di Massimo Girgenti per #tuttoilcalcioblog
calciostatistiche.typepad.comSette autori (giornalisti, scrittori) per sette storie che compongono un’antologia dedicata allo sport più popolare. Affiorano in queste righe i ricordi della nostra fanciullezza, un’età spensierata dove ti ritrovi in un cortile e non ti assiepi ancora in uno stadio e dove lo sport che prediligi si chiama “pallone” prima di diventare calcio, la nostra quotidiana passione. Ogni racconto ci trasmette una particolare sensazione, ci immerge in un’emozione, ci trasporta in un luogo sospeso nel tempo dove l’oggetto del nostro desiderio resta sempre una sfera. E’ la mia sintesi per “Storie di calcio da cortile” (edizioni Psiche e Aurora -2013-pagine 139 – brossura - € 12,00), libro che, con estremo interesse e grande soddisfazione, ha accompagnato alcune mie piacevoli serate di lettura. Il protagonista del racconto di Gianfranco Calligarich è un appassionato di calcio che rivela di prediligere le storie vissute dalle squadre alle prese col loro karma (tratto distintivo a prescindere da giocatori o tecnico) e di essere attratto da quei calciatori che giocano per puro divertimento. Luigi Guelpa ci descrive invece le vicende straordinarie di un ex paracadutista della Luftwaffe diventato poi ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico. Rimasto prigioniero sul suolo inglese verrà ingaggiato da una squadra di quarta divisione per poi passare al Manchester City dove vincerà il premio di miglior giocatore inglese, conquisterà la prestigiosa F. A. Cup e sarà ricordato come esempio di coraggio per aver portato a termine una gara nonostante la rottura di una vertebra cervicale. Massimo M. Veronese ci fa conoscere la genesi di regole, gesti o situazioni calcistiche che oggi ci sembrano del tutto normali. Sappiamo così chi ha inventato la rete, il rigore, il cartellino rosso, il tuffo per parare, le pagelle, la schedina, la radiocronaca, com’è stato il primo derby milanese e perché il primo mondiale per club sia andato a 11 minatori dilettanti. Mauro F. Minervino, oltre a dissertare sul tipo di pallone usato per le nostre prime pedate, ci descrive il suo incontro casuale in Calabria con Gigi Lentini, grande interprete del calcio dei primissimi anni novanta con Toro e Milan, ricordandoci le vicende sportive e non sia dell’uomo che del campione. Filippo Bologna ci diverte con la storia dell’arbitro insultato dal Presidente di una squadra dilettante, ignaro che la moglie lo tradisca proprio con l’uomo in nero a cui lui grida il classico epiteto “cornuto!”. Giuseppe De Bellis si occupa della prepotente e veloce esplosione del calcio in Giappone, avvenuta sulla scia di un famoso cartone animato che ha saputo contagiare giovanissimi telespettatori cambiando così gusti e abitudini di un popolo (e producendo campioni come Nakata e Nagatomo). Vittorio Macioce ci trasporta nel clima autentico del vero e proprio calcio da cortile, e ci fa partecipi di quel mondo di sana passione: la colletta per comprare il pallone, le regole un po’ strambe, lampi di gioco e caricature dei partecipanti. Ci propone infine istantanee di personaggi eterogenei: il Pablito Rossi del Sarria, la fantastica cavalcata del Pibe tra i birilli inglesi, la storia dello “sciagurato” Egidio, le analoghe vicende dei portieri Piloni e Alessandrelli eterne riserve del Mito Zoff e quella di Pizzaballa divenuto più famoso per la sua assenza (dall’album di figurine Panini) che per la sua presenza (tra i pali delle porte difese nella sua lunga carriera).
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