Le forzate defezioni dei due pensionati, aggiunte alla grave scomparsa del mitico Alfredo Provenzali, tolgono quel tocco di romantica magia alla longeva trasmissione radiofonica, che aveva saputo così bene coniugare il presente col passato
Per chi, come me, ha dentro di sé un fanciullino che non vuol proprio saperne di diventare adulto, sia pure alla soglia dei 50 anni, il colpo è stato duro: non solo la gravissima perdita, poche settimane fa, del mitico Alfredo Provenzali, dapprima inviato e poi conduttore di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, ora, a causa di una sorta di spending review dell’antenna di stato, sono sparite dalla longeva trasmissione di Radio Rai anche le voci storiche di Livio Forma e Tonino Raffa, i due pensionati che fino alla scorsa stagione avevano continuato a raccontare le partite dalle cabine dei campi di serie A e serie B (e pure di Lega Pro, dove Raffa riciclò gli “aretusei)), grazie ad un contratto di collaborazione. Malgrado le pressanti richieste del capo redattore del Giornale Radio Riccardo Cucchi di poterli ancora annoverare nella propria squadra, la direzione generale è stata irremovibile: niente prolungamento per Forma e Raffa, e neppure per Ezio Luzzi, che conduceva un’altra trasmissione dove dava sfoggio della sua vena ironica. Stop ai contratti di collaborazione, e pazienza se ci sono ancora molti amanti del vintage, come me, che possono rimanere delusi. Certo, me ne rendo conto perfettamente che prima o poi il momento di smettere deve pur arrivare, ed è pure bene che questo momento arrivi prima dell’inevitabile processo di deterioramento di cui chi più e chi meno siamo tutti soggetti, al di là di creme e lifting miracolosi: ma ho ragione di credere che tra i segreti del successo di “Tutto il Calcio” ci fosse proprio questo sapiente mix di voci del passato e del presente, un caleidoscopio che ti proiettava non solo negli stadi facendoti immaginare la partita che non vedevi, ma anche in una sorta di macchina del tempo che ti faceva rivivere la tua gioventù, i tuoi anni migliori, quando il sapore del pallone era un po’ diverso da quello di oggi, genuino e non incellophanato. Perdere in un colpo solo Provenzali, Forma e Raffa sono convinto – con tutto il molto male alla trasmissione, perché rispetto per gli altri più giovani – che faccia sentendo loro ti ricordavi pure di Ameri, Ciotti e Bortoluzzi. Sarà stato un po’ demodé sentire da Forma “per chi si fosse messo in questo momento ai diffusori” o qualcuna delle poetiche – studiate – perifrasi di Raffa, ma era proprio dalle loro voci “dal passato” che emergevano i valori di una trasmissione che ha saputo mantenere inalterato il suo fascino pur nella decadente epoca delle Satellitari e dello spezzatino e del calcio a pagamento e fazioso. Maestri di equilibrio e di equidistanza. Altro che i moderni cronisti-tifosi… Ricordo, ad esempio, l’estremo rispetto di mister Mimmo Di Carlo ogni qual volta si trovava di fronte il mostro sacro Tonino Raffa, che lo intervistava con quella sua caratteristica, unica, voce. E anche il presidente Tommaso Ghirardi più di una volta si è fermato a chiacchierare con lui ricordando quando, da studente, lo ascoltava per radio. Una affettuosa amicizia, di cui vado orgoglioso, mi lega particolarmente a Tonino Raffa, compagno di viaggio in non so quante trasferte in giro per l’Europa al seguito dei crociati, durante la grandeur (ma anche a Braga, ultima tappa del tour europeo dei crociati): la sua ultima radiocronaca ufficiale prima del pensionamento, non a caso (e in quella designazione ci fu un po’ il mio zampino e la decisiva compiacenza di Cucchi…), era stata proprio allo Stadio Tardini, il cui prato verde era diventato la copertina del libro celebrativo “Clamoroso al Cibali”. Dopo quella radiocronaca del 15.05.2011 (un Parma-Juve, mica roba da niente, con quel signore d’altri tempi di Alfredo Provenzali, che, quasi a concedergli una passerella d'onore per una virtuale standing ovation, aveva stravolto la scaletta rendendo il Tardini il campo principale per la conclusione della trasmissione: "Grazie, ci sono parole che nella vita valgono più di 1.000 radiocronache"), Tonino, per un altro anno ancora, lo scorso, era riuscito a tornare al microfono grazie ad un contratto da collaboratore esterno, stesso escamotage studiato alcuni anni prima per il collega valdostano. Anche Livio Forma, l’anno passato, sovente è stato designato al Tardini, e con estrema cortesia ricordo che si faceva da me intervistare sotto un lampione all’esterno dell’Ennio, prima di incamminarsi verso la stazione e prendere il treno. I loro addii tolgono quel tocco di romantica magia alla longeva trasmissione radiofonica, che aveva saputo così bene coniugare il presente col passato, stregando generazioni e generazioni di radioascoltatori.
1 commenti:
Un vero peccato per coloro che ancora erano affezionati alle radiocronache "romantiche"
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