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lunedì 17 marzo 2014

Formula Radio 2014 (01) - Falsa partenza

#tuttoilcalcioblog di Marco D'Alessandro
Anno nuovo, campionato nuovo e anche per questo Mondiale la Formula 1 o presunta tale torna sulle pagine di TiCB: la seguiremo nel nuovo tag "Formula Radio" che, come da nome, continuerà sull'idea di rivivere le corse ripercorrendo l'evento e il suo racconto alla Radio (e, ogni tanto, anche i dintorni).
Anno 2014, anno della rivoluzione tecnica più scoinvolgente almeno degli ultimi tre decenni, cambia la colonna sonora per via dei nuovi motori turbo v6 che uccidono il baccano tanto amato un tempo e regalano un rumore sordo abbastanza insipido. Sarà un anno in cui i cronisti enunceranno il vocabolo "Power Unit" come se piovesse. Da adesso i motori conteranno più di tutto il resto, per un nuovo tentativo di recuperare l'incertenzza e rimescolare le gerarchie, mettendo i bastoni fra le ruote agli ingegneri, all'aerodinamica, alla Red Bull, a Newey, a Vettel. Stando al primo round, operazione compiuta. Per lo spettacolo, ripassare un'altra volta.
Chi qualcosa ne sapeva di spettacolo e che ha dovuto vincere anche contro i regolamenti era un tedesco che nella prima corsa di Melbourne risalente a 18 anni fa, correva per la prima volta con una Ferrari. Il pensiero più profondo di tutti gli appassionati e addetti ai lavori, da da due mesi e mezzo, è continuamente rivolto a Grenoble e all'angoscia sullo stato di salute di Michael Schumacher, ancora in condizioni gravissime ed ancora in coma a seguito dell'incidente sulle nevi di Meribel.
Il pensiero continua a ricorrere al grande Kaiser tedesco continuerà a ripetersi nei prossimi tempi. Il primo Gran Premio dell'anno non l'ha potuto vedere, avrà da recuperare e da informarsi su giovani che hanno debuttato e col punto esclamativo.
Il sabato della qualifica regala la sorpresa di uno svolgimento regolare sotto la pioggia e le disavventure in cui incappa l'erede naturale di Schumi. Il quadricampione del mondo Sebastian Vettel viene eliminato nella seconda manche, finisce a centrogruppo. Non una sorpresa fino in fondo, ricordando che la Red Bull ha sofferto più di tutti i test precampionato e i guai che i motori Renault le ha procurato: si pensa già ad una versione B della vettura di Newey. Guai a chi li da per morti, non solo perché man mano riemergeranno, ma anche perché in un periodo di sofferenza, contrariamente ad ogni pronostico hanno piazzato in prima fila Daniel Ricciardo, australiano, al debutto nella scuderia campione in carica, inserendosi tra le Mercedes e le McLaren, rischiando addirittura di beffare Hamilton. Dalla Ferrari si capisce subito che l'avvio è in gran salita: Alonso si becca un secondo e mezzo dal poleman, Raikkonen ritorna travestendosi da Massa, andando a muro in Q2.
Le battute finali della lotta alla pole di Melbourne sono stati così raccontati da Giulio Delfino, dai box di Saxarubra.



Radiofonicamente è da tradizione che la vera stagione motoristica inizi a carburare con lo sbarco in Europa delle gare. Gli spazi riservati alla Formula 1, nelle gare mattiniere, sono e saranno sempre ridotti al minimo indispensabile. In occasione di questo debutto lo sono stati ancora di più, in maniera un po' discutibile. Con tanto di paperella in occasione della partenza di Domenica. Come potrete ascoltare nella nostra sintesi di seguito, il momento culminante non è andato in diretta a causa della bandiera gialla che ha interrotto le operazioni di partenza e ha costretto ad un secondo giro di ricognizione. La vera e propria partenza, che di solito Radio Rai si accinge a seguire con la finestra speciale, si sviluppa dentro il Giornale Radio delle 7, ma la linea al radiocronista viene tardivamente passata quando le luci si sono già spente e quando il Mondiale 2014 è già scattato. Un errore non da poco, ricordando che questa prima tappa non andava in onda in chiaro. Dal programma del weekend, spicca anche l'assenza dei tradizionali "Speciali" riassuntivi in Sabato e Domenica Sport: niente riepiloghi, niente interviste, niente Leo Turrini, che questa volta è stato solo un privilegio degli abbonati Sky. Falsa partenza, insomma.



E falsa partenza anche sul piano dello spettacolo. E' cominciato il 2014, ma a livello di emozioni e sbadigli è ancora 2013. La gara non offre granchè e si fa commentare più per i risultati che per quello che è effettivamente avvenuto. La Mercedes rispetta il pronostico ma non con Hamilton, che dopo pochi giri è il primo a dover arrendere al tanto temuto crollo di affidabilità. Il Leonardo Di Caprio della Formula Uno riscatta il mancato Oscar della star del Cinema e porta al successo una Mercedes che ha messo sul piatto una superiorità fin troppo evidente sul resto della ciurma. Per la decima volta consecutiva risuona l'inno tedesco sul podio, ma questa volta non è per Vettel, anche lui ko dopo pochi giri a coronamento di un weekend in modalità Zia Ermenegilda Webber. Un inno tedesco che magari avrà sentito anche qualcuno a Grenoble, ma occhio a far sapere a Schumi quanto vada forte quella macchina che lui guidò tra il 2010 e il 2012, facendo la figura del vecchio cialtrone, con una vettura molto deludente (una vecchia carriola) che gli consentì di racimolare un solo terzo posto in tre anni e poco poco altro.
La marcata superiorità della Power Unit Mercedes consente la gioia del podio anche ad un McLaren rediviva dopo un 2013 da incubo. La scuderia di Woking ha ritrovato il "garagista" Ron Deniss al comando delle operazioni. Esordio da ricordare per il rookie danese Kevin Magnussen, 22 anni ad Ottobre, figlio di Jan, mai troppo fortunato nelle sue esperienze nel circus, più conosciuto in altre categorie. Quando il figlio fa meglio del papà ed esordisce con un terzo posto, diventato poi secondo a seguito della squalifica della Red Bull di Ricciardo, rea di aver viaggiato con più carburante rispetto a quanto consentirebbe il regolamento. Kevin come Jacques Villeneuve nel 1997 e Lewis Hamilton nel 2007: debutto con tanto di podio. Magnussen impressiona al debutto, così come il finlandese Bottas su Williams-Mercedes (molto determinato, in grado anche di sorpassare Raikkonen, è 6°) e il russo Kyvat su Toro Rosso (10°). E' stato il Gran Premio dei giovani, ma in tutta onestà non siamo in grado di dire dove finiscano i meriti delle vetture e dei motori e dove quelli dei piloti.
Della Ferrari la cosa migliore è il risultato. Fernando Alonso acchiappa di riffa e di raffa un quarto posto senza mai avvicinare lontanamente il podio. Kimi Raikkonen guida male per quasi tutto il weekend e deve accontentarsi del settimo posto. A Maranello ci si aspetta giorni decisamente migliori rispetto al Rosso pallido di Melbourne. Si può sorridere solo per le sventure di Hamilton e Vettel, per la Williams che non ha rispettato i pronostici (Massa buttato fuori alla partenza) e per essere stato l'ultimo team di rilievo a portare le due monoposto alla bandiera a scacchi. Ma è stata una Ferrari troppo lenta per essere vera.
Si aspettano giorni migliori per le Rosse. Melbourne, circuito semicittadino, è storicamente un appuntamento che riserva scenari strani e corse in cui le gerarchie del campionato sono ancora lontane da quelle reali. Sentenze dopo il Gran Premio d'Australia è sempre bene risparmiarle. L'anno scorso, proprio da qui, si immaginava che fosse l'anno buono della Ferrari.
E ci aspetta giornate migliori per tutto il movimento. Lo spettacolo, si diceva, è stato decisamente modesto e noioso. Pochissimi sorpassi e quella fondata sensazione di assistere ad una carovana di taxisti, con i piloti chiamati al risparmio del carburante e quant'altro. Il contrario di quella che dovrebbe essere una competizione di velocità.
Si aspettano proprio giorni migliori: per la Ferrari, per lo spettacolo e per la Radio. Prossimo appuntamento: 30 Marzo, Gran Premio della Malesia a Sepang.
E sempre #ForzaMichael.

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