di Marco D'Alessandro - Scrivere e cercare l'analisi critica di una radiocronaca di una spettacolare e memorabile finale di Coppa dei Campioni il giorno dopo che il calcio nostrano ci regala l'ennesima sequela di marcio senza fine, è davvero una violenza al buon gusto. Una finale di puro calcio e di autentica poesia, roba che riconcilia sul serio. La squadra probabilmente più bella della storia recente che non conosce ostacoli decantata dal radiocronista dell'enfasi più enfatizzata ed enfatizzabile, nel tempio del calcio di Wembley in Londra riempito di centomila anime circa. Nella finale di Coppa dei Campioni.
Saranno due fattori esagerati che vanno oltre certi limiti. Il Barca di Guardiola sarà troppo bello per sembrare autentico e fa sembrare tutto facile non facendo mai vedere la palla agli avversari, Repice sarà anche troppo spinto ed urlato in certi frangenti con decibel che non sapremmo se e quanto sarebbero condivisi da santoni come Ameri, Ciotti, Carosio, Bortoluzzi, Provenzali o Cucchi e altri.
Sarà. Però in un momento come questo personalmente non ce ne può fregare granchè, perchè almeno siamo di fronte ad emozioni vere e calcio autentico che.. no, per carità, non azzardate a levarci, per l'amor di Dio. Non provate nemmeno a toglierci il gusto di sentirla cantata, decantata e ricantata. Oggi non potremmo avere migliore scorciatoia contro le porcherie nostrane e contro le nostre finali il cui commento tecnico nello specifico di un Presidente è:"Banda Bassotti, sapete solo rubare" e che poi esonera 35 allenatori in 35 minuti.
Il Barcelona decantato da Francesco Repice è una scialuppa di salvataggio per chi ama il gioco del pallone. Esagerato, tremendamente esagerato, ma soddisfacente ed appagante, talmente catartico per tutta la durata della partita che pensare ad altre cose non è possibile in quel momento stesso. Viva il Barcelona immaginifico, viva la squadra che tocca il cielo di Londra col dito della vittoria, viva l'autentica poesia, viva Abidal che sconfigge una grave malattia e alza la Coppa con le Orecchie. L'esaltazione massima di Repice per una squadra raramente così meravigliosa e anormale è solamente qualcosa di buono per amare il pallone. E' solamente entusiasmo genuino. Forse l'ultimo grande divertimento calcistico prima di mesi caldi, di mercato che prende in giro i tifosi e di rogne. Tante rogne.
Unico appuntino vero della radiocronaca: forse è mancata una nota sull'Inter campione uscente. In momenti in cui il calcio italiano è in riserva anche dal punto di vista tecnico, ricordiamo che l'unica squadra di club in grado di ostacolare questa squadra incredibile a livello di Coppa Campioni, è stata proprio una del nostro campionato. Tra l'altro, Repice narrò quelle due partite tra andata e ritorno. Come non ricordarlo..
#TICBemozioni
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giovedì 2 giugno 2011
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4 commenti:
ha fatto bene a non insozzare il nome del Barça nominando la più che fortunata squadra milanese....l'anno scorso, TORNO A RICORDARE anche qui, ha avuto la meglio di un Barça che si era sparato no nso quant ore di pulmann per arrivare a Milano per colpa del vulcano islandese....fosse stato il contrario Mourinho avrebbe pianto ancora oggi
un antico proverbio cinese diceva: se mia nonna aveva le ruote era un camion
dimenticato di firmare
Akessandro atti
L'inter sarà stata anche fortunata all'andata...Il Barcellona era stanco..ma ha una difesa ridicola. Il tanto decantato Barcellona al ritorno: parate di Julio Cesar: una nel primo tempo su Messi. Secondo tempo non ne ricordo. Mourinho avrà fatto pure catenaccio (umiltà e consapevolezza di essere inferiore al Barca)ma nel calcio, oltre al possesso palla, contano i gol.
Riki
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