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venerdì 28 gennaio 2011

Maratone, spettacolo e tuffi su bucce di banana

La settimana dei quarti di finale di Coppa Italia è filata via con quattro belle partite, di cui tre trasmesse in diretta, quelle tre che sono state programmate in prima serata. Ci è assolutamente ignaro il motivo per il quale non ci sia stata alcuna radiocronaca di Sampdoria-Milan. Il tardo pomeriggio ha ospitato di recente partite senza alcun interesse specifico come Losanna-Palermo, non vediamo il perchè un quarto di finale di Coppa Italia con la squadra capolista in campo, non abbia potuto godere di una copertura in diretta.
Ci sono state radiocronache intense ed ancora più lunghe del solito, per via dei due supplementari (e poi rigori) di Palermo e Napoli. Ce le rigodiamo tutte e tre.

Il maratoneta Giuseppe Bisantis alla Favorita di Palermo per Palermo-Parma 5-4, con 120 minuti a mitraglia.



Napoli-Inter 5-4 con un Giulio Delfino al limite della voce, ma molto palpitante. Vince e soffre l'Inter. Una curiosità per gli amanti delle statistiche e delle scaramanzie. Due anni fa, per i quarti di finale tra Juventus e Napoli (a Torino), ci fu lo stesso cronista e ricordiamo anche una partita piena di rimpianti per gli azzurri, con due gol annullati (anche se per la Juventus), terminata ai rigori, con un errore di Ezequiel Lavezzi. Una storia molto simile a quella di Napoli-Inter.



E Juventus-Roma ha chiuso la tre giorni di Coppa Italia. Trionfo romanista, ko netto per i bianconeri. Riascoltiamoci la sintesi di Francesco Repice e Tarcisio Mazzeo, poi abbiamo qualcosina da dire, oltre ai complimenti soliti.



Insomma, in 90 minuti e rotti, condotti come sempre in maniera egregia e al di sopra delle parti, qualche secondino di ritaglio che magari sarebbe stato meglio non sentire, c'è stato. Ci riferiamo in special modo a quel fallo su Krasic, bollato immediatamente con un dispregiativo: "Si tuffa, ancora una volta!". Un tono netto, perentorio e diretto, una sentenza ingenerosa soprattutto per quel che ha dimostrato il replay successivo. Ma aldilà di simulazione o meno, sembra tanto di sentire molto pregiudizio in un vero e proprio commento da bar e da curva: non si può definire altrimenti una frase così terra-terra, da divano e non da cabina della radio di stato. Che cosa può pensare un tifoso che sta ascoltando la partita o che si sia sintonizzato pochi minuti prima? Potrebbe aver pensato per un attimo di aver sintonizzato la radiocronaca di Carlo Zampa su qualche frequenza locale romana. Potrebbe aver spento il proprio diffusore, peggio ancora. E magari l'altro tifoso potrebbe approfittarne per alimentare l'odio contro il giocatore, già bello etichettato e mitragliato mediaticamente, in questo caso Krasic, magari altre volte Inzaghi o chi per lui. Bisognerebbe contare fino a 10 prima di lanciarsi in giudizi così taglienti e velenose che possono solo minare la credibilità, in qualsiasi istante (quando le immagini sono solo le voci), di una radiocronaca comunque ottima (ripetiamo, ottima, straordinaria, stupenda). O almeno, se si tratta di sentenziare, lo si potrebbe fare in maniera composta senza perdere la trebisonda e senza calarsi nelle vesti di tifosi, prima che di giornalisti professionisti. Non sono propriamente dei toni da Radio Rai, non sono dei toni da Ameri, da Ciotti, da Cucchi, da tutto il calcio minuto per minuto. Con tutta la bontà e l'affetto, caro Francesco, caro Tarcisio: forse, a nostro modestissimo avviso, vi siete tuffati in una buccia di banana dentro una grande radiocronaca. Succede anche ai grandi, per carità.


Marco D'Alessandro

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