Sbancando Hockenheim con pernacchione allo Spread, lo spagnolo che guida una monoposto italiana disegnata da un greco, ha centrato la terza vittoria del 2012, la prima senza l'ausilio di eventi eccezionali: in testa dal primo giro all'ultimo, con pole position annessa. Vittoria di forza, contro tutti i rivali, gomito a gomito, anzi no. C'è stata solo la possibilità di avvicinarsi e ammirare gli scarichi di Maranello, perchè è stato vietato disturbare ed attaccare quel primo posto cullato come un tesoro, mettendo la museruola ai vari speranzosi di turno: prima Vettel, poi Button, con un Hamilton di mezzo che da doppiato-sdoppiato, s'inserisce nella mischia e si rivela lo scudiero migliore per proteggere le spalle di Fernando, che venerdì si era dichiarato "mai così in forma nella mia carriera". Mentre quello che dovrebbe essere il suo vero scudiero, Felipe Massa, non avrebbe certo bisogno di dire che non è mai stato così estraneo alla causa. Del brasiliano vediamo e sentiamo solamente per il patatrac allo start, poi tanti saluti. Un grandissimo Alonso che tiene in pugno il team: è lui a prendersi tutto in mano e prendersi anche la licenza di tranquillizzarlo in piena bagarre. Una scuderia però ritrovata, che non ha il miglior potenziale di tutto il lotto (Stefano Domenicali lo fa sempre presente) ma che sta indubbiamente lavorando meglio di tutti, sia nella sostanziale crescita e recupero delle prestazioni ma anche con qualche mossa tattica che ha sorpreso gli avversari, come il cambio gomme per andare a spaccare il cronometro per la pole position del sabato sul bagnato.
"Sta dimostrando come sempre, Fernando Alonso, di avere un'immensa capacità di restare concentrato all'interno della sua monoposto e a fare, praticamente, sessanta-settanta giri da qualifica senza mai consentire all'avversario di avvicinarsi a tal punto di potergli portare un attacco determinante e soprattutto determinato, cosa che lì dentro non riescono a fare nè Button, nè Vettel, perchè Alonso non gli concede neanche mezzo metro di vantaggio: spinge come un dannato. Continua a spingere Fernando Alonso, tiene duro fino alla fine e non si fa attaccare".
Le parole in radiocronaca diretta di Giulio Delfino dicono tanto del leader del Mondiale e di quel che è stata la corsa tedesca. Un Delfino formato F1 in grande brillantezza, in forma-Alonso. A differenza della truppa televisiva che trasmette l'entusiasmo di chi sa già che l'anno prossimo non farà più parte del gruppo, Delfino non perde un colpo e con il suo racconto i Gran Premi possono essere divertenti ed esaltanti per tutti, anche per chi non ama le corse e le considera noiose, Giulio è sempre in grado di non far cadere nella monotonia e nella noia uno sport che dev'essere raccontato e spiegato ma senza parlare arabo, tra numeri, regole intricate, tecnologie e direzioni di gara pagliaccesche. I suoi collegamenti si fanno sempre attendere. Tutto in maniera pratica, aggiungendo sempre lo spunto e sempre con la passionalità che si deve, di fronte all'ebbrezza della corsa. La corsa, non la marcia funebre in fila indiana. Ed ogni tanto, infilando qualche curiosità gustosa, mentre si parlava dei dialoghi tutti italiani tra Andrea Stella e Fernando Alonso: lo sapevate che Silvia Hoffer, la figlia di Ettore Frangipane, è addetto stampa della Mclaren? O come nello speciale delle 18,30 di sabato pomeriggio, quando Delf1no ci ha portato al microfono Edoardo Bendinelli, uno dei due fisioterapisti di Alonso, regalandoci una bella intervista.
Incrociamo tutto l'incrociabile e auguriamoci perchè tutto prosegua così bene: siamo al giro di boa e manca tantissimo all'ultima bandiera a scacchi. Non siamo ancora sazi di poter ascoltare un Giulio Delf1no che racconta una splendida Rossa che vola e che in ogni situazione si dimostra competitiva.
Il racconto della pole position di sabato
La radiocronaca della corsa
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