Vincitore di giornata: Emanuele Dotto. Il grande Emanuele merita la vittoria solo per il bell’atteggiamento stoico con cui ha affrontato una colica renale (e chi ne è rimasto vittima sa quanto dolorosa possa essere), rimanendo in conduzione per tutta la puntata di Sabato Sport. Peraltro, va detto che, dopo la fase acuta (in cui sembrava, anche solo ad ascoltarlo, sofferente) si è ripreso molto bene (da manuale l’incipit dell’ultima parte con la citazione del “La noia” di Moravia, uno dei pochi romanzi che non servirebbe nemmeno leggere, tanto è azzeccato il titolo). Temevo che potesse saltare la partita di Marassi (e per Mazzeo sarebbe stato un quasi record: due sostituzioni in due settimane); invece si è presentato regolarmente ai microfoni e, fino a quando la partita è stata tale, l’ha raccontata con il consueto brio. Da rimarcare un paio di perle come l’”in ginocchio da te” sul rigore causato da Kelava ed un simpatico “senza Benatia la difesa dell’Udinese dove va”. Cala comprensibilmente nel secondo tempo, quando oramai, come sottolinea lui stesso, diventa difficile raccontare quello che è, di fatto, diventato un allenamento.
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Giuseppe Bisantis: parte male, nel senso che, anche questa settimana, gli tocca la partita più noiosa di tutto il week-end (piccolo inciso: da appassionato di calcio è fin troppo facile dare ragione a Grassia che, nel post-partita di Bologna-Lazio, sottolinea l’assurdità di venti squadre in serie A; da tifoso milanista sono contento che almeno quest’anno ci siano, cosa che dovrebbe evitarmi un girone di ritorno in ambasce ancor maggiori di quelle attuali). Fa quello che può, cioè poco (preso dalla disperazione, a metà del primo tempo fa qualche minuto di radiocronaca incentrato sulle multe che il Bologna prenderà a causa dei soliti fragorosi petardi, entrati chissà come nello stadio). Inizia soft anche nella partita del Mapei Stadium quando, dopo il 2-0 di Balotelli, prevede che gli toccherà uno spettacolo simile al Sassuolo-Inter di qualche mese fa. Non fa però i conti con la difesa (??) del Milan, che in questo momento darebbe soddisfazioni anche a qualcuno dei nostri lettori che appena appena sapesse stoppare un pallone di calcio. Benissimo in tutto il resto della partita, dalla quaterna di Berardi all’inutile assedio milanista del finale, ben spalleggiato anche da un Monaco in buona forma.
Sara Meini: ancora una bella prestazione per la nostra “maestrina dalla penna rossa” (cit.). Sulla sua eccellente prestazione in compagnia di Dotto durante gli ottavi di Coppa Italia al Franchi (ed annessi siparietti) si è già sufficientemente dilungato l’amico Stefano nel suo blob. Anche sabato nella partita dell’Ardenza riesce a duettare molto bene con un ottimo Scaramuzzino, cogliendo bene tutti i momenti salienti della partita. Pure in questo caso, si concede un siparietto molto divertente al momento del cambio nel Livorno, quando entra Duncan, con la complicità di Scaramuzzino e del tecnico in cabina. Davvero una bella sorpresa la nostra Sara: speriamo che si sia deciso di utilizzarla stabilmente come seconda voce per le partite che si disputeranno in Toscana.
Daniele Fortuna/Manuela Collazzo: penso meriti una citazione anche Palasport, trasmissione che (pur avendo saltato qualche appuntamento causa partite di calcio pomeridiane domenicali di cui non si sentiva affatto la mancanza) oramai pare definitivamente decollata. Bel ritmo e bravi inviati, coordinati alla grande da Simonetta Martellini nonostante una gestione degli aggiornamenti basket-volley che, a mio avviso, resta un pochino farraginosa. A proposito, grazie alla nocchiera della trasmissione che domenica ha anche aggiornato costantemente il risultato della finale di Coppa Italia maschile di A2 (grande Padova). Fortuna ha descritto con la consueta passione e precisione la vittoria esterna di Cantù a Bologna (nel basket il buon Daniele pare decisamente assai più a suo agio che nel calcio); ottima anche la Collazzo nella partita molto tirata di Molfetta, in cui si è destreggiata molto bene nel tiratissimo finale. Solo un piccolissimo appunto (non a lei): peccato non sentire più Enzo Del Vecchio, che l’anno scorso da Castellana Grotte aveva più volte dato spettacolo a Pallavolando.
Flop
Tarcisio Mazzeo: l’ottimo Tarcisio deve avere un conto aperto con la nebbia. L’anno scorso ne combinò di cotte e di crude (anche grazie alla collaborazione di un arbitro piuttosto pasticcione) nel finale di Varese-Grosseto, quando non riuscì a capire bene se la partita fosse stata sospesa o fosse terminata. Ancora peggio gli è andata stavolta quando, nella nebbia del Brumana, non si è accorto del gol dell’1-2 del Catania, candidandosi seriamente al podio nella classifica dell’”epic fail” stagionale. Sarebbe stato davvero clamoroso se il giovane Boateng avesse siglato il gol del pari degli etnei proprio in coda alla partita, con Mazzeo che avrebbe dovuto annunciare il pareggio dei siciliani, dal 2-0 per l’Atalanta. Un incidente di percorso piuttosto importante, che comunque non inficia la fin qui ottima stagione del buon Tarcisio.
Paolo Zauli/Antonio Cabrini: io non vorrei dare l’impressione di accanirmi. Però non è colpa mia se, quelle poche volte che ascolto il post-partita della domenica sera, la coppia in questione spara spropositi in quantità industriale. Detto fra noi: se non dovessi curare questa rubrica, penso che, vista la stagione calcistica della mia squadra del cuore, occuperei le mie domeniche in modo più proficuo e divertente e meno pregiudizievole per il mio fegato. Ma dato che qui sono e qui resto, mi chiedo: perché dopo una partita come quella di domenica ( e potete ben immaginare quanto sereno e tranquillo fossi alla fine della radiocronaca), Zauli esordisce comunicando la distanza del Milan dalla zona Champions ? Mi spiace, ma detta in quel modo, a me è parsa un’intollerabile presa in giro di cui non penso che i tifosi milanisti (il cui stato d’animo si è ben esemplificato nelle due telefonate passate prima delle 23.00) sentissero la mancanza. Sentire poi Cabrini bofonchiare (ma quest’uomo non riesce proprio ad articolare bene le parole ? Ma possibile che nessuno glielo faccia notare ? Io davvero fatico a capire quello che dice) banalità in serie, tipo quella che Allegri allenava una rosa non all’altezza (come no…una rosa poco all’altezza ok, se l’obbiettivo fosse vincere Campionato o Champions, ma da avere dieci punti in meno della seconda squadra di Milano e dell’Hellas e da avere meno punti di Toro, Parma e Genoa…ma mi faccia il piacere, mi faccia…).
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