Delle discussioni e delle analisi critiche (ma costruttive) s'imporrà evidentemente il bisogno, ed è stato Re Magno Magnini il primo a scoperchiare il vaso, senza troppi giri di parole, sostenendo che è stato sbagliato tutto e da Settembre ognuno dovrà mettersi una mano sulla coscienza. Grave che la polemica sia nata prima dell'ennesima delusione e a giochi ancora in corso: segno che qualcosa non va.
Non è nella normalità che Fabio Scozzoli e la stessa Federica abbiano fallito e non di poco nelle loro specialità preferite, laddove si sono fatti nome e cognome. Non ci saremmo aspettati che il vice-campione del mondo dei 100 rana sarebbe giunto solamente settimo, così come non avremmo mai voluto pensare ad una Federica Pellegrini addirittura senza medaglia, in quei 200 stile libero in cui dal 2008 l'hanno solamente vista vincente, in qualunque vasca. Per non parlare delle eliminazioni anzitempo di Magnini e Dotto.
Se il buco nell'acqua è stato collettivo e se tutti i nostri azzurri alla fine di ogni gara ne sono usciti con la lingua di fuori, significa che il difetto non è solo nei singoli atleti. Inoltre, aggiungiamoci i rivali delle altre spedizioni che hanno fatto anche progressi mica da ridere.
Nei nostri sta cominciando a venire meno una certa stabilità tecnica che per Federica e i suoi "fratelli", una volta era garantita dalla grande figura di quel grande uomo che rispondeva al nome e cognome di Alberto Castagnetti. La stessa Pellegrini ha più volte cambiato il proprio tecnico personale, in questi anni. Che la veneta non avrebbe avuto lo smalto dei giorni migliori lo si sapeva dalla vigilia, almeno per chi è un pò più avvezzo alle vicende di piscina, come abbiamo potuto sentire dalle radiocronache di Carlo Verna. Poi è chiaro che tutti avremmo sperato nel solito autentico guizzo degno della Wonder Woman che è in lei, ma così non è stato e non è potuto essere.
E la bomba esplode fragorosa, anche perchè Federica Pellegrini è ormai intenzionata a prendersi un anno sabbatico. La vera sconfitta sarebbe se un'atleta di così grande storia andasse oltre all'arrivederci, se perdesse quella fame, senza più aggiungere nient'altro alla sua carriera, rara e difficilmente imitabile in Italia: un paese che, almeno in una minoranza speriamo sparuta, meriterebbe molta più mediocrità e grigiore. Giù le mani da Federica!
L'unica consolazione in tutto questo la vogliamo trovare nel fatto che la voce di Fabio Caressa, telecronista Sky, non passerà alla storia per nessun momento epico e memorabile. Ha detto Franco Bragagna prima di Londra: "Mettere Caressa a commentare il nuoto è un insulto all'olimpismo: è un piazzista!". Difficile dargli torto, perchè è fin troppo chiaro che il popolare telecronista calcistico sia stato schierato al commento del Nuoto appositamente per seguire l'eventuale trionfo della Pellegrini, l'atleta nostrana più attesa dei Giochi assieme alla Vezzali. Finali di nuoto che sono state programmate in prima serata, nei momenti di maggiore audience televisivo. Missione fallita: sono da stracciare tutti i vari poemi che Caressa si era già preparato ed era più a leggere urlando nel caso di oro. Ed anche perchè non è calcio, e gli "altri sport" bisogna darli in mano a chi quello sport lo vive e lo conosce. La competenza di Sandro Fioravanti e Luca Sacchi era (è, nel caso del secondo) decisamente altra cosa, così come quella del grande maestro Alfredo Provenzali. Così come quella del suo ottimo erede Carlo Verna, che fin da Sydney ha avuto l'onore di poterci narrare in radio i primi ori della storia del nuoto italiano e ha avuto la fortuna di poter vedere crescere la Pellegrini.
E ci dispiace, tantissimo, di non aver potuto sentire gli "sta per toccare! sta per toccare" e "ormai c'è solo da gridare: ORO!". Ci aveva "avvertito", domenica, che avrebbe avuto più speranze nella rana di Scozzoli che nei 400 di Federicapellegrini (mai una volta che la pronuncia col solo cognome).
Aspettando tempi migliori dalle piscine (in particolare dalla Pallanuoto che lui ha raccontato e racconterà) per ora possiamo solamente condividere con voi i racconti pieni di amarezza (in ordine cronologico), in cui il tono del radiocronista ha pochi acuti e molti bassi. Rende molto l'idea il "non ce la fa, non ce la fa, non ce la fa..." sulla sconfitta cocente di Fabio Scozzoli.
2 commenti:
veramente in tv commentava mercarozzi nn fioravanti.
Infatti su Fioravanti è stato usato il verbo essere al passato....
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