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mercoledì 8 gennaio 2014

Clamoroso allo Juventus Stadium

di Marco D'Alessandro - "Io mi preparo come uno scolaretto perchè non si sa mai: se siamo in due e il collega non arriva? Oppure arriva ma è senza voce? Oppure succede un qualunque accidente? Ecco, meglio essere pronti per qualunque evenienza".
Così parlò Tarcisio Mazzeo al nostro "Dietro al Microfono" dello scorso 1 Febbraio 2013, intervistato dal nostro Massimo Verona.
Tarcisio, ovvero, l'uomo dell'evenienza, la voce di una delle più grosse sorprese di 54 anni di storia e leggenda di "Tutto il calcio minuto per minuto" e famiglia.
La madre di tutte le partite di questa prima metà di campionato, lo scontro tra prima e seconda in classifica, la partitissima, la più attesa e probabilmente la più ascoltata: Juventus-Roma.
Una radiocronaca assegnata al vocione e al calore del tradizionale Francesco Repice, la voce della radiocronaca che stavano tutti aspettando da due settimane, complice la pausa festiva e il carico da novanta che ha sfociato, come ormai inevitabile in questo Paese, nell'abbattere i confini del confronto sportivo.
Succede qualcosa di strano nei collegamenti della più immediata vigilia in Domenica Sport. Il mai troppo scintillante Paolo Zauli chiama in causa lo Stadium e.. "buonasera alle nostre ascoltatrici e ai nostri ascoltatori".
L'accento della voce che esce dal diffusore non è quello calabrese ma genovese, il saluto da vero galantuomo è quello che usa di consuetudine il buon Tarcisio per le sue dirette. La spalla ideale, la seconda voce preferita dai radioascoltatori. Chissà, magari è solo un coup de theatre della coppia per aprire la radiocronaca con un effetto speciale.
"Affianco a noi, Francesco..". Ah, ecco. No, aspetta. Francesco Marino, che ci accompagnerà nella radiocronaca. E che ritorna a farsi sentire sulle onde di Radio Rai, come i lettori più attenti ricorderanno di alcune presenze da Napoli e Torino alla fine degli anni '90, come corrispondente prima della redazione campana e poi piemontese, dal quale segue quotidianamente per Rai Sport e il TGR Piemonte, le vicende di Torino e Juventus.
Prende corpo il colpo di scena e quella che nella luminosa carriera a 360 gradi di Tarcisio Mazzeo, sarà un fiore all'occhiello. Un giorno potrà raccontare ai nipotini di aver raccontato una partita (e che partita!) che in passato fu pane di Ameri e Ciotti. La fortuna nella sfortuna altrui. Clamoroso al Cibali. Anzi, allo Juventus Stadium.



Tarcisio Mazzeo non è tra i "titolari" delle radiocronache integrali come Repice, Delfino, Bisantis e Scaramuzzino, ma proprio nelle ultime settimane è stata una delle voci che sono state più "rafforzate" nel team capitanato da Riccardo Cucchi, coinvolgendolo nei 90 minuti anche da prima voce in Serie A e B, con buoni risultati, dopo il debutto nel Mondiale sudafricano del 2010 in cui ci stupì in radiocronache come Spagna-Svizzera 0-1 (ad oggi l'unica sconfitta del mirabolante ciclo spagnolo del tikitaka) o addirittura i 120 minuti di Stati Uniti-Ghana 1-2.
La sostituzione non era delle più facili, considerata la portata dell'evento. Un po' come salire su una Formula 1 all'improvviso. Complimentandoci con l'amico Tarcisio per essersela "cavata", ci ha però voluto precisare come in realtà, per un radiocronista, il lavoraccio non arriva quando ci sono due squadre titolate e conosciute che fanno il partitone, ma di fronte a due piccole che offrono il più disarmante degli zero a zero.
Juve-Roma è comunque un compito gravoso, anche perché il fantasma di Francesco Repice aleggia inevitabilmente e tanti ascoltatori ci possono essere rimasti male a non poterlo sentire proprio nello scontro diretto dopo essersi fatti l'acquolina alla bocca. Mazzeo non è Repice e non può esserlo, ma ce la mette tutta e se magari non ha la classe di Totti e Vucinic, ha sicuramente i polmoni di Vidal e il cuore di Tevez: i due protagonisti dell'azione che sblocca il match. Un azione che Tarcisio ci ha descritto facendola "vedere" alla radio, per filo e per segno: la rimessa laterale, il lavoro di Tevez, l'inserimento e il gol in diagonale sul primo palo. C'è tutto. Francesco Marino s'integra bene, ha un buon ritmo e una buona parlantina, tempi giusti, da l'impressione anche di più radiofonico che televisivo, sembra migliore di alcune seconde voci che sentiamo abitudinalmente, riesce a salvare Tarcisio dai guai quando c'è un momentino di incomprensione e incertezza, in particolare sulle due espulsioni ai giallorossi. Per la Zebra diventa un trionfo per la prima Fuga lassù, per la Lupa la delusione della prima sconfitta di questo campionato. E per Tarcisio Mazzeo è Tombola, proprio sulla Zona Cesarini delle festività natalizie. La partita delle partite così come il giorno della prima volta in quel 27 Aprile del 1997, quando Genoa-Castel di Sangro 1-3 di Serie B sarebbe dovuta essere di Paolo Paganini che invece non si presentò e per Tarcisio Mazzeo fu esordio in Tutto il calcio minuto per minuto da prima voce: "Io ero al Ferraris per il Telegiornale, nella cabina accanto. Al primo giro dei campi, Provenzali chiamò Paganini e ovviamente non rispose nessuno, allora il tecnico mi disse: Falla tu, altrimenti che figura facciamo? Provai a chiamare qualcuno ma non ebbi alcuna risposta: dovendo decidere da solo, sul momento, pensai che al massimo mi avrebbero detto di non farlo più. Invece non successe niente: non mi ringraziarono e non mi rimproverarono. Di lì a qualche settimana mi convocarono per un Sampdoria-Bari in notturna, in coppia con Emanuele Dotto". Il Tarcisio che probabilmente ancora non armeggiava con l'ormai celeberrimo quadernetto, superstar de La Cabina di Gabriele Majo.

E in tutto ciò, Francesco Repice diventa il grandissimo assente della seratona. Una gastroenterite lo ha messo ko a poche ore dal calcio d'inizio: "Grazie a tutti per gli auguri. Adesso va meglio, ma la gastroenterite è davvero una brutta bestia. Ci sentiamo domenica per Toro-Fiorentina e lunedì sera per Inter-Chievo. A tutti coloro che hanno ironizzato sulla "influenza tattica" auguro di NON passare mai una serata come quello che ho passato io domenica". Ha così scritto e riferito sulla sua Fan Page ufficiale di Facebook, rispondendo anche a qualche malignità di troppo di certi Pulitzer che in realtà sentenziavano di una rinuncia per seguire in pace e tranquillità la sua squadra del cuore nella notte più tesa. Teoristi "ad minchiam" (come avrebbe detto il grande Franco Scoglio) che non sanno che i radiocronisti per andare sui campi vengono pagati e che dimenticano che Francesco ha già avuto modo di raccontare gioie e dolori dei suoi colori, da professionista qual'è.
Destino ha voluto che ancora una volta sia stato costretto per cause di forza maggiore a non poter raccontare una sfida tra bianconeri e giallorossi: successe proprio l'anno scorso, per gravi motivi familiari, di aver dovuto dare forfait per Roma-Juventus 1-0, partita che fu poi destinata a Giovanni Scaramuzzino, con gli spezzoni all'interno del Festival di Sanremo.

La storia racconta di vari forfait e imprevisti sventati all'ultimissimo momento: ricorderete quando la telecronaca della finale del Mondiale Usa '94, in tv, fu introdotta da Carlo Nesti: "Pizzul fu chiamato da Irene Pivetti, allora Presidente della Camera, perchè voleva che leggesse, all'inizio della partita, un discorso del Presidente Scalfaro. Il problema è che la chiamata avvenne tardi, a soli 30 minuti dall'inizio del match, il tutto in uno stadio completamente esaurito e dove la vigilanza era spietata. Pizzul purtroppo dimenticò il biglietto - allora non bastava l'accredito, che lui aveva al collo - quando andò in tribuna d'onore, e purtroppo non riuscì a tornare in tribuna stampa, perchè non volevano farlo passare - racconta il noto giornalista piemontese in un'intervista a fantagazzetta.com - I tecnici allora mi chiesero di prepararmi, perché la telecronaca cominciava un quarto d'ora prima della finale. E quindi iniziai, in maniera molto soft, ad introdurre la partita ed anche Pizzul, facendola così sembrare una cosa quasi voluta. La gente non si accorse di nulla, ma noi c'accorgemmo eccome di quanto era accaduto: Bruno, che è una persona molto serena e distaccata, arrivò in condizioni mai viste, accaldatissimo e spaventato. Per fortuna arrivò, e dopo la pubblicità riprese la parola. Ho provato lo stato d'animo che prova un calciatore quando è in panchina e vede un suo compagno, magari il migliore, che si fa male: da un lato sei preoccupato per quanto sta accadendo a lui, ma c'è anche un sentimento opposto: perché ti rendi conto che hai la tua grande opportunità.".

Livio Forma cominciò una radiocronaca di un Parma-Bologna in ritardo. Raccontò in un'intervista al nostro Roberto Pelucchi: "L’unica volta che sono arrivato in ritardo ad una partita. Ero a Udine e dovevo trasferirmi a Parma, il giorno successivo, per Parma-Bologna. Sono partito la domenica mattina alle 10, il derby era serale. Arrivato in treno a Ferrara, la linea si è interrotta per tre ore gettandomi nel panico. A Bologna ho preso al volo il treno per Parma. Poi un taxi mi ha portato al Tardini. Sono arrivato all’8’ del primo tempo. Al microfono mi ha sostituito il collega Pierpaolo Cattozzi". Il 10 Marzo del 2012,  il maresciallo Tonino Raffa arrivò in ritardo al Franco Ossola di Masnago per Varese-Empoli 0-1 di Serie B, a Tutto il calcio già iniziato e gol già realizzato: "Il traffico aereo fa brutti scherzi.."

Morale della favola, Juventus-Roma 3-0 ci ricorda quanto può essere il ruolo del panchinaro che entra nella partita in corso e la fa diventare la sua serata. Succede per chi veste calzoncini e scarpette, succede per chi attraverso la propria voce e il microfono, deve raccontare.

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