di Fabio Stellato
Questa settimana torniamo ai giochi romani del 1960 e celebriamo la vittoria della nazionale di pallanuoto, che è tornata sul gradino piu' alto del podio, 12 anni dopo Londra.
Dopo aver battuto nell'ordine Romania, Giappone, Repubblica Araba Unita, Germania Unificata e Unione Sovietica nelle prime due fasi del torneo, il settebello trascinato dal "caimano" Eraldo Pizzo, si è qualficato per il girone di finale assieme alla stessa Unione Sovietica, l'Ungheria e la Jugoslavia; un girone di finale che oggi puo apparire alquanto anacronistico, ma che all'epoca era prassi, e che prevedeva un girone all'italiana a 4, che considera pero' validi gli scontri diretti avvenuti nelle fasi precedenti del torneo. In virtu' della vittoria contro l'Unione Sovietica, l'Italia inizia quindi la fase finale con 2 punti, cosi come la Jugoslavia (che nella 2a fase del torneo aveva battuto l'Ungheria). Ed è proprio la Jugoslavia che l'Italia affronta e batte per 2-1, nella prima giornata del girone, balzando in testa con 4 punti. Nell'altra partita Ungheria e Unione Sovietica si fanno del male a vicenda, pareggiando 3-3. Il giorno dopo i sovietici battono 4-3 la Jugoslavia, anticipando cosi la festa dell'Italia che scende in vasca per l'ultimo incontro con l'Ungheria, con la certezza matematica di aver conquistato il titolo Olimpico.
Alla piscina delle Rose, a commentare per la radio quell'Italia Ungheria, finito 3-3, c'era un giovane Enrico Ameri, che proprio in quella edizione dei giochi inzio' a costruire quella che diventerà una brillante carriera da radiocronista.
Siamo riusciti a recuperare gli ultimi 65 secondi di quella radiocronaca, che con un pizzico di emozione, vi proproniamo.
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