di Fabio Stellato
Anche quest'anno , come da tradizione, la grande carovana rosa del giro d'Italia è seguita minuto per minuto dalla radio che, per la serie "squadra che vince non si cambia", al suo seguito ha confermato il quartetto dell'anno passato; Emanuele Dotto e Giovanni Scaramuzzino dall'arrivo e Tarcisio Mazzeo e Massimo Ghirotto dalla cuore della corsa, da due settimane stanno raccontando una corsa rosa, priva di grandissimi nomi, ma dal fascino immutato, nonostante una tre giorni iniziale in Danimarca che ha fatto storcere, non poco, il naso ai tradizionalisti.
Chi ha la fortuna di seguire il giro alla radio non puo non apprezzare le impeccabili cronache di questi 4 moschettieri del microfono, cosi diversi tra di loro eppure cosi uguali; non si possono non apprezzare le digressioni storicoletteralgeografiche di Emanuele Dotto, non si puo non apprezzare il piu piccolo, insignificante, dettaglio che non sfugge mai a Govanni Scaramuzzino, non si possono non apprezzare le molte cartoline di Tarcisio Mazzeo che non manca mai di "farci vedere" il paesaggio che circonda la sua moto, non si puo non apprezzare l'occhio del gregario Massimo Ghirotto, non si puo non apprezzare una radiocronaca di squadra che ti fa davvero vedere la tappa a 360°, quasi quanto la si possa vedere in tv.
Una squadra che ha trovato, al suo secondo anno, un invidiabile affiatamento, e dove tutti i ruoli sono diventati fondamentali anelli di una catena che ci auguriamo nessuno spezzi mai per molti anni.
1 commenti:
Le digressioni storicoletteralgeografiche di Dotto? Qualche volta esagera...non devi "fare Emanuele Dotto" sempre e comunque, qualche volta si può anche fare semplicemente il radiocronista. A qualcuno per esempio può dare un po'di fastidio sentire Breuil pronunciata con la r francese o sentire tutti i nomi di un paese o di un fiume... altre volte è apprezzabile, certo, ma ci sono momenti e momenti, secondo me. Per il resto, condivido, e noto anche il grande miglioramento di Ghirotto
Claudio
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