Quando penso a cosa poter scrivere su Nonno Alfredo, già mi viene la pelle d'oca!Pensare a un Tutto il calcio senza di lui crea quel nodo in gola che da ieri mattina stento a sciogliere.
Faccio parte di quella generazione che non ha mai ascoltato la Serie A su Tutto il calcio senza Alfredo Provenzali (tranne rarissime eccezioni), quindi abituarmi all'idea delle introduzioni senza di lui è difficile già da ora.
Erano pezzi di alta letteratura, quasi poesia, per la capacità di utilizzare un italiano talvolta desueto e per esprimere con poche parole o immagini, come la radio dei maestri vorrebbe, semplici ma talvolta ficcanti concetti senza trascurare quella spolverata di ironia.
Causa lavoro nell' ultimo periodo ho abbandonato l'ascolto costante di TiC e l'ultimo ricordo che ho di Alfredo è nel giorno più buio della stagione, la morte di Piermario Morosini
L'occasione non permetteva di parlare di tanto e nel suo modo tanto concreto, senza giri di parole tipici del giornalismo di oggi, aveva chiuso tra la commozione la puntata più buia del suo ultimo anno.
Sempre in tema di commozione ricordo la festa dei 50 anni di "Tutto il calcio": la prima ora, quella dei complimenti da parte di molte cariche del calcio italiano, lo aveva commosso, quasi stravolto. Ricordo poi l'emozione per quell'introduzione speciale con Luzzi, Foglianese, Ferretti e la Grifoni, ultimi emblemi del "suo"periodo.
Fatico a tirare le somme di una carriera come la sua: se voglio cercare un insegnamento penso al dono di sintesi, alla precisione quasi maniacale mista a uno stile asciutto di quelli in cui ci si limita a dire in maniera corretta e chiara per l'ascoltatore i fatti, escludendo qualsiasi commento o giudizio in merito.
Talvolta con i suoi allievi, i radiocronisti, era severo, quando li richiamava all'ordine per ripetere minuto e punteggio; magari gli si poteva contestare una scarsa elasticità della scaletta ma per lui Tutto il calcio era una messa cantata e alla fine l'ordine che imponeva è diventato il marchio di fabbrica rispetto alle varie "Dirette Gol" piene di confusione.
Non può mancare il suo amore di una vita, ovvero la pallanuoto. Puntuale come un orologio svizzero, il sabato di campionato arrivava l'aggiornamento grazie a un collegamento telefonico che immagino facesse dalla poltrona di quella casa polverosa che lui descriveva satura di libri.
Il nuoto e la pallanuoto erano i suoi amori, amori di cittadino ligure che mai smetteva di ricordare.
Amori che aveva mantenuto nel tempo, distanziandosi con le stagioni da quel calcio che faticava ad amare dopo l'avvento dello spezzatino televisivo.
Era la battaglia dei suoi ultimi anni, quella del 4-1-4-1, quella che lo portava a essere più brioso e battagliero in conduzioni in quei rari turni infrasettimanali in cui per volontà "divina" le partite in contemporanea erano addirittura 8.
Se cercassimo un modo per ricordarlo mi piacerebbe che Radio Rai in questi turni "affollati" facesse riecheggiare una intro delle sue, quando sottolineava con la sua matita blu da maestro di radio, il fatto che il suo "giocattolo" almeno per una serata era tornato ad essere quello degli anni in cui era il terzo dietro Ameri e Ciotti.
Per noi di Tuttoilcalcioblog sono giorni molto tristi e faticheremo a passare quest'estate in cui non ci chiederemo più se alla partenza della prossima stagione ci sarà ancora Nonno Alfredo.
E per una volta, ribaltando la tua usuale chiusura, DA TUTTI QUELLI CHE "TI" HANNO SEGUITO, GRAZIE...
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