di Daniele Mosconi
Prima divisione
E' finita! a festeggiare sono Verona e Juve Stabia. I veneti tornano in B dopo 4 anni, mentre le vespe hanno dovuto attendere ben 60 anni.
Una gioia immensa ha invaso le due città. Merito, ma non solo, di
dirigenze che hanno fatto di tutto per rendere vero ciò che mesi fa
sembrava soltanto un sogno. Complimenti da parte nostra a tutte e due.
Girone A
La Salernitana si trovava a scalare un monte molto alto. Il 2-0 del "Bentegodi" era pesante da ribaltare, ma il clima in città faceva presagire qualcosa di positivo. La squadra ci ha provato, in maniera molto confusa per la verità. Dovevano fare la partita i ragazzi di Breda, ma alla fine il Verona ha avuto gioco facile nel controllare
senza grossi patemi d'animo le sfuriate dei giocatori granata.
Soltanto le giocate di Fabinho e Ragusa hanno permesso alla Salernitana di essere pericolosa. Sugli esterni i padroni di casa hanno incentrato la loro partita e la difesa scaligera aveva enormi difficoltà. Halfredsson e Martina Rini si sdoppiavano per andare a coprire le avanzate degli esterni locali. Carrus giocava con il solito
problema al piede ma non incideva come avrebbe voluto. Fava là davanti era nullo e la sua sostituzione è stata molto tardiva. Le occasioni nei primi 45 minuti si equivalevano, ma la svolta avveniva alla fine del primo tempo, quando Ragusa, in una delle sue serpentine, si faceva stendere in area. L'arbitro non aveva dubbi e assegnava il rigore. Da notare che nessun giocatore del Verona ha protestato. Comportamento "british" in una sfida come questa da sottolineare con enorme piacere.
Dal dischetto, il futuro scaligero (?) Carrus segnava spiazzando Rafael. Si andava negli spogliatoi, con il pubblico in visibilio perchè sentiva che il "miracolo" poteva avvenire. Solo una rete e le cose si sarebbero appianate definitivamente permettendo alla Salernitana di attendere il Verona per poi colpirlo in contropiede. Ci si aspettava nel secondo tempo una Salernitana diversa, più battagliera, invece era il Verona a controllare, con più scioltezza, le scorribande dei locali. Le occasioni c'erano ma Rafael rispondeva sempre da par suo. L'uscita di Carrus era il momento topico della partita, perchè senza il suo fantasista la luce nell'attacco granata
si spegneva in maniera definitiva. Il gioco sulle ali, che fino a quel momento era stato la variante più pericolosa, perdeva di smalto. Così il Verona aveva gioco facile a tenere lontano il pallone. Al triplice fischio finale, i circa 700 tifosi veronesi si abbracciavano per festeggiare il ritorno in B. Dopo quello spareggio contro lo Spezia,
sono passati 4 anni. Delusioni cocenti, la più forte lo scorso anno quando in finale gli scaligeri hanno visto festeggiare il Pescara, nonostante il grande campionato vissuto con Remondina. Mandorlini sostituendo Giannini ha dato al Verona quel di più che gli serviva per spiccare il volo. Sempre nelle retroguardie della zona play off, il Verona in questi spareggi non ha sbagliato nulla. Determinato e deciso nelle sfide interne, quelle più importanti per il peso delle responsabilità che gli dava, attento e mai arrendevole nelle gare in trasferta. Ferrari, autentico mattatore di questi play off con 4 reti, ha già dichiarato che vuol restare in gialloblù. Mandorlini dal canto suo non ha mai posto grane per restare, quindi a nostro parere le basi
sono solide e Verona può tornare a vivere in un campionato più consono al proprio blasone.
Per la Salernitana ora tutto diventa drammaticamente difficile. Le sorti della squadra erano anche affidate alla partita contro il Verona. Il ritorno in B significava soldi freschi che avrebbero aiutato la società a ripianare i tanti debiti che ha (si parla di 10 milioni di euro di debito). Al momento le uniche notizie che si hanno
sono le parole del Ds Salerno che ha rilasciato dichiarazioni molto pessimistiche. Il suo "vedremo" a caldo non preannuncia nulla di buono. Salerno e la sua tifoseria non meritano di vivere questi giorni. Qualunque scelta verrà fatta, chiunque si prenderà questa società, una sola cosa noi chiediamo: abbiate rispetto della
tifoseria. Poche sono quelle così innamorate della propria squadra.
Girone B
Dalla sfida tra Atletico Roma e Juve Stabia, vincitrice esce la squadra di Braglia. Una Juve Stabia completamente diversa da quella vista non meno di 8 giorni fa al "Menti". Quella era una squadra intimorita, quasi in soggezione dinanzi ad un avversario che ha fatto tutto bene, tranne segnare il gol che poteva dare un senso diverso a questa finale. Alla fine i gol di Molinari e Corona regalano alla tifoseria gialloblù una clamorosa doppietta (promozione e coppa italia di categoria) non riuscita a nessuno nei campionati professionistici.
Motivo di vanto per un tecnico esperto come Braglia. Ovunque sia andato, l'allenatore toscano ha sempre portato con se nel suo bagaglio il lavoro serio e la professionalità prima di tutto. Dispiace che non
sia andato anche lui a festeggiare al "Menti" con la squadra. Gli ultimi rumors parlano di un accordo ormai imminente con lo Spezia. La squadra era partita per un campionato di vertice, con gli acquisti di giocatori importanti come Corona. Il suo arrivo lasciava faceva sognare la piazza. Il vero punto di forza della Juve Stabia in questo campionato è stato sicuramente il "Menti" dove la squadra di Braglia ha costruito la sua storica cavalcata. Adesso il presidente Manniello dovrà costruire una squadra che faccia la sua bella figura nel
campionato cadetto, sapendo bene che la Lega Pro è completamente diversa dalla B.
L'Atletico Roma ce l'ha messa tutta ma alla fine non è bastato.
Perdere due partite in casa nei play off è stato il crocevia di una stagione che tutto sommato rimane molto positiva. Il presidente Ciaccia ha allestito una squadra che doveva puntare in alto. La soddisfazione di essere arrivati fin lassù rimane. E chissà che questo campionato non abbia conquistato le simpatie di qualche nuovo tifoso della terza società di Roma. Sarebbe la vittoria più bella.
#TICBemozioni
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martedì 21 giugno 2011
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