Oggi scatta ufficialmente la stagione 2013/2014 del pallone radiofonico, col calcio d'inizio dell'amichevole Italia-Argentina allo Stadio Olimpico di Roma.
E noi lasciamo definitivamente alle spalle il 2012/2013 rivivendolo con quella parola e il sottofondo che più ci piace. Due minuti e mezzo per riascoltare uno accanto all'altro, i "rete" che hanno scandito la stagione nell'attesa della parola più attesa ed amata del calcio raccontato.
La parola che in radio e solo in radio ha quel potere magico. Sempre diversa una dall'altra, per la voce e per la scansione. Modellabile in ogni modo. Può essere secco e deciso, con la rrrrr che si arrotola e la lingua sciabolante, con la eeee finale che si allunga, crescente o decrescente, ripetuto per importanza, urlato e distruggi-timpani, ruggente, elegante con voce pulita, con rincorsa o con l'ultima riserva di fiato e tossine, gioioso o costernato, al telefono o al microfono, accompagnato da un boato fragoroso o da un silenzio.
La parola con più stile e più musicalità del calcio italiano. Parola da salvaguardare come il Panda, di fronte alle invasioni dei nomi e cognomi urlati a mo' di speaker o alle parole sempre più allungate che cancellano il "rete" e il "gol" e magari non danno l'immediatezza della notizia a chi ascolta alla radio, ma dando un'impronta molto più televisiva al momento saliente. Vade retro. Lunga vita alla rete e buona stagione a tutti. Ormai manca poco, per fortuna.
Curiosità: nel corso della scorsa stagione, un nuovo spot è andato in onda su Radiouno per pubblicizzare la diffusione del verbo della radiocronaca sul mondo del web. Sono 53 anni che la palla va in rete in Tutto il calcio, adesso in rete ci va Tutto il calcio.
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