La tristezza infinita per una morte in diretta
di Fabio Stellato
Quando la ludicità del nostro vivere quotidiano viene segnata da un dramma, inevitabilmente quella ludicità diventa improvvisamente effimera.
La tragica morte di Wouter Weylandt ha sconvolto il mondo del ciclismo, ma non solo; l'Italia intera si è stretta attorno al corridore belga in quei drammatici attimi che sono seguiti alla caduta. Chi seguiva la gara in tv, alla radio o sul web, chi ha avuto la notizia dall'immediato passaparola che si è formato, tutti in attesa di notizie che ci auguravamo confortanti, anche se a tutti pareva ormai chiaro che la vita di Wouter si era spezzata in quella discesa verso Rapallo. Della morte del 27enne ciclista belga della Leopard è stato detto e scritto tutto in questi due giorni, da testate ben piu' auterovoli ed importanti della nostra; l'intento di chi scrive queste righe non è quello di raccontare il già letto o di snocciolare parole che potrebbero sembrare di circostanza, ma è semplicemente quello di assolvere l'impegno preso con i lettori di questo nostro blog; impegno che è quello di narrarvi cio' che narra RadioRai in materia di calcio e di sport. Ci sembra pertanto doveroso non ignorare il drammatico racconto radiofonico che lunedi pomeriggio ha "trasformato" Emanuele Dotto e Giovanni Scaramuzzino in cronisti di nera. Un racconto sempre composto e mai concitato nonostante le cirostanze, Emanuele Dotto sempre in postazione, Giovanni Scaramuzzino a fare da spola a caccia di notizie, la corsa che passa in secondo piano ma che è stata seguita con professionalità, l'assoluto silenzio che circonda il traguardo, l'annnuncio del decesso quando ancora la notizia non era ufficiale "non per fare lo scoop, ma semplicemente per dare la notizia", la voce rotta dalla commozione, il ricordo di altri drammi sportivi; un angosciante pomeriggio dalle emozioni forti che RadioRai ha raccontato minuto per minuto in tutta la sua drammaticità e che noi abbiamo riassunto in poco piu' di 20 minuti e che vi proponiamo non per rivivere una morte in diretta, ma per apprezzare la professionalità dimostrata da chi ha scelto di raccontare divertimento e che si è trovato suo malgrado a raccontare altro.
Martedi è stato il giorno dell'omaggio, il gruppo ha ricordato a suo modo Wouter in una tappa quantomai difficile da raccontare alla radio, un lento pedalare tutti assieme verso "non un traguardo, ma un arrivo" che ha visto davanti a tutti, in unico grande abbraccio, il miglior amico di Weylandt, Tyler Farrar assieme agli 8 compagni di squadra della Leopard.
5 commenti:
anche se non è della redazione sportiva, io ricorderei anche Francesco Graziani, conduttore di Baobab,all'altezza della situazione. Non così per altre persone che in quel momento lavoravano con lui...
Marcello
Con lui c'era Barbara Condorelli, che aveva il compito digestire lo spazio musicale....spazio che peraltro è stato ridotto. Non credo gli si possa rimproverare nulla...
Graziani infatti è stato molto bravo, chi organizza la trasmissione dietro le quinte ha voluto effettuare ugualmente certi collegamenti che forse era il caso di tralasciare
Marcello
Ah....ti riferisci ai collegamenti con i caseifici del parmigiano......bhe, nn so francamente se bisoganva fermarsi....al momento Wouter è ancora grave, ma non era ancora dato per morto.
Concordo sul fermarsi per i lutti....ma se uno è ancora vivo, fare i funerali prima del tempo puo essere di cattivo gusto (oltre che iettatorio).
Non dicevo di fermarsi, ma visto che si era capito che si trattava di una cosa molto grave, secondo me era opportuno stare solo sulla notizia, e credo che sia quello che Graziani avrebbe voluto faare, ma non decideva solo lui.
Posta un commento