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Ripartiamo da dove eravamo rimasti sette giorni fa...
Il girone di ritorno vide l'allontanamento dalle zone di vertice del Milan, che pagò l'infortunio del suo centravanti Filippo Inzaghi, e del Chievo e l'avvicinamento prepotente della Juventus, tornata in splendida forma dopo le difficoltà autunnali. La lotta diventò così a tre e vide le contendenti alternarsi in vetta alla classifica domenica dopo domenica. Il torneo sembrò arrivare ad una svolta il 24 marzo quando l'Inter, battendo la Roma nello scontro diretto di San Siro, andò a +3 sui giallorossi e +4 sulla Juve. La domenica successiva il distacco sulla Juventus crebbe a sei punti e sembrò tagliare fuori i bianconeri; un'inopinata sconfitta casalinga dell'Inter contro l'Atalanta alla trentesima giornata riaprì però i giochi. A tre giornate dalla fine l'Inter affrontò il Chievo, mentre la Juventus giocava a Piacenza: se al novantesimo minuto i nerazzurri avevano già le mani sul titolo vincendo al Bentegodi, mentre le inseguitrici permanevano sul pareggio, nei minuti di recupero le simultanee marcature di clivensi e torinesi portarono d'un colpo da 5 a solo 1 i punti di vantaggio dei milanesi. Le tre squadre arrivarono così all'ultima gara, il 5 maggio, in questa delicata situazione di classifica: Inter 69, Juventus 68, Roma 67. Se per i giallorossi le speranze erano ormai flebili, la Juventus impegnata sul campo dell'Udinese sperava in un regalo della Lazio, che a Roma sfidava l'Inter. Allo stadio Olimpico l'ambiente era però ottimale per i nerazzurri dato che la stessa tifoseria biancoceleste, un po' per gli stretti rapporti d'amicizia coi meneghini, un po' per odio nei confronti della sua dirigenza, era chiaramente disposta a sacrificare l'ingresso in zona UEFA pur di vedere trionfare i neroazzurri: già dopo 10 minuti di gioco la Juventus aveva risolto la pratica con i gol del capocannoniere David Trezeguet e del capitano Alessandro Del Piero. Quando l'Inter andò in vantaggio per la seconda volta nel primo tempo - dopo una rete laziale - tutta Italia credette di star assistendo ad un copione scontato. Ma accadde l'imponderabile: dapprima arrivò la seconda rimonta laziale, poi addirittura nella ripresa i nerazzurri crollarono sotto i colpi dei biancocelesti e la gara finì 4-2. A Udine scoppiò così la grande festa per il 26º scudetto bianconero, uno dei più sofferti e inattesi. Con la contemporanea vittoria della Roma, l'Inter finì addirittura terza, lasciando l'ambiente nerazzurro tra le lacrime e nello scoramento per un obiettivo inseguito 13 anni ed ancora una volta sfuggito. Con la Lazio entrò dunque in UEFA anche il ChievoVerona, splendida neopromossa che si affacciava subito all'Europa. Ad un certo punto i clivensi avevano pensato addirittura ad un posto in Coppa dei Campioni, che invece finì al Milan. In coda si registrarono le discese in B di Venezia, Fiorentina, Lecce che in quell'anno rappresentò da solo l'intero Sud-Italia, e a sorpresa del Verona di Alberto Malesani che nonostante fosse dotato di grandi stelle nascenti del calcio italiano e internazionale, come Oddo, Gilardino, Camoranesi e Mutu, mancò la salvezza, causa anche una classifica stretta per il quindicesimo posto, nella quale fino al fischio finale erano coinvolte anche il Brescia e l'Udinese. Invece la Fiorentina, dopo un campionato anonimo, retrocesse clamorosamente. Per i gigliati fiorentini in estate arriverà addirittura il fallimento della società e il declassamento in Serie C2. Ai veronesi invece fu fatale lo scontro diretto contro il Piacenza dell'altro capocannoniere Dario Hubner, che gettò i veneti nel baratro.
Ma noi viviamo il dramma sportivo di quella giornata
Giornata 34 - 5 Maggio 2002
In studio Alfredo Provenzali
da Roma per Lazio-Inter Riccardo Cucchi e Bruno Gentili
da Udine per Udinese-Juventus Livio Forma e Giuseppe Bisantis
da Torino per Torino-Roma Giulio Delfino
da Brescia per Brescia-Bologna Emanuele Dotto
da Piacenza per Piacenza-Verona Tonino Raffa
2 commenti:
Da torino oltre a Delfino c'era Mauro Carafa
ale
Secondo me per emozioni, ritmo e patos quella del 5 maggio 2002 è stata una delle puntate più bella di Tutto il calcio minuto per minuoto. Gli interventi "sentenza" di Cucchi, il racconto stranziante di Gentili e le parole memorabili di Bisantis resteranno per sempre nella storia di questa straordinaria trasmissione.
S.G
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