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lunedì 11 giugno 2012

Riflessioni Azzurre (03) - VAMOS!

Alle 17.55 di ieri, quando Spagna e Italia erano scesi in campo per gli inni nazionali, credevamo che un pari potesse essere il massimo risultato possibile. Addirittura, molti (ma non io: due giorni fa avevo già predetto un'Italia cresciuta) avrebbero gridato al "miracolo". E invece, ieri abbiamo visto che l'aria polacca, lontana dalle polemiche della nostra penisola, ha davvero rivitalizzato la nostra Nazionale. Lo avevamo visto negli allenamenti, lo abbiamo visto ieri, con una prestazione maiuscola, alla pari con i Campioni d'Europa e del Mondo in carica. E ancora considerati favoriti per il torneo.

Probabilmente, lo sono ancora. E la nostra speranza, a questo punto, è che nelle prossime due partite loro faccino bottino pieno. Noi possiamo fare il nostro, e ieri lo abbiamo dimostrato, con una partita che poteva anche essere vinta, se non fosse stato per quel calo di concentrazione che ha permesso alla Spagna di impattare con Fabregas al 19' del secondo tempo, appena 4' dopo il gol di Totò Di Natale, subentrato pochi minuti prima ad un Balotelli snervante e capace di divorarsi un gol grande come una casa. Il rammarico, come ha sottolineato Prandelli, è rappresentato dall'incapacità di gestire il vantaggio, proprio nei minuti in cui l'Italia avrebbe dovuto approfittare dello sbandamento spagnolo.

Fin lì, l'Italia, Balotelli a parte, era stata perfetta. Pirlo maestoso, vero centro della Nazionale: la sfida con Xavi è stata stravinta, e non solo per l'assist al bacio dell'1-0. Giganteschi anche Buffon (la sua parata su Iniesta sullo 0-0 vale un gol) e Chiellini. Il portiere è la nostra forza, sia sul piano tecnico sua sul piano morale (non a caso è il capitano): cent'anni di salute! Ma come dimenticare De Rossi, che al centro della difesa fa una signora partita, da signor difensore. Maggio super, Marchisio idem, Cassano ci ha messo l'anima. Chi è andato malissimo, è stato Balotelli, anche se è difficile dire se Di Natale, con il suo gol (undicesimo centro azzurro) gli ruberà davvero il posto. Giacchierini, invece, sarebbe totalmente da rivedere: si è impegnato, ma a tratti pareva aver paura del pallone (e l'1-1 nasce da un suo errore).

Tutto questo avveniva fino al 64'. Poi è subentrato un po' di complesso di inferiorità. Forse non ci aspettavamo di prenderlo così presto questo maledetto gol, fatto sta che ci disuniamo. E la Spagna, che fin lì aveva avuto una sola vera palla gol (quella di Iniesta citata in precedenza), ne ha altre due con Torres, che Del Bosque mette in campo nell'ultima mezz'ora. Sulla prima, Buffon fa l'intervento dell'anno con un'uscita di piede degna del miglior Baresi; sulla seconda, ci pensa l'attaccante spagnolo a fallire di poco un pallonetto.

Torres sì - Torres no è stato il vero crack tattico di Del Bosque, a sorpresa orientato nel non schierarlo dall'inizio, mettendo di fatto una Spagna senza punte. Non appena è entrato, De Rossi, trovandosi di fronte una punta vera, ha sofferto tantissimo. Anche per questo, De Rossi deve essere riportato a centrocampo, dove Thiago Motta non è capace di dare la stessa qualità (e al 45' ha fallito un occasione che Daniele non avrebbe sbagliato). Nonostante i patemi finali, l'Italia non è mai stata a guardare, andando a sfiorare il gol ancora con Di Natale (imbeccato meravigliosamente da Giovinco, subentrato a Cassano) e col gigantesco Marchisio. Il risultato, però, non è più cambiato.

Rimane che questa è stata la partita più bella di quest'Europeo finora. Rimangono i passi avanti: tantissimi. La qualificazione ai quarti è una prospettiva che non è lontana. E non facciamoci impressionare troppo dal 3-1 della Croazia sull'Irlanda: se abbiamo fermato la Spagna, con la stessa determinazione di oggi batteremo i croati a Poznan, giovedì. E a quel punto potrebbe essere quasi fatta, se la Spagna farà la Spagna con l'Irlanda (Trap, ci dispiace...) e la Croazia. Per ora c'è solo una certezza, però: l'Italia c'è. Forza Azzurri!

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