Il 21 Marzo 2009, dallo stadio Armando Picchi di Livorno, il campionato di Serie B raccontò della squadra amaranto (in piena lotta promozione) che subiva una clamorosa rimonta casalinga dall'Ancona: dal vantaggio di 2-0, alla sconfitta per 2-3. Ma quel giorno, dalla cabina dell'Ardenza, ci ricordiamo il debutto in "minuto per minuto" dell'ultimo arrivato dello squadrone attuale di radiocronisti della nostra trasmissione più amata: Giovanni Scaramuzzino. Sono passati poco meno di due anni da quella prima volta calcistica per capire che questa voce avrebbe avuto un futuro anche oltre al Ciclismo, dove domina già da tanti anni e dove riesce ad appassionare anche chi con la bicicletta pensava di aver chiuso. Quel giorno non sbagliò a prendere al contrario la Via Aurelia nello stesso giorno della Milano-Sanremo. Ed evidentemente era destino che quel 2-3 non sarebbe stato l'ultimo. Già. Ricordiamo anche il Mondiale sudafricano dove uno dei pochi italiani a vincerlo: riusciva a commentare le due Coree nel giro di pochi giorni senza mai sbagliare una pronuncia. Ricordiamo le ottime chiacchierate con Gabriele Majo che abbiamo riportato su questo blog, ad evidenziare anche la grande cultura del personaggio in questione, non solo grande giornalista, ma anche ottimo scrittore.
Il 2-3 maturato dall'Inter all'Allianz Arena di Monaco è destinato a rimanere nella memoria di tutti per almeno qualche decennio. Un'impresa storica, una vittoria mitica. E Scaramuzzino, così come l'Inter, se l'è proprio guadagnata e meritata sul campo. Era l'esordio assoluto in una cronaca integrale di Coppa dei Campioni, in quei 90 minuti totali in cui l'unica possibilità di respiro è racchiuso in un intervento da studio di Simonetta Martellini per segnalare un cambiamento di punteggio di un'altra partita (una sola). Non sarebbe potuto essere un esordio più bello, non solo certo dovuto alle emozioni gigantesche regalate dall'undici di Leonardo.
Di radiocronaca capolavoro avremmo parlato anche se i nerazzurri non ce l'avessero fatta perchè di radiocronaca capolavoro si stava comunque trattando. Scaramuzzino ha strameritato l'onore di raccontare la partita più importante delle italiane in Europa, quella che sarebbe anche potuta essere l'ultima, quella che è stata una riedizione della scorsa finale di Madrid. Massimo prestigio, massima tensione: alla vigilia ci si sarebbe aspettati la presenza dei primissimi come Riccardo Cucchi o Francesco Repice. Ed invece la scelta di puntare proprio su Scaramuzzino, che è di fatto l'ultimo arrivato in ordine cronologico, si è rivelata davvero vincente. Passi da gigante nel giro di neanche 24 mesi. Una radiocronaca d'altri tempi, ricca di fascino e con l'attenzione sempre riservata a chi lo stava ascoltando: ci ha sempre spiegato per filo e per segno le azioni, non tralasciando mai alcun dettaglio, mai dimenticandosi di essere in radio, mai dimenticandosi che chi lo stava ascoltando pendeva dalle sue labbra, nonostante lui sia stato anche uomo di telecronache in un recente passato. Chi ha avuto la fortuna di seguire la partita dalla televisione e sentendo nello stesso momento la radio avrà notato come le parole di Scaramuzzino rispecchiassero molto la realtà del campo. E' uno di quei radiocronisti capaci di riprendere le orme dei mostri sacri, di ricordare quello stile e di arricchire di quel fascino antico ed epico, quel pathos senza prezzo di una partita mitica. "Signori, si fa davvero dura!" - "Adesso si che puoi crederci, Inter!". E poi quel grande urlo liberatorio per il gol di Pandev, il piatto sinistro sotto l'incrocio, dopo il passaggio vincente di Samuel Eto'o che ha costruito un'azione meravigliosa. E' stato bello, troppo bello. Quelle volte in cui i freni inibitori non si possono più trattenere per un evento così eccezionale. Il "gooooool" più lungo, più intenso, più desiderato, più sognato per cui per una volta vale la pena lasciare da parte gli schemi tradizionali dopo una partita di pura apnea. Sarà bello, un lontano giorno, ricordarsi di quella notte e di quella voce che ha trasportato, ha emozionato e ha fatto vedere senza gli occhi. L'ennesimo capitolo della serie italiana che beffa i tedeschi. Grazie Giovanni, radiocronista strepitoso di una strepitosa Radio 1. Grazie Inter, ultima bocca da fuoco del calcio italiano. Ci rigodiamo i momenti salienti che rimarranno eterni.
E in omaggio, come facciamo spesso nelle grandi occasioni da rigodere, abbiamo voluto realizzare una extrasintesi emozionale in versione clip musicale sovrapposta alla voce del Cronista. Sperando vi piaccia.
Marco D'Alessandro
#TICBemozioni
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giovedì 17 marzo 2011
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1 commenti:
Scaramuzzino è davvero bravo; talvolta, come quelli che sanno di esserlo, ha un po'la tendenza a strafare, soprattutto quelle poche volte che conduce in studio, dove devi essere direttore d'orchestra e non solista (il solo Provenzali, da ottimo ex-solista, sa quando l'assolo non dà fastidio, altrimenti è meglio evitarlo, come fa Corsini). La voce è bella, lo considero sotto questo punto di vista erede di Claudio Ferretti e credo che lui lo possa ritenere un grande complimento, dato che mi pare di avere letto che sia il suo riferimento. Inoltre non ha cadenze dialettali,altro pregio.
Claudio
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