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lunedì 4 novembre 2013

La Roma e Vettel: Delfino voce dei Record

di Marco D'Alessandro - Il Rudi Garcia di Radio Rai e il Josè Mourinho della carta stampata, sono tra i pochi salvavita di un finale di Mondiale che stancamente si avvicina all'esaurimento. Tutti stanchi tranne uno, ovviamente. Ed è anche troppo facile dire di chi si sta parlando. Vettel vince con nonchalance ed una freschezza da inizio stagione (uno dei segreti del suo successo), fa corsa a sé stesso, è in testa fin dalla prima curva nonostante non avesse acchiappato la pole, rifila almeno mezzo minuto a chi è secondo e festeggia replicando le ciambelle a ruote fumanti nel giro d'onore che avevano avuto lo strascico polemico per l'insulsa multa in India, ora evitata perché i "donuts" sono stati fatti furbescamente e anche provocatoriamente fuori carreggiata e vicino al pubblico. Un Vettel contro la storia e contro sé stesso che è stato il leit-motiv delle radiocronache e dei commenti alla radio. E un Giulio Delfino in formato voce ufficiale dei record: Vettel che eguaglia le sette vittorie consecutive di Schumacher e la coppia Red Bull che aggancia quelle di Senna e Prost, dopo la  la palpitante radiocronaca e la celebrazione della decima partita a punteggio pieno della Roma di Rudi Garcia. Ed allora, perché no, facciamo un passo indietro e torniamo un pochino alle origini di questa rubrica, omaggiamo e riproponiamo la radiocronaca calcistica di Roma-Chievo 1-0, con le voci di Giulio Delfino e Massimiliano Graziani, per "una Roma da dieci e lode".



Il paragone calcistico diventa un tormentone del weekend, con Leo Turrini che ripropone il parallelo tra il tedeschino e Rudi Garcia, poi ripreso anche da Delfino prima dello start di domenica. Mark Webber, dopo la pole position del sabato, si candida al ruolo di Marco Borriello delle quattro ruote, speranzoso di primo centro dopo un'astinenza di parecchi mesi e alla ricerca dell'ultimo successo in carriera, prima di congedarsi dalla Red Bull e da questo sport.



Leo Turrini invita i ferraristi a tirare su il morale: non è facile, davanti alla prima qualifica di Alonso fuori dalla top-ten e dall'ultima manche, ancora una volta alle spalle del bistrattato Massa. Radiocronaca delle fasi salienti della pole position.



Dobbiamo dire che quello della gara di Domenica non è stato il miglior Giulio Delfino. Un po' di stanchezza e voglia di 2014 si sente, con statistiche probabilmente ripetute eccessivamente (ma giusta enfasi per il Campione) e quell'insana voglia di tafazzismo nel ricordare a più riprese la beffa in cui la Ferrari incappò del 2010. Obiettivamente esagerato lo spazio che Corsini concede al finale della corsa, addirittura 5 minuti all'interno di "Tutto il calcio". Non molto efficace al via, quando si perde il sorpasso di Vettel e, altro neo, non evidenzia quello che è stato l'episodio che ha fatto più parlare dopo la corsa: la manovra con annessi attributi di Alonso in uscita dall'ultimo post, con cui ha difeso la posizione da Vergne, saltando sui cordoli, finendo sotto inchiesta dei commissari, venendo poi assolto e costretto ad una visita in ospedale. Una manovra spettacolare, tutta umana, senza bisogno di dispositivi e aggeggi, che ci ha restituito il miglior Alonso in formato "animale", come poi evidenziato nel finale da Giulio, dopo una strategia azzeccata della Ferrari, che ha consentito allo spagnolo di montare gomme più fresche nella parte finale di corsa e di regalarci i sorpassi a Hamilton e Di Resta, che ci consolano davanti ad una Ferrari, fuori dal podio per la quarta gara consecutiva, che vive un momento "da Milan". Un Alonso che, sempre giocando sul paragone calcistico, sembra il Kaka che tenta di trascinare un Milan in crisi d'identità. Sembrava un Fernando che avesse ormai mollato la sua caratteristica "garra", tanto da essere relegato alle spalle di Massa e rischiarci anche il patatrac in un tentativo di sorpasso: nulla di più sbagliato. Chi invece non farebbe una scelta sbagliata a chiudere qui il 2013 è senz'altro Kimi Raikkonen: la sua fine del rapporto con la Lotus è ufficialmente un caso, tanto che il prossimo ferrarista minaccia di non correre gli ultimi due Gran Premi, a causa del mancato pagamento degli stipendi. La crisi c'è anche nella Formula Uno che corre nei deserti degli sceicchi e dell'Etihad, ma nel mondo di Ecclestone sono più bravi a non farla vedere. A parte le eccezioni. A proposito: è stato l'ultimo Gran Premio criptato del primo campionato con la nuova formula televisiva che ha privilegiato la tv a pagamento. Se anche i prossimi campionati del Mondo avranno contenuti così noiosi come quelli del 2013, la Formula Uno è destinata a perdere il suo appeal storico ed allontanare, sempre di più, gli spettatori.


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