di Fabio Stellato
Senza vergogna vi confesso che vedere Tania Cagnotto in lacrime, dopo il beffardo 4° posto di ieri sera, è stato quasi contagioso, al punto che anche a me è scesa una lacrima: ma al di là della delusione e della commozione che ne è conseguita, la sconfitta (se si puo chiamare sconfitta un 4° posto alle Olimpiadi) della 27enne bolzanina mi porta a fare una riflessione sulla difficile arte del saper perdere, un' arte che in troppi non conoscono e che non vogliono imparare.
Tania si è vista sfuggire il sogno di una vita per 20 centesimi di punto, praticamente un niente, da un'atleta Messicana (Laura Sanchez Soto) che in carriera è arrivata sempre dietro di lei e che ieri si è tuffata come mai aveva fatto prima in vita sua. Tania pero' si è vista sfuggire il sogno di una vita anche per colpa di un giudice che ad ogni salto è stato severo con lei e generoso con la Soto. E dopo il pianto, Tania si è presentata ai microfoni a testa alta, nonostante il viso segnato dalle lacrime, "Sembra che mi abbiano maledetto a questi Giochi. Sarebbero bastati venti centesimi...". Tania è una campionessa, e lo ha dimostrato ancora una volta, anche nella sconfitta; avrebbe potuto reagire in mille modi ieri sera, ma ha soltanto mostrato tutta la sua fragilità. Nessuna dichiarazione polemica, nessun attacco a chicchessia, nessun vittimismo, ma solo un'immensa indescrivibile delusione nell'accettare il risultato, senza nascondere tutta la sua fragilità (inutile dire che la frangia calcistica del nostro paese avrebbe tanto, ma proprio tanto da imparare).
Grazie Tania, per questa autentica lezione di stile!!!!!!!
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