di Marco D'Alessandro - A Valencia è calata la bandiera a scacchi sul migliore campionato motoristico dell'anno 2013, più seguito e coperto dalla Radio. Parliamo del più avvincente Mondiale MotoGP degli ultimi anni, con un campione del mondo che fa storia: Marc Marquez, classe 1993 (stessa età dello juventino Paul Pogba, è stata la loro domenica), è il più giovane iridato di sempre ed in qualità di rookie, ovvero: da esordiente. Un titolo meritato dopo una cavalcata che ha sbalordito appassionati e non, ma anche chi già giurava sulle sue qualità alla vigilia del suo debutto. Si preannunciava un giovane fenomeno, è andato perfino oltre le più rosee aspettative: la memoria ricorda rari debutti di giovani capaci di impressionare così tanto. Lo ha fatto anche senza vincere quest'ultima gara decisiva di Valencia, correndo da calcolatore e da consumato 30enne una gara decisiva che nella storia delle corse a due e a quattro ruote, sconfiggendo l'inevitabile peso della pressione che minaccia in appuntamenti del genere: figuriamoci se si parla di un esordiente di 20 anni mai impaurito, mai troppo timido nella sua guida superba. L'adrenalina, l'aggressività e lo spettacolo ce l'ha regalata nelle varie tappe di questa sua cavalcata vincente, con l'impressionante bottino di tutte le gare concluse sul podio, in particolare modo nella fase centrale del campionato, quando ha raggranellato una serie di vittorie consecutive, alcune colte su tracciati su cui ha corso per la prima volta nella carriera. Una su tutte, la vittoria di Laguna Seca che a tutti ha dato la sensazione di aver inaugurato una nuova era, con il sorpasso al limite ad un certo Valentino Rossi alla leggendaria curva in discesa del Cavatappi. L'allievo che sverniciava il maestro con tanto di punto esclamativo, approfittando anche delle sfortune del diretto concorrente.
Merita un applauso scrosciante e della stessa intensità anche Jorge Lorenzo, campione del mondo uscente, avrebbe meritato la riconferma. Raramente come quest'anno, ci sarebbe stato bisogno di assegnare due titoli iridati per due piloti. Con una moto meno veloce e con un'estate di grande sofferenza dopo un incidente e un infortunio, è rimasto in competizione fino all'ultimo chilometro e, a parziale consolazione, ha totalizzato più vittorie (8) rispetto a Marquez (6). Gran pilota che si è dimostrato anche personaggio positivo, quando corse il Gran Premio d'Olanda con il dolore dell'infortunio, i cronisti gli diedero dell'eroe e rispose: "I veri eroi sono altri..".
Mondiale bellissimo che nelle gare ha visto protagonista anche un terzo spagnolo, Dani Pedrosa: pilota di buonissimo valore al quale però manca sempre il classico centesimo per fare un euro per poter rimanere al livello dei primissimi.
E' un epoca spagnoleggiante nel presente e nel futuro dei centauri. Ormai è un lontano ricordo quell'epoca in cui era il nostro tricolore a monopolizzare il Motomondiale: Biaggi, Melandri, Capirossi, la Ducati e Valentino Rossi. Il Dottore, l'ultimo baluardo, che però è al terzo anno consecutivo in cui non è stato in grado di essere competitivo. Tornava al vecchio amore Yamaha, dopo il sogno finito in frantumi del campionissimo italiano sulla moto italiana. Il primo anno lo ha visto costantemente lontano dal trio spagnolo, nonostante l'avvio scoppiettante della prima gara in Qatar in cui ci regalò un duello da vecchi tempi con Marquez, nonostante l'unica vittoria stagionale ad Assen. La triste verità è che il 2013 del leggendario Valentino Rossi non può andare oltre il voto 6 di stima per quel che è stato e la sensazione è proprio quella di un'era sul viale del tramonto. Basteranno delle rivoluzioni di uomini-squadra in Yamaha per riconsegnarci nel 2014 il Vale di sempre? La speranza è che sia così, realisticamente abbiamo paura di no. E la "crisi nerissima" coinvolge anche il marchio storico della Ducati, alla stagione peggiore della sua storia recente.
Questa è stata la sintesi della radiocronaca del Gran Premio di Valencia, nel racconto della voce delle due ruote, Nico Forletta. Montaggio curato dal nostro Fabio Stellato, di cui in questo 2013 sono stato un filino invidioso, da appassionato e "collaboratore" di Formula Uno per il blog. Un gran Mondiale di MotoGP in pista, ottimamente coperto e raccontato sulle onde di Radio Rai. Più weekend seguiti direttamente sul posto rispetto alla F1, Nico Forletta sempre all'altezza dello spettacolo: rispetto a Giulio Delfino paga solamente una parlatina meno fluida e veloce, ma le sue radiocronache motociclistiche hanno portato un indubbio miglioramento rispetto ai tempi del pur competente ma algido Paolo Zauli. Lodevole la scelta di arricchire la cronaca e affidarsi sempre più spesso a "spalle" esperte in radiocronaca diretta, come è stato per i commenti di Enrico Borghi, firma di Motosprint, ma anche di Massimo Angeletti di Raisport e dello stesso Paolo Zauli.
Parlando di Motociclismo raccontato, dobbiamo anche sottolineare che per l'epoca televisiva si sta chiudendo un'era. Siamo un blog di Radio, ma da sempre con un occhio e un orecchio attento a tutto ciò che circumnaviga il giornalismo sportivo. Dal 2014, la pay tv di Sky catturerà le dirette anche delle Moto, dopo la F1, e con tutta probabilità, il pubblico perderà la possibilità di godersi le gare gratuitamente in chiaro sulle reti Mediaset, con la telecronaca di una voce che dal 2002, piaccia o meno, ha contributo a far pubblicità a questo sport: Guido Meda. Un narratore spesso esagerato nelle urla, ma uno di quei cronisti che vive assieme a certe imprese sportive e diventano la voce di uno sport di cui ne avvicinano il pubblico, come avveniva ai tempi di Giampiero Galeazzi e il canottaggio. Mancherà.
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lunedì 11 novembre 2013
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