
E sono sui bianconeri che si stanno concentrando le maggiori attenzioni e le migliori emozioni di questo scorcio di torneo. Più punti di ogni altra squadra: come mai accaduto nella storia recente del club che in un giorno come oggi, festeggia nel migliore dei modi i suoi 114 anni di gloriosissima storia.
Delle radiocronache repiciane, buonissima parte sono state concentrate sulle partite degli uomini di Conte, raccontati da Francesco per 4 volte nelle ultime 5 occasioni. E decantati e raccontati come fino a qualche tempo sembrava solo una realtà lontana, per una formazione che disperdeva i cocci di continue disfatte.
Il turno infrasettimanale e Juventus-Fiorentina nella fattispecie, risuonano da esclamazioni da "Gentili ascoltatori, è un monologo bianconero di una Juventus che non si ferma mai" a "Juventus implacabile e strameritatamente in vantaggio" passando per gli "Applausi a scena aperta per i giocatori di Antonio Conte" e i "Vidal dappertutto, Pirlo sublime, Matri un fattore scatenato, Barzagli recuperato a dir poco, Pepe a dir poco caparbio".
E poi, il momento di maggior emozione di una partita, il gol. E l'effetto del nuovo stadio è fin troppo evidente, perchè il grido di almeno quarantamila tifosi è, ora si, davvero sovrastante ed anche in grado di offuscare un pò i decibel del cronista. Come evidentemente poco accadeva nei modesti contesti che per troppi anni non hanno gratificato appieno il popolo juventino. Così come il gioco di una squadra che, in particolare nella prima frazione di gioco, ha esaltato anche chi la partita l'ha raccontata.
Il sapore dell'ascoltare elogi e gratificazioni per i bianconeri, è particolare proprio perchè nasce da una sofferenza che, chi tifa Juve, ha patito in questi anni e forse sta ancora patendo, perchè è ancora troppo presto per staccare quei piedi da terra che il suo generale Antonio Conte, predica in continuazione di dover tenere appiccicati a terra, memori delle fin troppe illusioni del recente passato, ancora non digerite.
E' molto presto, però qualche differenza tra l'Inter-Juve 1-2 di sabato sera e quei Derby d'Italia vinti dal bianconero-juventino di questa storia recente. A partire proprio dal racconto del cronista fedele al racconto che negli anni ha raccontato la piccola grande storia della sfida tra bianconerazzurri.
Come non ricordare Juventus-Inter 1-0 del febbraio 2011, targato Gigi Delneri: Repice ci parlò di "Una Juventus fortemente legata al risultato che ha protetto in ogni maniera e, tra molte virgolette, costretta ad un gioco provinciale".
Come non ricordare Juventus-Inter 2-1 del dicembre 2009, targato Ciro Ferrara: Repice, al fischio finale, sancì un "Risultato a sorpresa all'Olimpico di Torino!". A sorpresa, nonostante la storia e il prestigio della società, ma a quei livelli si era abbassata.
Sabato sera, così come il martedì precedente, al tifoso juventino che ha ascoltato Francesco Repice e Tarcisio Mazzeo, arrivava finalmente l'autorizzazione di sognare, perchè dopo tanti anni si è tornati a sentire di "Una Juventus che mette i brividi alla difesa nerazzurra" e dei poderosi "Rrrreeeeteeee" non solo per dei gol amaramente incassati.
E nei minuti finali, eccola la vittoria di una Juventus "col piglio della grande, condotta di gara ineccepebile, capace di addormentare la partita nella fase più critica, dimostrando di valere il primo posto in classifica".
Dolci, dolcissime parole che fanno effetto, nella serata che si apriva con l'augurio che "la parola torni finalmente al campo e che il pallone rotoli su quel prato verde immacolato". Il prato verde ha dato ragione alla Signora e torto ad un Biscione catapultato nell'inquietante zona retrocessione, a poco più di 15 mesi dal mitico Triplete già vecchio di 4 guide tecniche. Non si va oltre all'incoraggiamento finale in cui i giocatori vengono comunque applauditi dal pubblico, dopo avercela messa veramente tutta. Ma - e sono sempre le parole di Repice - contro questa Juventus c'era ben poco da fare.
E il neo della serata diventa marginale, perchè ora la Juve può anche permettersi e vantarsi di non dover recriminare su un netto rigore negato a quel "Claudiomarchisio" diventato perno inamovibile dell'undici juventino. E magari evitare di incaponirsi coi radiocronisti che, in diretta, forse avrebbero potuto evidenziarlo in maniera più attenta e precisa. Dettagliucci.
La Juventus vola, ma con le antenne ben dritte alla più che mai insidiosa trasferta di Napoli contro Cavani, Lavezzi e compagni, affamati dello sgambetto che agli azzurri riesce regolarmente dal 2007.
Francesco Repice è instancabile ed incontenibile e riesce ad incantare a suo modo sia in domeniche dolorose con la morte di Simoncelli nel cuore, sia in sfide eccitanti ed esaltanti. E nonostante sia in un periodo in cui viene spremuto come un limone, di radiocronaca in radiocronaca, riesce a piacere sempre di più.
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