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venerdì 15 giugno 2012

Riflessioni Azzurre (06) - Deja-vù...

Il gol di Mandzukic di ieri...
Deja-vu. Vivere una situazione, con la sensazione fortissima di averla già rivissuta. Come un film visto e rivisto. E il deja-vu calcistico di ieri è stato di quelli intensi. Un croato troppo libero a sinistra, come Jarni dieci anni fa. Un cross in area. Chiellini diventa Marco Materazzi: come l'interista a Ibaraki, non riesce a intervenire su un pallone facile facile. E il croato di turno, inevitabilmente, si trova davanti a Buffon: Olic nel Mondiale 2002, Mandzukic adesso. E' 1-1. Per fortuna, il deja-vu non si completa: non arriva, come dieci anni fa, la seconda rete croata. Ma un altro deja-vu trapattoniano incombe, e anche questo è di quelli pesanti: come nel 2004, un 2-2 delle nostre avversarie all'ultima gara ci butterebbe fuori dall'Europeo. Svezia e Danimarca allora, Spagna e Croazia oggi.

...e quello di Olic del 2002.
Ma anche questo deja-vu, vedrete, non si concretizzerà. L'Italia batterà l'Irlanda del nostro Trap, purtroppo (o per fortuna) già fuori da Euro 2012. E passerà: Spagna e Croazia che fanno 2-2 è la barzelletta del secolo! Più facile che noi stecchiamo l'ennesimo 18 giugno, piuttosto (cioè: non vinciamo la nostra partita). Più facile che vinca la Croazia, piuttosto. Ma un altro biscotto non avverrà, statene certi: davvero volete farci credere che la Spagna, campione di tutto, si abbassi a tanto? Far ridere mezza Europa per buttare fuori questa Italietta, sarebbe un bel colpo in negativo all'immagine spagnola, non credete? Non scherziamo, dai. Quello che è certo, è che noi, ieri, non dovevamo fallire. Dopo la bella partita contro i campioni, l'Italia oggi era alla prova della verità, e l'ha mancata. E l'ha mancata contro una delle peggiori Croazie, se non la peggiore in assoluto, della storia. Nemmeno capace di provocare i nostri azzurri, in maniera direttamente proporzionale all'educazione dei loro tifosi. Undici agnellini in campo, lontani anni luce dalla Croazia del 1998, di quattro anni fa, o della stessa che nel 2002 ci battè. Se eravamo stati capaci di fermare i campioni del mondo (meritando, seppur lontanamente, anche di vincere), dei croati dovevamo farne una scorpacciata. E invece? E invece è successo che li abbiamo temuti ben al di là della loro forza, "impressionati" da un 3-1 rifilato loro alla squadra, spiace per il Trap, più scarsa dell'Europeo. E così li abbiamo affrontati prima con spavalderia; poi, dopo il gol di Pirlo, tutti dietro a difendere, come negli anni '60. Con la differenza che questa è una Nazionale che davanti è mediocre. Balotelli (anche oggi, prestazione tremendamente negativa) non è Christian Vieri. Cassano è stanco già dopo un'ora, mentre Di Natale e Giovinco sono furetti che rendono bene in contropiede, ma non quando davanti hai il muro eretto dalla Croazia dopo il pari. L'unico centravanti vero è Borini, che Prandelli pare abbia portato solo come mascotte, rinunciando a Pazzini e, soprattutto, Matri. Quindi, chi li raccoglie i lanci lunghi di una difesa che fa catenaccio contro nessuno? Nessuno, perché in attacco non c'è nessuno. E allora la Croazia avanza, con tutta la sua mediocrità. A quel punto succede che Prandelli sbaglia i cambi (Montolivo per Motta... perché?). Succede che la Croazia trova il pari grazie ad una clamorosa amnesia difensiva, e non ci si sposta più. Non ci sono le chiare occasioni del primo tempo. Non ci sono le punizioni al limite dell'area, come nell'occasione del gol di Pirlo. C'è un assedio senza sosta e senza risultati, punto.

Ci sarebbero anche un paio di volte in cui il secondo assistente, tanto per esaltare il ricordo del 2002, ci ferma Maggio e Di Natale in posizione regolarissima, ma anche lì, rispetto a Ibaraki, è poca cosa. Anche perché, quando pareggi con una squadra così mediocre, non ti puoi attaccare all'arbitro. La colpa è soltanto nostra. Di Prandelli, che insiste su un Balotelli che non si può vedere, e su Cassano che è tutto, tranne che in condizione. Per non parlare dell'insistenza su Giacchierini, che non fa altro che guardandosi intorno chiedendosi: "che ci faccio qui?". Non fa altro che correre, correre, correre, correre. A vuoto. Sembra il Pepe inconsistente del Mondiale 2010 e dell'anno di Delneri (ma ora che Pepe è un signor giocatore, perché Prandelli non l'ha portato?). Se l'avesse portato Lippi, tutti a fare dietrologie sul fatto che è juventino, eccetera.

E adesso? E adesso dobbiamo battere l'Irlanda, sperando che il 18 giugno non ci siano altri piccoli deja-vu (e su quella data c'è l'imbarazzo della scelta). E nella speranza che l'Italia torni a fare l'Italia. A proposito: dopo Berlino 2006, tra Europei, Mondiale e Confederations Cup, nelle fasi finali abbiamo ottenuto 2 vittorie (con la Francia a Euro 2008 e con gli Usa nella Confederations 2009), 6 pareggi (Romania e Spagna a Euro 2008; Paraguay e Nuova Zelanda a Sudafrica 2010; ancora Spagna e Croazia a Euro 2012) e ben 4 sconfitte (Olanda a Euro 2008, Brasile ed Egitto nella Conf Cup 2009, Slovacchia al Mondiale sudafricano). Un po' poco, per essere l'Italia, non è vero? Infine, altro dato: non ci sarà biscotto, ok, ma per il terzo europeo consecutivo finiamo, una volta ancora, in mani altrui. Dopo l'1-1 con la Spagna era davvero l'ultima cosa che ci aspettavamo. Mario Aiello

1 commenti:

Anonimo ha detto...

cerchiamo pe runa volta id essere positivi e ricordiamoci anche del non biscotto di Olanda roamnia del 2008 quando l'olanda rullo compressore del ns girone (3-0 contro di noi e 4-1 contro la francia ) batte anche la romania 2-0 .
ale

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