Bisantis eroe della patria: 92 minuti di applausi!

Il sesto 1-1 juventino che Bisantis ha raccontato in questa stagione è di quelli che rimangono dentro nella memoria. E' l'eliminazione dei bianconeri dall'Europa League. La maledizione europea che da sempre assiste come una nuvola fantozziana la Juventus nella sua storia europea, scrive una nuova pagina delle sue particolari trasferte sempre ricche di passi falsi curiosi. Non tanto per l'eliminazione (la Juve ha conosciuto pagine ben più tragiche) ma per le condizioni in cui si è disputata la pseudopartita decisiva. Ghiaccio e gelo totale da far invidia ad un frigorifero di quelli buoni. E non sarebbe che potuto essere Giuseppe Bisantis l'inviato ad un evento di tali proporzioni, perchè è ormai lui la voce ufficiale delle partite giocate nelle condizioni più oscene del mondo. Ce lo ricordiamo, qualche mese fa, in Bielorussia, per l'eliminazione clamorosa dell'Under 21 da Europei ed Olimpiadi, quando le linee andarono a farsi benedire e fece la cronaca dei supplementari da un telefonino, anche lì nel gelo, con annessi e connessi (i cori ravvicinati dei "Be-la-Rus!"). Ce lo ricordiamo anche al Craven Cottage di Londra, nella scorsa stagione, per Fulham-Juventus 4-1, un'altra delusione juventina, con le linee che continuavano a bisticciare con la diretta. Ce lo ricordiamo, sempre con la Juventus, in una trasferta al Bentegodi di Verona nella stagione 2002-2003, in cui si giocò totalmente sotto una nebbia fitta e il nostro eroe fu inviato a bordocampo. Ma ricordiamoci anche il commento in diretta al clamoroso fuorigioco di Bayern-Fiorentina 2-1 dell'arbitro Ovrebo o il 3-3 al cardiopalma di Cagliari-Napoli. E' l'uomo dell'assalto all'ultimo sangue, è l'indomito per eccellenza. Un cronista che non si può non avere nel cuore, soprattutto dopo l'epopea di Lech Poznan-Juventus 1-1 in cui ha stoicamente resistito ai -15 (come minimo) e colorando questa folle partita dei suoi non-significati, esaltandosi nella difficoltà, narrando e descrivendo quanto fosse improvvido calarsi in una partita oscena, mollando i freni inibitori. Non ci ha sicuramente annoiato ripetendo delle condizioni scandalose perchè si è trattato di un'amara realtà ed è riuscito anche ad appassionare l'ascoltatore che gli si avvicinava nel racconto e provava anche un pizzico di compassione per quella voce sempre più sfiata che proveniva dal proprio diffusore. Ed è un peccato dirlo, ma ha pienamente ragione quando afferma che in fondo, uscire da una competizione in cui vengono propinate partite del genere, non è affatto un peccato. Più importante, per la Juve di Delneri, uscire senza infortuni che uscire dalla Coppa stessa, che non vale nemmeno la metà dell'antica Uefa nell'epoca delle "tre Coppe". E nonostante tutto, la squadra bianconera, con cuore, orgoglio e grinta, ha provato fino al 93° a portare a casa una partita che considerava il giusto. Cioè, niente. Pur sfiorando quello che sarebbe stato un miracolo sportivo. La qualificazione alla prossima Coppa dei Campioni, per la società di Corso Galileo Ferraris, vale assolutamente di più, inutile girarci intorno. Non può essere vanificata da partitacce come questa, che il valoroso Bisantis ci ha almeno un pò addolcito così. Ci ha sminuito e sbugiardato l'Europa League come nemmeno il miglior Ugo Fantozzi con la Corazzata Kotiomkin.