Durante l'indimenticabile radiocronaca di Germania-Italia 1-2, chi ha ascoltato si è anche potuto godere un momento molto particolare dalle voci di Riccardo Cucchi e Francesco Repice. Un frangente tanto casuale, quanto significativo.
Siamo immersi nel concitato secondo tempo, gli Azzurri sono in attacco e Cucchi la sta raccontando. Di Natale sul pallone scambia con Diamanti. Il buon Totò che però verrà confuso con Del Piero, uno di quei nomi entrati nella storia di "Italiagermania", l'ultimo, prima della folgore Mario Balotelli.
Francesco Repice, pochi minuti dopo, ritorna sull'errore. Errore che però verrà fortificato, abbellito. Errore che diventa una perla, un capolavoro. C'è chi in televisione e nelle telecronache nei suoi errori grossolani ci casca dentro e non ci esce più. C'è chi, invece, dall'errore ne produce una forte emozione. Del tutto spontanea ed incoscia, ma per questo ancora più bella. Perchè è il segno di riconoscimento dell'Eternità di Alessandrodelpiero, perchè è la prova della grandezza di una figura che, come una divinità, può fare le sue apparizioni in qualunque momento. La prova che occuperà per sempre un posto di rilievo nei cuori di chi lo ha amato e di chi lo ha raccontato. E di chi, purtroppo, non potrà più raccontarlo. Ed è da questi piccoli episodi che si comincia a prendere coscienza che anche questa storia è arrivata ai suoi titoli di coda. Anche se ancora si ascolta un saluto "al giocatore della Juventus". Da domani anche con l'appellativo di "ex", ufficialmente, definitivamente.
Dolcissimo, bellissimo. Vale, forse, più di milioni di parole e di speciali televisivi.
Una lettera di Alessandro Del Piero, pubblicata oggi nel suo sito ufficiale.
Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi.
Non è una notizia, ma sapere che è “ufficiale” fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c’è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare. Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche recente amarezza… oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell’abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l’istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile.
Qualche tempo fa, prima di partire per le vacanze, ho svuotato il mio armadietto a Vinovo e, uscendo dal campo d’allenamento, mi sono fermato là dove per molti mesi mi avete aspettato voi per un una foto, un autografo, un saluto… sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchia. Ma questa volta sono io a salutarvi e a ringraziarvi, come voi avete fatto con me.
I giocatori passano, la Juventus rimane. Rimangono i miei compagni, ai quali auguro il meglio: tiferò sempre per loro. Rimanete soprattutto voi tifosi, che siete la Juventus. Rimane quella maglia che ho amato e amerò sempre, che ho desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. Sono felice che altri dopo di me possano indossarla, anche e soprattutto la “10” che da quando esistono i nomi sulle maglie bianconere, ha sempre portato il mio. Sono felice per chi la indosserà l’anno prossimo, sono felice che da qualche parte – in Italia e nel mondo – qualcuno sta sognando di indossarla. E sarei orgoglioso che volesse ripercorrere la mia storia, come io ho fatto con altri campioni, altri esempi, altre leggende. Da domani non sarò più un giocatore della Juventus, ma rimarrò per sempre uno di voi.
Adesso comincia un’altra avventura. E io sono carico come 19 estati fa.
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