
Il paragone calcistico diventa un tormentone del weekend, con Leo Turrini che ripropone il parallelo tra il tedeschino e Rudi Garcia, poi ripreso anche da Delfino prima dello start di domenica. Mark Webber, dopo la pole position del sabato, si candida al ruolo di Marco Borriello delle quattro ruote, speranzoso di primo centro dopo un'astinenza di parecchi mesi e alla ricerca dell'ultimo successo in carriera, prima di congedarsi dalla Red Bull e da questo sport.
Leo Turrini invita i ferraristi a tirare su il morale: non è facile, davanti alla prima qualifica di Alonso fuori dalla top-ten e dall'ultima manche, ancora una volta alle spalle del bistrattato Massa. Radiocronaca delle fasi salienti della pole position.
Dobbiamo dire che quello della gara di Domenica non è stato il miglior Giulio Delfino. Un po' di stanchezza e voglia di 2014 si sente, con statistiche probabilmente ripetute eccessivamente (ma giusta enfasi per il Campione) e quell'insana voglia di tafazzismo nel ricordare a più riprese la beffa in cui la Ferrari incappò del 2010. Obiettivamente esagerato lo spazio che Corsini concede al finale della corsa, addirittura 5 minuti all'interno di "Tutto il calcio". Non molto efficace al via, quando si perde il sorpasso di Vettel e, altro neo, non evidenzia quello che è stato l'episodio che ha fatto più parlare dopo la corsa: la manovra con annessi attributi di Alonso in uscita dall'ultimo post, con cui ha difeso la posizione da Vergne, saltando sui cordoli, finendo sotto inchiesta dei commissari, venendo poi assolto e costretto ad una visita in ospedale. Una manovra spettacolare, tutta umana, senza bisogno di dispositivi e aggeggi, che ci ha restituito il miglior Alonso in formato "animale", come poi evidenziato nel finale da Giulio, dopo una strategia azzeccata della Ferrari, che ha consentito allo spagnolo di montare gomme più fresche nella parte finale di corsa e di regalarci i sorpassi a Hamilton e Di Resta, che ci consolano davanti ad una Ferrari, fuori dal podio per la quarta gara consecutiva, che vive un momento "da Milan". Un Alonso che, sempre giocando sul paragone calcistico, sembra il Kaka che tenta di trascinare un Milan in crisi d'identità. Sembrava un Fernando che avesse ormai mollato la sua caratteristica "garra", tanto da essere relegato alle spalle di Massa e rischiarci anche il patatrac in un tentativo di sorpasso: nulla di più sbagliato. Chi invece non farebbe una scelta sbagliata a chiudere qui il 2013 è senz'altro Kimi Raikkonen: la sua fine del rapporto con la Lotus è ufficialmente un caso, tanto che il prossimo ferrarista minaccia di non correre gli ultimi due Gran Premi, a causa del mancato pagamento degli stipendi. La crisi c'è anche nella Formula Uno che corre nei deserti degli sceicchi e dell'Etihad, ma nel mondo di Ecclestone sono più bravi a non farla vedere. A parte le eccezioni. A proposito: è stato l'ultimo Gran Premio criptato del primo campionato con la nuova formula televisiva che ha privilegiato la tv a pagamento. Se anche i prossimi campionati del Mondo avranno contenuti così noiosi come quelli del 2013, la Formula Uno è destinata a perdere il suo appeal storico ed allontanare, sempre di più, gli spettatori.
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