopo, sull’onda dell’emozione, suscitata dalla sua dipartita, gli viene intolato il
Campanile nuoto, consistente in una serie di incontri itineranti tra le
principali rappresentative con la sistematica presenza della Tv per la
telecronaca di Giorgio Bonacina, telecronista che seguirà il nuoto fino
alla presenza quasi ventennale di Giorgio Martino. Con quella
manifestazione il nuoto italiano si risolleva. Per la cronaca il “Trofeo
Nico Sapio” va alla città di Roma, trascinata da due atleti scampati
alla tragedia perché non selezionati per quelle gare, Daniela Beneck e
Pietro Boscaini. Sappiamo però che il destino riserverà a quest’ultimo
una sorte egualmente spietata: perirà nel 1973 a ventisei anni in
un’escursione subacquea.
Nel 1968 è stato indetto un Premio giornalistico “Nico Sapio” a cura
dell’Azienda di soggiorno di Alassio: furono premiati nel 1969 Claudio
Savonuzzi, Giorgio Bubba e Cesare Viazzi.
Il Trofeo “Nico Sapio” che attualmente conosciamo è stato invece
organizzato meritoriamente dall’UISP di Genova nel 1974, inizialmente
come un criterium giovanile, assurgendo poi ad evento particolarmente
importante per il calendario natatorio nazionale. Nel 1998
l’organizzazione passò alla Società Genova Nuoto ed il Meeting è assurto
a livelli internazionali.
Tra poco varcheremo il mezzo secolo ma il ricordo di quella disgrazia è
ancora angoscioso nelle nove famiglie così duramente colpite: per noi
che viviamo dall’esterno il loro dramma sono oggi 48 anni senza di loro
ma le famiglie direttamente interessate hanno contato mesi, settimane,
giorni, ore senza i propri cari. Per questo c’è sempre necessità di
stringersi attorno alla famiglia ed ai discendenti di Nico Sapio
(nonché a tutte le altre famiglie) così come lo fece la gente
strabocchevole in quel giorno piovoso di inizio febbraio a Roma. Il
tempo non cancellerà mai il dramma di quel giorno.
#TICBemozioni
Il Palinsesto sportivo di Radio1Rai
LUNEDI' 6 GENNAIO 2025
Radio1Rai
ore 08:25, 13:20, 19:20, 00:20 Gr1 Sport
ore 07:30-09:00 Radio anch'io sport
ore 21:00 Zona Cesarini
MARTEDI' 7 - GIOVEDI' 9 GENNAIO 2025
Radio1Rai
ore 08:25, 13:20, 19:20, 00:20 Gr1 Sport
ore 07:30-09:00 Radio anch'io sport
ore 21:00 Zona Cesarini
Radio1Sport
Programmazione ferma fino a Lunedì 13 Gennaio 2025
Simulcast con Radio1Rai durante le trasmissioni sportive. Altre fasce orarie Pop Sport.
venerdì 9 maggio 2014
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