A conclusione di questa settimana dedicata alla nazionale, Gabriele Majo ha raccolto per www.stadiotardini.com e www.tuttoilcalcioblog.it le parole di Bruno Gentili, che dopo l'amichevole Italia-Francia ha lasciato la poltrona di prima voce della Nazionale Italiana, sostituito da Stefano Bizzotto.
Allo stadio Tardini di Parma Bruno Gentili ha effettuato – mercoledì sera 14 novembre 2012, per Italia-Francia 1-2 – la sua ultima telecronaca azzurra per la RAI. E proprio con stadiotardini.com (e tuttoilcalcioblog.it) ha accettato di parlare del suo avvicendamento con Stefano Bizzotto, che prende di nuovo in mano il microfono della Tv di stato per il racconto delle partite della Nazionale, già impugnato, in alternanza con Gianni Cerqueti, per un breve periodo successivo al Mondiale 2002, l’ultimo commentato da Bruno Pizzul.
Il passaggio di consegne, in modo soft, è avvenuto mercoledì, quando “il tedesco” ha fatto da seconda voce all’ex “radiofonico” (e i due ci sono parsi piuttosto amalgamati) con una formula che in futuro potrebbe esser replicata dalla Rai.
Stando a quanto rivelatoci da Gentili, durante la chiacchierata telefonica di ieri, in futuro il commento tecnico che di solito è appannaggio di ex calciatori o allenatori, potrebbe esser affidato a un giornalista interno alla redazione, anche per motivi di spending review, imitando il modello vincente della radio.
E’ evidente che Bruno Gentili non possa sprizzare gioia da tutti i pori per esser arrivato al punto finale della sua carriera di telecronista azzurro, ma ci assicura “di non aver amarezza”, perché quello che da qualcuno era stato letto come una sorta di esonero, era già in realtà programmato da tempo: “Col direttore eravamo d’accordo che avrei fatto il biennio, invece dopo l’Europeo ho commentato anche qualche partita in più”… Anche se per continuare a fare il telecronista azzurro Gentili dovette a suo tempo rinunziare alla carica di Vice direttore di Rai Sport.
“Quando fui io a subentrare a Marco Civoli – spiega Bruno Gentili – vennero stabiliti accordi anche sul futuro cambio della guardia”. Era il 10 agosto 2010, data d’esordio di Cesare Prandelli sulla panchina azzurra (Italia sconfitta per 1-0 a Londra dalla Costa D’Avorio, in virtù della rete al 10’ del secondo tempo di Kolo Toure) quando con una formula analoga a quella di ieri sera (cioè il tandem tra telecronista uscente e quello entrante) Bruno Gentili affiancò Marco Civoli, prima di commentare, quale telecronista titolare il 3 settembre 2010 Estonia-Italia 2-1, gara di qualificazione di Euro 2012. Non fu un debutto felice, per colpa della réclame chiamata intempestivamente: il gol di Cassano, infatti, venne oscurato dalla pubblicità e gli piovvero addosso diverse critiche, tra cui quelle di Aldo Grasso, che sul Corsera lo definì, tra l’altro, “retorico ed ampolloso”.
Gentili, in quella occasione, in una intervista esclusiva concessa sempre al sottoscritto per tuttoilcalcioblog.it (alla direzione di stadiotardini.com sarei arrivato solo qualche settimana dopo) replicò autodefinendosi, al contrario, “asciutto e concreto”. Ma a due anni e due mesi da quei fatti, come leggerete più avanti, dei tanti rilievi che gli sono piovuti addosso durante il suo mandato, Gentili riconoscerà per utili e costruttivi proprio quelli di Aldo Grasso. Avvicendamento programmato, dunque, ma considerando le lunghissime dominazioni di Nando Martellini (18 anni) e Bruno Pizzul (16, anche se costretto a lasciare con 10 mesi di anticipo il ruolo, per scelta dell’allora Dg Francia, che lo pensionò anzitempo) può sembrare innaturale: del resto, però, la successione al telecronista azzurro più amato di tutti i tempi (lo ha sancito un recente sondaggio della Gazzetta dello Sport) è stata un po’ tormentata, con il naturale erede Carlo Nesti bypassato e appunto con le staffette tra i vari Cerqueti, Bizzotto, Civoli e Gentili. E se questi avvicendamenti, secondo il direttore di Rai Sport Eugenio De Paoli aiutano la “valorizzazione delle professionalità della testata”, a mio modesto avviso, invece, non consentono al telespettatore di affezionarsi, per via del continuo tourbillon. Ma Bruno Gentili, accettando dignitosamente gli ordini superiori, parla da aziendalista: “Intanto non esco dal giro della Nazionale, dal momento che affiancherò fino ai mondiali del 2014, Marco Mazzocchi nelle presentation.
Specificato questo, però, è bene che si ricordi come l’offerta televisiva sia nel frattempo cambiata: prima la Rai aveva una copertura esclusiva e totale del prodotto calcio e non c’era concorrenza. Oggi, invece, il panorama è ben diverso ed ampliato. Ecco l’esigenza del rinnovamento, ma con il mantenimento dello stile Rai, che ha un proprio preciso ruolo istituzionale. Io, appunto, ho cercato di unire il nuovo con il vecchio. Comunque io condivido in pieno questa opera di rinnovamento, lasciando alla gente ampia possibilità di scelta. E’ giusto poter offrire anche stili diversi”.
Tra le critiche mosse, spesso anche con durezza, quella di essere un po’ troppo radiofonico per fare il televisivo: c’è chi ha sostenuto che Carosio e Martellini – che lo avevano preceduto nel gran balzo dalla Radio alla TV – avessero saputo fare di meglio: “Il primo a muovermi questo appunto fu Aldo Grasso, in occasione della mia prima telecronaca. Appunto che condivido in pieno, intanto perché Aldo Grasso è un vero e proprio punto di riferimento, e poi perché era vero che all’inizio io ero stato un po’ troppo radiofonico. Del resto, però, mi venne esplicitamente richiesto di dare quel tipo di impronta, di portare qualcosa di differente. Certo dopo 28 anni di radio era normale che alla prima in Tv potessi pronunciare qualche frase tipica di quelle gergali che si usano nel calcio parlato, ma poi col tempo ho cercato di emendarmi. Non sto qui a nascondere le incertezze dell’esordio, però va anche considerato che erano cinque anni, da quando ero passato in TV, che non facevo cronache ed ero assolutamente a digiuno anche di allenamenti, poiché mi era stata affidata sì la Nazionale, ma non la Champions o la Coppa Italia, e dunque non avevo certo modo di fare palestra e abituarmi al mezzo televisivo, così diverso dalla radio”. Non gli ha certo facilitato il compito – del resto già come a Civoli, che passava per esser troppo “compassato” – la dilagante moda del moderno racconto del calcio stile-Sky dell’immaginifico e pittoresco Fabio Caressa, le cui espressioni tipo “Chiudete le valigie amici, andiamo a Berlino! Andiamo a prenderci la coppa!” hanno fatto breccia nel popolino dei tifosi: “A me – prosegue Gentili – non piace appiattirmi e scimmiottare gli altri: io sono per gli stili personali. A me quelli di Sky sembrano tutti uguali: parlano tutti allo stesso modo, usano tutti la stessa terminologia, hanno tutti la stessa cadenza, tutti lo stesso tono di voce. In Rai non è così.
Ognuno ha il suo stile e siamo tutti diversi e credo che sia anche bello per il telespettatore poter scegliere la caratterizzazione della telecronaca”. Si accennava alle tante critiche: sul Fatto Quotidiano, ad esempio, Piero Valesio, durante Euro 2012, non gli muoveva tanto dei rilievi personali “non che non sia competente”, ma “il punto è che Gentili è il simbolo perfetto di una Rai che quando racconta gli Europei 2012 non è che non ci metta l’impegno: sembra semplicemente appartenere ad un’altra epoca. I narratori del calcio Rai sembrano vecchi anche quando sono giovani o quasi: perché sono la loro cadenza, il loro linguaggio, le loro facce a non scrollarsi di dosso quell’aura di ipergarantiti dal sistema partitico che avuto addosso per anni. E quel sistema è oggi (per fortuna) quanto di più lontano ci sia dal modo di sentire di moltissimi nostri compatrioti, anche di coloro che continuano imperterriti ad appassionarsi per il pallone nonostante tutto ciò che sappiamo e che avremmo dovuto voler sapere molto prima”. Gentili sostiene: “Intanto non è vero che Collovati si sia fatto beccare, come hanno scritto loro, in un fuori onda mentre faceva una cronaca con me, perché io sono sempre stato affiancato da Beppe Dossena .
Ma molte delle critiche che mi sono state mosse sono inesatte, ci sono molte imprecisioni. E molte derivano soprattutto da twitter, preso come se fosse una fonte di verità assoluta, quando invece, dietro l’anonimato, lì ci si permettono licenze che in altri luoghi non si riscontrano. Preferisco, piuttosto, pensare ai grandi complimenti che mi hanno sempre riservato coloro che davvero conoscono il calcio come calciatori ed allenatori”.
E chissà se qualche volta Bruno si è chiesto: Ma chi me l’ha fatto fare: “Assolutamente mai. E’ stata una esperienza positiva. Durante gli Europei ho raccolto tantissimi consensi e sono davvero felice perché ho fatto davvero tutto quello che c’era da fare. E’ un ciclo che chiudo senza rammarichi ed anzi soddisfatto. Le critiche ci possono e ci devono stare se, come quelle di Aldo Grasso, costruttive e non acide, prevenute o precostituite di altri. Ora volto pagina e mi accingo a questa nuova esperienza come conduttore al fianco di Mazzocchi”. Mercoledì sera, invece, c’è stata la telecronaca a due con Bizzotto, senza commento tecnico di uno specialista: “E’ una linea che avremmo dovuto da tempo sposare. E’ tanto che in Rai si parla della prospettiva di mettere accanto al telecronista un giornalista con il compito di effettuare il commento tecnico: e infatti una soluzione poteva essere quella di consolidare la coppia Bizzotto-Gentili, ma se non lo si è fatto è perché c’erano difficoltà nel reperire un telecronista idoneo per l’Under 21, e la tendenza è quella di offrire la stessa tipologia di prodotto sia per la Nazionale maggiore che per l’Under oltre che per le partite di Coppa Italia”.
Sempre sul già citato Fatto Quotidiano, però, tirano la volata a “giovani molto capaci come Alberto Rimedio – che sostituirà Bizzotto nel commento dell’Under 21 – e Marco Lollobrigida) ma la Rai ha deciso per una scelta di rinnovamento a metà, riproponendo Bizzotto. Ai telespettatori il compito di giudicare se si rivelerà azzeccata”. Mercoledì sera Bizzotto e Gentili sono parsi piuttosto amalgamati: “Sì – conferma Bruno – c’era perfetta sintonia. Un’esperienza simile l’avevo vissuta all’esordio con Civoli, senza dimenticare che alla radio funziona proprio così: cioè con un giornalista che fa il commento tecnico, cosa che è possibile quando si ha a che fare con commentatori preparati e competenti.
In epoca di spending review, sarebbe indubbiamente un bel risparmio per l’azienda sempre alle prese con i tagli dei collaboratori. E’ chiaro che si tratterebbe di scegliere giornalisti che conoscano il calcio e non dicano banalità. Indubbiamente un giornalista, rispetto ad un allenatore o ex giocatore, conosce meglio i tempi di intervento e sa essere più efficace”. Argomentazione che non vuol essere certo una bocciatura per Beppe Dossena, che lo ha affiancato in questa esperienza: “Al contrario. Siamo sempre stati in perfetta sintonia. Non c’è stato alcun problema di intesa”. Facciamo un salto indietro con la macchina del tempo e torniamo a Tutto il Calcio Minuto per Minuto: “Trasmissione che rimane sempre nel mio cuore, non c’è niente da fare. Ammetto che la radiocronaca fosse più nelle mie corda rispetto alla telecronaca.
Però oggi la telecronaca la fa il regista, non il telecronista, costretto a commentare le immagini da lui proposte. In radio c’è più libertà e poi è più nel mio istinto: io parlo sempre a raffica, la telecronaca, per me, è più penalizzante perché devo rispettare delle pause e dei tempi che non sono nel mio DNA. Certo poi mi sono adeguato e se dovessi scegliere opterei per la radiocronaca che è molto più difficile, anche se la telecronaca comporta maggiori responsabilità, perché ti guardano tutti, c’è un riscontro immediato e se anche azzecchi 99 cose e ne sbagli 1 finisci sui giornali proprio per quella”. Ma, attenzione, questa non va letta come un’apertura per un eventuale ritorno di Gentili in radio: “Ormai quello è un capitolo chiuso. Io non guardo indietro di 28 o 30 anni; è giusto voltare pagina. Anche se la radio mi rimane nel cuore”. L’ultima telecronaca del radiofonico Gentili è stata al Tardini di Parma: “Una bellissima cornice di pubblico, con tanti giovani e tante donne, per la lodevole iniziativa della Federcalcio – anche se non mi sono stupito perché da subito la Nazionale di Prandelli ha avuto uno stretto contatto con la gente – che l’ha sostenuta anche nei pochi momenti difficili e che non ha mai smesso di incoraggiare gli azzurri. Davvero una bella serata anche nel ricordo delle due stagioni a Parma di Prandelli culminate con due quinti posti con relative qualificazioni Uefa”.
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venerdì 16 novembre 2012
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4 commenti:
La telecronaca senza spala tecnica, ma con due voci interne RAI, è cosa gia sperimentata, con successo, ad USA 94, quando la coppia Pizzul-Nesti commento' la Nazionale di Sacchi
Ciò non toglie che non sarebbe male riproporre la formula. Senza nulla togliere ai vari opinionisti in effetti i giornalisti (anche se non tutti) hanno migliori tempi di intervento, capacità di sintesi etc.
La formula della radio potrebbe essere riproposta con successo anche in Tv.
Io, essendo in cabina con Cucchi, della telecronaca di Gentili-Bizzotto ho sentito solo pochi spezzoni, ma mi erano parsi bene amalgamati.
Cordialmente
Gmajo
Condivido il pensiero di Majo...ed il precedente gia citato di USA 94,fu un precedente che ebbe un certo successo, fermo restando, che da nostalgico, io sarei sempre e comunque per la telecronaca ad una voce.
A Euro '96 quasi tutte le partite furono commentate da una coppia di giornalisti: Pizzul-Nesti per l'Italia, ma anche Nesti-Bizzotto, Cerqueti-Icardi e Civoli-Cerqueti.
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