Torno a scrivere, dopo aver avuto parecchi problemi tecnici che mi hanno negato, tra l'altro, il privilegio di dire la mia su una partita che, citando Tarcisio Mazzeo, è stata più da campionati dilettantistici che da vertice della Serie A. Quella Serie A che, fino all'altro ieri, era il campionato più bello del mondo e che oggi è, forse, uno dei peggiori del mondo. Juventus - Napoli, in effetti, era solo un indizio rispetto a quello che è accaduto in questa, miserissima, tre giorni di coppe. Che si potrebbero commentare in una parola sola: umiliante.
Se non fosse stato per il gol di Rodrigo Palacio all'88' di Inter - Partizan di Europa League, oggi staremo qui a commentare la peggiore disfatta italica di sempre, e cioè una tre giorni di Coppe (parlando, esclusivamente, delle fasi eliminatorie) senza un solo successo italiano. Il blitz dell'Inter, in una partita soffertissima dove i nerazzurri non avrebbero forse meritato la vittoria, limita la debacle italiana: il record negativo è solo eguagliato. Ma, se ci fosse una "classifica avulsa" delle figuracce, questo matchweek sarebbe di gran lunga il punto più basso, visto che, nei sei precedenti (il primo datato 14 settembre 2010), c'era stato sempre almeno un big-match in Champions contro Bayern Monaco, Real Madrid, Barcellona o Chelsea (quest'ultimo rappresenta il precedente più recente, risalente al 18 settembre scorso). Qui, invece, le nostre carnefici sono state ben altre: Nordsjelland (chi?), Malaga (sono spagnoli, ma non sono né Barça né Real), Dnipro Dnipropetrovsk (eh?), Panathinaikos (ci può stare, dai...), Young Boys (cos'è? Un nuovo gruppo musicale "Nu Age"?). Insomma, tocchiamo il fondo più buio di questi ultimi due anni, anche se, lo sappiamo bene, la nostra crisi non inizia certo nel 2010, ma molto tempo prima, visto che proprio quell'anno il miracolo nerazzurro allungò semplicemente l'agonia del nostro ranking.
Però, beh... che dire. Una volta, nemmeno troppo tempo fa, quando si parlava di Dnipro, di Young Boys, di Nordsjelland e robe simili, si diceva "siamo i favoriti", si parlava di sorteggi morbidi. E magari, la preoccupazione era quella di affrontare logisticamente le trasferte. Invece, ora sembra che siano i nostri avversari ad esultare, quando si vedono accoppiati ad un'italiana. E può capitare che la Juventus, dominatrice di un campionato penoso e poverissimo come il nostro, diventi per degli sconosciuti danesi l'occasione di cogliere il primo gol e i primi punti in Champions (solo per puro caso, i punti non sono stati tre). Può capitare che il Milan, in un girone tra i più facili della sua storia, rischi di perdere persino l'Europa League. Può capitare che lo Young Boys, sconosciuta squadra svizzera, possa sperare in una miracolosa qualificazione in mezzo a Liverpool e Anzhi (ma come ha fatto, quest'Udinese, a vincere ad Anfield?). Può capitare che Dnipro domini un girone che, in teoria, sarebbe senza storia. Può capitare di essere umiliati. E capita, puntualmente.
Insomma: povertà. La povertà più assoluta. Il tutto mentre il Borussia Dortmund batte il Real Madrid e lo Schalke 04 espugna l'Emirates Stadium: il calcio tedesco ha tutto il diritto di starci davanti. E anche quello francese, al momento, meriterebbe di starci davanti, così come quello portoghese. Insomma: non ci resta che piangere. E piangiamo, nonostante, sulla carta, abbiamo una Juventus che dovrebbe essere, se non la prima, almeno la seconda alternativa al Barcellona (Buffon, Chiellini, Marchisio, Pirlo: vice-campioni d'Europa solo per caso?). E invece si diverte a fare spuntini di palle gol. Qualcuno potrebbe storcere il naso e parlare di sfortuna e basta: vogliamo forse negare che lo Shaktar, tre settimane fa, avrebbe strameritato di vincere a Torino? Insomma: il pari di Copenaghen compensa la fortuna avuta contro una di quelle squadre che, non troppo tempo fa, era considerata "abbordabile" dalle italiane. Ma la Juventus, in realtà, non è brillantissima come un anno fa, e lo si vede anche in campionato. Un campionato che si è ancor di più impoverito e questo la rende irraggiungibile lo stesso, per tutti. La qualificazione, comunque, è più possibile di quanto non dicano i media. E anche l'Inter del triplete di Mourihno aprì con tre pareggi, il primo dei quali contro i campioni in carica. Diamo tempo al tempo, insomma: la Juventus, almeno lei, si farà. Ma, come dice Buffon, in Europa serve qualcosa in più. E finora la Juventus non lo ha dato, poche storie. E nel fango europeo, al momento, ci sono anche i bianconeri, senza timore di smentita.
Chi piangono (o dovrebbero piangere), eccome, sono Milan e Napoli. Dei primi è quasi inutile parlarne: la loro crisi è cronica ed è totale: di gioco, di tattica, di idee. Il Malaga non è un cavallo di battaglia tremendo, eppure è lì, primo, a punteggio pieno. Perché è più forte di Zenit e Anderlecht sul piano tecnico, e del Milan, in questo caso anche nella testa. Il Milan visto in Spagna è qualcosa di sconfortante, proprio. Tre sole palle gol in novanta minuti, mentre quelle del Malaga, che hanno sprecato anche un rigore regalato dall'arbitro, non si possono neanche contare. E viene punito. Cosa aspettano a cacciare Allegri? Il Milan è solo una faccia, comunque, della crisi del pallone italico: in questo caso, contano le scelte dirigenziali sbagliate, i soldi che vengono spesi poco e male, le cessioni non compensate da buoni acquisti e altri mali tecnici. C'è poi un'altra faccia, la faccia peggiore: quella dello snobismo, quella de "l'Europa League è un fastidio, meglio andar fuori subito". Napoli, il Napoli. I presunti duellanti della Juventus, ieri, con la formazione titolare avrebbero vinto facile in Ucraina. E invece, 8/11 cambiati rispetto a Torino. Otto undicesimi! Ma si può? Il Dnipro diventa il Real Madrid e vince 3-1, centrando lo specchio della porta per un totale di quattro volte! Tutti e tre i gol, poi, sono gol tutt'altro che un'avanguardia della tecnica calcistica. Sono gol subiti da squadra dilettante o, forse, da squadra che vuole liberarsi del "fastidio"? Come giustificare certi gol presi? E' una vergogna, è una vergogna in senso assoluto quella che si è vista a Dnipropetrovsk. Napoli meriterebbe molto di più. L'Italia del pallone, meriterebbe molto di più...
Questo "molto di più", dopo Anfield, eravamo convinti potesse darlo l'Udinese. Invece, i friulani escono dominati da Zurigo, sconfitti dallo Young Boys: gli svizzeri, alla prima giornata, avevano fatto soffrire anche il Liverpool. Quindi, uno che dovrebbe pensare, allora? Che tre settimane fa, era il Liverpool ad essere troppo scarso e non l'Udinese ad essere troppo brava? O forse la verità è un'altra, e cioè che l'Udinese, quella sera, avesse beccato la serata giusta? Lo avesse fatto col Braga, sarebbe stato meglio, se poi si rischia anche di non superare il girone di EL, improvvisamente semplificatosi dopo la serata in Inghilterra e di nuovo in salita dopo l'1-3 di ieri. Dei non-vincenti, l'unica a meritare qualche giustificazione è la Lazio di Petkovic, l'unica delle "magnifiche sei" a giocare in un campo quantomeno complicato, e cioè quello di Atene, anche se un capitale come quello dato dall'autogol di Seitaridis non andrebbe mai sprecato. Si rifaranno al ritorno: in fondo, l'Europa League la stanno trattando bene, almeno loro. Va bene invece l'Inter, che soffre un po' troppo il Partizan, ma vince, ha sette punti, e basteranno tre punti nelle prossime due partite (di cui una in casa con gli azeri) per passare il turno. Chissà se l'Inter, come nel 2010, non sarà capace di darci una soddisfazione inattesa. Per ora, li ringraziamo per avere evitato la debacle totale dell'Italia. Le soddisfazioni di cui accennavamo le attendiamo soprattutto dalla Juventus, che si deve dare una svegliata. Almeno lei. Perché il calcio italiano tutto, in realtà, dovrebbe darsi una svegliata. Il problema, è che pare essere in coma irreversibile.
Mario Aiello
#TICBemozioni
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venerdì 26 ottobre 2012
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2 commenti:
Caro Mario, sono fondamentalmente d'accordo sulla tua disamina. Mi permetto solo di fare un piccolo appunto sul Milan. Piccolo parere da tifoso: è pacifico che oramai Allegri non ci stia capendo nula ed i continui cambi di modulo ed uomini lo dimostrano. Ma a mio avviso, il dito va puntato soprattutto su una società che, per tanti anni, è stata all'avanguardia e che oramai si accontenta di vivacchiare. Del Milan alla famiglia Berlusconi non interessa più niente, quanto a Galliani...beh, altro che "miglior dirigente italiano": è uno che ha dimostrato di non valere un Pradè o un Tare, gente che senza soldi, o quasi, ha scovato giocatori di ottimo livello (Lulic e Borja Valero, gisuto epr fare due nomi). Galliani oramai si affida solo a procuratori che sanno di potergli rifilare qualsiasi ciofeca, puerché a costo zero o quasi. Gente come Mesbah o Traoré una volta sarebbe entrata a Milanello solo per chiederE autografi...
Francesco
sono d'accordo l'inter si è salvata ma non meritava di vincere e le italiane in Europa League fanno schifo.
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