Vincitore di giornata: Massimo Barchiesi. Non mi aspettavo di trovare il buon Barchiesi nella scaletta della giornata dell’Epifania. Anche se, vista l’ennesima assenza di Palasport, c’era forse da aspettarselo. Dopo una tristissima radiocronaca il giorno di Santo Stefano (da Latina), ieri è tornato sui suoi ottimi livelli. Bello carico già nel primo tempo, dove parte subito in quarta, facendoci vivere i continui capovolgimenti di fronte dell’incontro del “Tardini”. D’obbligo, dopo il 2-1 di Lucarelli, il ricordo del famoso gol di tacco di Mancini nella stessa porta in un famoso Parma-Lazio nella stagione 1998-99. Come Bisantis l’anno scorso nella stessa partita, tira una terrificante gufata al Toro, quando si sbilancia su di un favorevole prosieguo di partita per la squadra di Ventura. Bene anche nel secondo tempo, quando prende pure in diretta il terzo gol dei ducali. Un bel rientro per lui. Mi ripeto ancora una volta sul suo tallone d’Achille: l’uso del congiuntivo (non ieri, ma nel servizio sul cambio di panchina della Lazio andato in onda al Giornale della Mezzanotte del 3 Gennaio).
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Tarcisio Mazzeo: catapultato dall’inopinata assenza di Repice (a proposito, auguri) sul palcoscenico della partita che, verosimilmente, decide il Campionato, (e dopo solo due integrali complete in serie A), non se la cava affatto male. Dopo un poca di comprensibile emozione, prende in mano la partita in modo tutto sommato autorevole. Chiaro che con Repice sarebbe stata un’altra cosa (e, va detto, non sempre in meglio), ma, a mio avviso, esce largamente vincitore da una sfida che si preannunciava complicata. Il solo momento di vera defaillance è quello nelle due azioni che portano al rigore di Vucinic, quando, per smania di raccontare tutto, coinvolge un po’ troppo Marino e perde abbastanza clamorosamente il fallo di mano di Castan. Uno svarione piuttosto grave che, comunque, non diminuisce a mio parere l’eccellente risultato complessivo della sua prova.
Giovanni Scaramuzzino: anche per lui un bell’inizio di 2014, che ne conferma i progressi già evidenziati nell’ultimo mese, dopo un inizio non scoppiettante. Molto bene nel racconto del divertente derby toscano: sempre pronto sulle azioni di rilievo per tutto il primo tempo, così come, nella ripresa, sul fallo di Rinaudo con relativa disperazione di Rossi e di tutto il pubblico viola. Bene anche in tutte le considerazioni tattiche nel corso dell’incontro. Purtroppo, c’è anche qui un caveat piuttosto grave, dato che quando Gonzalo Rodriguez segna, lui è impegnato nelle ultime fasi di un complicato scopone scientifico con la Meini, Baldini (che sarà sicuramente stato da quelle parti) ed il tecnico. Un te delle cinque degno davvero delle migliori prove del Conte Delfoux.
Sara Meini/Francesco Marino: colleghi della TV, alla riscossa ! Non era certo ,l’esordio radiofonico per le due seconde voci di Firenze e Torino, però diciamo che ai nostri microfoni li sentiamo piuttosto raramente. Prova positiva per entrambi: la Meini (senza far nulla di trascendentale) legge bene la partita e coadiuva Scaramuzzino da par suo anche quando c’è da dare il continuo aggiornamento sulle condizioni del Pepito nazionale. Rispetto al crepuscolare Baldini degli ultimi tempi, un deciso miglioramento come contributo complessivo. Ancora meglio Francesco Marino, che riesce a dare il giusto “sostegno” a Mazzeo. Anche per lui, ottimo ritmo e considerazioni davvero interessanti sparse per tutta la radiocronaca, episodio del rigore per la Juventus a parte: e dire che alla TV non mi era mai parso particolarmente convincente. Sarà l’aria di “Tutto il Calcio” che spinge tutti a dare il meglio di sé.
Flop
Emanuele Dotto/Massimo Zennaro: spiace mettere nella colonna dei cattivi due dei miei preferiti. Ma domenica pomeriggio non erano decisamente nella loro giornata migliore. Per carità, colpa in primis del porno- calcio “ammirato” al “Bentegodi”. Dotto, nonostante qualche perla delle sue, dissemina la cronaca di svariate imprecisioni (nella ripresa scambia Cossu e Sestu almeno tre-quattro volte), mentre Zennaro non va oltre l’ordinaria amministrazione, anche se, in effetti, i voli pindarici in un simile contesto risultano assai ardui. Molto meglio l’ottimo Emanuele nella partita di Udine, quando appare nettamente rinfrancato, anche grazie al livello della partita, decisamente molto più godibile.
Giuseppe Bisantis/Daniele Fortuna: vedi Dotto/Zennaro per quanto riguarda il livello della partita. Purtroppo, certe volte risulta davvero difficile commentare quando, di fatto, non si gioca. Bisantis (specie nella ripresa) indulge più del dovuto in quel suo ritmo cantilenante che talvolta ne affligge le radiocronache. Anche Fortuna appare piuttosto fuori partita, almeno rispetto alle ottime prove che ci ricordavamo in tempi recenti. Giornata piuttosto sfortunata, ma non mancheranno le occasioni di rifarsi.
Le telefonate degli ascoltatori nell’ultima parte di “Domenica Sport”: ecco, adesso ne dico una di grossa. Mi sono sempre piaciute le trasmissioni in cui agli ascoltatori è permesso interagire con i conduttori (sarà che, fin da piccolo, ricordo la nonna che ascoltava Liguori e Cavallina al mitico “Chiamate Roma 3131”): ancora oggi ascolto ogni giorno “Prima Pagina”. Ma, talvolta, mi rendo conto che questa possibilità è un’arma a doppio taglio e rimpiango i tempi in cui agli ascoltatori era interdetto dare un qualsivoglia parere o porre qualche domanda: se si è sfortunati accade quello che è accaduto domenica sera. Dall’ascoltatore che saluta “il grande opinionista (!) Cabrini” (e qui ci starebbe bene quell’espressione vernacolare romanesca che fa rima con rigatoni) a quello che saluta “Ingrassia” a quello che bacchetta Mazzeo perché “sembra che certe volte sia al bar a parlare con gli amici” (come no, allora Delfino qualche volta sta al circolo della caccia e pesca). Va beh, dai, almeno mi sono fatto quattro risate. Ma se penso che, più di qualche volta, per ascoltare simili perle non viene trasmesso il blob dei gol…
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