Ed ecco arrivato il nostro, sospirato turno. Siamo ai quarti di finale, primo turno dell'Europeo ad eliminazione diretta. Piena di luoghi comuni: "non si può più sbagliare", "se si perde si torna a casa", fino al famigerato "in caso di parità, supplementari e rigori". Insomma, la solita fuffa. Comunque, stasera si gioca, e, come quattro anni fa, ci tocca il quarto di finale conclusivo (e domenicale). Dalla Spagna all'Inghilterra, da Vienna a Kiev, un viaggio lungo quattro anni e che è passato da Johannesburg, dove due anni esatti fa (che bell'anniversario...) l'Italia lasciava il Mondiale nella maniera peggiore. E ora siamo di nuovo qui, quattro anni dopo, a rigiocarci un quarto di finale dell'Europeo. Non siamo più i campioni del mondo, ma una squadra finora anonima, probabilmente tra le prime otto d'Europa solo per grazia ricevuta. E questo lo sappiamo bene, tanto che ci siamo discostati totalmente dagli apprezzamenti mediatici per la vittoria contro l'Irlanda di lunedì sera, ottenuta giocando nella maniera peggiore possibile.
Siamo qua, comunque. Dopo la Spagna del 2008, un'altra eterna delusa dagli anni '60. Insomma: gli inglesi vorrebbero essere "resuscitati" come fu per la squadra di Aragones in Austria. Le similitudini, comunque, finiscono qua. Per fortuna, questa Inghilterra è molto diversa da quella Spagna lì, che vinse il girone facendo 9 punti su 9 e che si apprestava ad aprire il suo ciclo vincente, fatto di un calcio molto meno spettacolare di quanto vogliano far credere, ma comunque efficace. Questa Inghilterra, se arrivasse in semifinale, difficilmente potrà abbattere i tedeschi. Insomma: sarebbe un miracolo per loro, più di quanto potesse esserlo per noi. Anche perché noi, prima di farci fregare dalla paura di vincere, qualcosina di buono abbiamo già fatto vedere tra Spagna e Croazia (l'Eire neanche la nomino...), mentre i britannici hanno superato il girone a fatica, faticando persino con quella Francia che ieri sera ha fatto una figura pessima contro quei Campioni in carica che noi, proprio noi, abbiamo grandemente spaventato.
Con la nostra analisi, vogliamo partire proprio da qui. La logica, ma anche la tecnica, dice che la favorita di stasera è l'Italia. Quello che fa scendere di un po' la quotazione degli azzurri, è il carattere. Quello che Roy Hodsgon, dopo aver preso la squadra dalle ceneri capelliane, sembra aver indotto ai suoi ragazzi. Non solo: l'ex tecnico dell'Inter sembra esser riuscito soprattutto a compattare la squadra: questa Inghilterra sembra un gruppo di amici, non più gente che si scanna tra loro. Dal 1996 ad oggi, nessun allenatore ci era riuscito. Ed è questo a far paura. Questo mix tra esperienza e giovani. Questo calcio volto al sacrificio unito ad una voglia di rivalsa mai vista dalle parti di Londra, a parte occasioni sporadiche. E ciò che ne viene fuori, è una squadra compatta, unita. Catenacciara, senza ombra di dubbio: Hodsgon, in Italia, ha imparato tante cose... Ma comunque una squadra vera. Capace di tirare fuori i denti nel momento della verità. Se l'Italia, dopo il vantaggio con la Spagna, viene fregata dalla paura di vincere (stessa cosa con la Croazia), l'Inghilterra reagisce con ardore allo svantaggio con la Svezia. E resiste ad una Francia migliore di lei. E batte l'Ucraina, sia pur con un importante aiuto arbitrale.
Insomma: gli inglesi sembrano aver carattere da vendere, a vedere le partite della prima fase. Noi, sotto questo punto di vista, abbiamo ancora qualcosina da migliorare. Vincendo stasera, si potrebbe fare quel salto di qualità da quel punto di vista. Secondo la logica, i migliori siamo proprio noi. Ma la pratica, dice che noi, allo stato attuale, abbiamo debolezze proprio dove gli inglesi sono più forti. E proprio in quel dettaglio dove, spesso, si decidono le partite. Si diventa vincenti o perdenti. Perché senza il carattere, che è quello che conta, non si va da nessuna parte. Si potrà essere spettacolari quanto si vuole, ma la differenza la fa quella cosa lì. E allora, cara Italia, tira fuori le unghie. Sei più forte. Basta coi complessi d'inferiorità brutti e tremendi visti finora. Basta col catenaccio impaurito e con la paura di vincere. Perché solo tirando fuori le unghie, quest'Inghilterra effettivamente modesta si può battere. E' giunta l'ora di urlare all'Europa (e al mondo) che siamo tornati. E, se oggi Prandelli passasse il turno, avrebbe di fatto completato la prima parte del suo ciclo, che culminerà in Brasile. Significherebbe dire al mondo che siamo rinati, due anni esatti dopo averlo fatto ridere. Significherebbe ottenere quella grande vittoria che finora al ciclo Prandelli manca (e non tiratemi fuori amichevoli di Ferragosto...). Se si torna a casa, vorrebbe dire che il lavoro svolto finora non è buono (ci siamo qualificati ai quarti pregando la Spagna a mani giunte, voglio dire...). E bisognerebbe seriamente chiedersi se questo ct, che di perplessità finora ne ha date, sia un ct da una Nazionale 4 volte Campione del Mondo. I conti, comunque, li facciamo stasera. Per ora... "yes, we can". Coraggio, Italia!
PS. Concludo con un "errata corrige". Nelle riflessioni di martedì mattina, ho detto che l'Italia non avrebbe più giocato in Polonia. Mi sbagliavo: era se vinceva il gruppo C, che non si sarebbe più spostata dall'Ucraina. Dalla parte del tabellone in cui è invece finita, cioè quella destra, giocherebbe l'eventuale semifinale giovedì 27 giugno, contro la Germania, a Varsavia. Noi, ovviamente, contiamo di tornarci.
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