La missione è compiuta. E nel modo più meritato. Una grande, grandissima, enorme Italia, raggiunge quell'obiettivo minimo che ci si aspettava al raduno, e che sembrava impossibile raggiungere dopo una preparazione così avvelenata. E' semifinale, è l'ennesimo Germania - Italia. E' la vittoria più importante per Prandelli, la vittoria che vale la conferma meritata in vista di Brasile 2014, dove è lecito aspettarsi la nostra presenza.
Abbiamo vinto ai rigori. Su otto partite terminate oltre il 120', è il terzo successo azzurro dal dischetto. Ma tra tutte quelle terminate ai rigori, questa è diversa. E' diversa perché, nei sette precedenti, l'Italia era arrivata a questa soluzione o impauriti, o stanchi, o dominati. Mai eravamo arrivati a questa soluzione con questi numeri: 34 tiri contro soli 9 inglesi, 20 tiri nello specchio della porta contro appena 4, almeno 13 clamorose palle gol contro una sola, due pali, un gol (giustamente) annullato e un possesso palla sopra (e di molto) il 60%. Un dominio azzurro totale. Uno strapotere infinito, contro una Nazionale che ha tentato di imitare il Chelsea di Di Matteo: catenaccio infinito. Al confronto, quello di Zoff in 10 contro 11 ad Amsterdam 2000 fu un calcio zemaniano.
Ma Roy Hodsgon, a differenza di Dinone (ma anche di Di Matteo a Monaco di Baviera), non ha mai avuto in mano, tatticamente, la partita, come si può testimoniare dalla sua continua espressione tormentata. Ai rigori, l'Inghilterra ci arriva per (tanta) grazia ricevuta. E questo non è un merito: abbiamo due giorni di riposo in meno e trenta minuti in più nelle gambe rispetto ai tedeschi. Trenta minuti inutili: ieri si doveva vincere 4-0. Invece no. L'Italia migliora nel gioco, nella personalità. La prestazione di Balotelli (in campo per 120' e anche uno dei rigoristi) è la fotografia della partita: fa una grande, grandissima gara. Ma di buttarla dentro, non se ne parla. Gli azzurri ieri sono stati semplicemente giganteschi, guidati da un De Rossi sontuoso (peccato per l'infortunio: se non ci fosse giovedì, sarebbe una grande perdita) e da un Pirlo che, dopo gli stenti irlandesi, è tornato ad insegnare calcio come lui sa. E l'Italia è girata, dominando gli inglesi come mai aveva fatto nella sua storia. La migliore partita degli ultimi sei anni, da quel Germania - Italia del 2006 in cui, anche lì, sono arrivate mille palle gol e due pali. Prima dei rigori la maledizione fu infranta, stavolta no. Il colpo di testa di Nocerino (subentrato all'acciaccato Daniele) nel secondo tempo e messo in gol, viene invalidato per fuorigioco. Il nuovo "Fabio Grosso" è dunque Diamanti, anche lui subentrato (a Cassano, che ha finito la benzina dopo un'ora) e anche lui "sfigato": suo il secondo palo azzurro, nel primo tempo supplementare, prima di realizzare il rigore decisivo.
La formazione azzurra è la stessa di quella contro l'Irlanda, con due cambi: forzato Bonucci per Chiellini (che per la Germania non dovrebbe farcela, purtroppo). La variante tattica è Montolivo per Thiago Motta: anche Riccardo, rigore a parte, è sontuoso. Il primo legno azzurro apre il festival delle palle gol, con un sinistro al volo da 30 m che se entrava faceva cadere l'Olimpico di Kiev. Autore, Daniele De Rossi. Il migliore in campo, anche se poi si fa beffare dalla combinazione Gerrard-Jonson 1' dopo, che porta quest'ultimo alla conclusione, con Buffon che para da grande campione. E' appena il 5', e si pensa ad una partita equilibrata e piena di occasioni da una parte e dall'altra, come con la Spagna. Balle. Quella è l'unica palla gol inglese. Lo spauracchio Rooney (se ce lo avessimo avuto noi...) prova a farci paura un'altra volta soltanto, prima di fare esclusivamente il terzino e di creare qualche mischia. L'Italia prende il campo, e lo occupa in tutta la sua ampiezza. Il primo tempo dovrebbe già finire tre a zero per noi, ma Balotelli sciupa l'ottimo lavoro fatto sprecando due palle gol (e in un'altra si fa anticipare di un soffio), mentre Hart deve superarsi su Cassano. Ma è dal secondo tempo in poi, che il dominio azzurro si fa quasi umiliante per gli inglesi. De Rossi si mangia un gol davanti alla porta; Balotelli si fa ipnotizzare da Hart e sulla respinta Montolivo mette alto; ancora SuperMario prova a fare un gol anche più bello di quello di lunedì, ma la palla finisce alta di pochissimo. Poi caliamo: si fa male Abate, ed entra Maggio. De Rossi viene colpito dalla sciatalgia e deve lasciare il posto a Nocerino. Prima, c'era stato l'ingresso di Diamanti per Cassano. Non appena Prandelli cambia gli acciaccati, l'Italia crea un'altra palla gol clamorosa con Nocerino. Al 93' gli inglesi provano a impaurirci con una mischia.
Si va ai supplementari, ed è già una beffa esserci arrivati. Gli azzurri sono stanchi. Arriva la batosta dell'ammonizione a Maggio, che dovrà saltare la Germania: se non recupera Abate, dobbiamo inventarci un terzino destro. L'Italia continua a dominare, colpendo un altro palo, sprecando altre palle gol e vedendosi annullare quello a Nocerino. Ma davvero siamo arrivati ai rigori? Veramente? Proprio così. Tira prima l'Italia: Balotelli stavolta fa centro, imitato da Gerrard. Quando Montolivo sbaglia malamente, rovinando una bella prestazione, è normale pensare che questa sera sia una serata maledetta, con all'orizzonte la più immeritata delle eliminazioni. Rooney fa gol: 2-1 inglese.
Quando Pirlo arriva sul dischetto, ci chiediamo perché Prandelli lo abbia collocato a questo giro, e non al primo o all'ultimo tentativo. A posteriori, è la scelta giusta. Perché quel cucchiaio meraviglioso, geniale, malefico di Andrea, mettono la partita dalla parte giusta. Non possiamo essere eliminati dopo una partita del genere. Agli inglesi ora tremano le gambe: traversa Young, siamo pari. Nocerino segna, e poi l'apoteosi, con Buffon (che non parava un pallone da quel tiro di Jonson) che addirittura blocca il tiro di Cole. E tocca a Diamanti colorare di azzurro il cielo di Kiev, quel cielo sotto il quale speriamo di tornare domenica. Prima c'è la Germania da battere. Una Germania che mai, forse, è stata così più forte di noi sulla carta. Ma l'Italia c'è. Due anni dopo l'umiliazione sudafricana, siamo tornati una potenza del calcio europeo e mondiale. Più forti che mai. Manca solo una cosa: il gol. Ed è un dettaglio non da poco. Ma l'Italia di ieri, con un po' più di precisione, può battere chiunque. Anche perché le tradizioni si rispettano...
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