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martedì 12 giugno 2012

Riflessioni Azzurre (04) - Calma, era solo la prima partita!!!!

E' stato bello, domenica, rivedere un po' d'Italia vera, dopo tre settimane tremende ma, soprattutto, in un contesto italico molto difficile in generale, dalle cose serie fino al pallone. E' stato bello vedere i terremotati riprovare un po' di quella vera gioia che, oggi, solo gli azzurri potrebbero dare loro, così come a tutti gli italiani che stanno vivendo questo difficile periodo storico. E' stato bello riunirsi, domenica. Esultare al gol di Di Natale in un ideale abbraccio di 57 milioni di persone. Tutti insieme, in un unico urlo. E quando le gioie arrivano di rado (mai come oggi, ripeto, il calcio per l'italiano medio rischia di essere TUTTO), si esalta la minima impresa. Un'esaltazione facilitata dal fatto che gli azzurri, che vivono ancora oggi in un contesto di totale incertezza, affrontavano gli spagnoli, e li hanno fermati, meritando lontanamente anche la vittoria.

La Spagna in quanto Stato, anche lei, ha i suoi problemi. Ma non calcisticamente: sono i più forti del Mondo, hanno vinto Europeo e Mondiale e sono qui con le credenziali dei campioni in carica, di chi sa di potersi riconfermare. Anche per questo, l'euforia ci sta, eccome. Ma solo sul momento. A poco meno di 48 ore dalla bella prova di Gdansk, capiamo che l'euforia di domenica deve essere ben razionalizzata. Sì, ok: abbiamo fermato i Campioni del Mondo. Ma la nostra storia, ci impone a non aver paura dei nostri avversari. Rispetto sì, ma non paura. Ragioniamo: cos'è sta euforia da squadretta che ha appena fatto risultato in casa di Juve, Milan e Inter? Non siamo forse la Nazionale campione del Mondo 4 volte? E poi, quello di ieri era solo la prima partita, che non è quasi mai decisiva in un campionato europeo (nel 1996 andammo fuori dopo che la prima l'avevamo vinta): cos'è sto entusiasmo tipico di chi ha raggiunto la finale?

Insomma, diamoci tutti una calmata. Se la diano soprattutto i "media", che spero non stiano influenzando ancora gli azzurri, facendoli credere "arrivati". No, noi non siamo assolutamente arrivati. Non siamo neanche partiti, anzi. Chi crede di essere uscito dal tunnel, si sbaglia. Siamo ancora nel tunnel, e quella che si vede, forse, è la luce. Per andare incontro a questa luce e uscire definitivamente da questa galleria buia, occorre battere la Croazia giovedì. Se così sarà, sarà qualificazione all'80%. Per assurdo, potrebbe anche bastare un pari con gol (volete fermate farmi credere che Spagna e Croazia facciano un 3-3 apposta all'ultimo turno?), ma vorrebbe dire giocarsi tutto all'ultima. Vorrebbe dire non essere usciti dal tunnel, vorrebbe dire fare un passo indietro dopo i passi, palesemente in avanti (inutile negarlo), di domenica pomeriggio. Perdendo, ripiomberemmo nell'incubo. Insomma: ottimismo sì, euforia no. Per l'euforia aspettiamo di essere come minimo tra le prime quattro. E di esserci abbracciati ancora altre volte, in un'ideale unione di 57 milioni di persone che hanno voglia di vivere. Perché ciò avvenga, confidiamo che il nostro impareggiabile capitano aiuti Prandelli, laddove ce ne siano bisogno, a tenere alta la concentrazione. A far capire che il difficile deve ancora venire. Il gruppo passa soprattutto dal nostro numero uno.

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