Destino ha voluto che il tutto cadesse proprio nel periodo X, all'epilogo di un Mondiale di Formula 1 che su questo blog abbiamo seguito con particolare spasimo, passione, trasporto. Il gp di Abu Dhabi corso al tramonto, non solo nel cielo, ma anche per la Ferrari di Fernando Alonso. Ne abbiamo parlato con Giulio Delfino che ha condiviso con noi, nei giorni di questo indimenticabile (ahinoi) weekend da cuori forti. Ci abbiamo sperato, ci siamo appassionati, abbiamo condiviso con lui le sensazioni anche nel day after di questo amaro finale, che incorona, sì, un campione meritevole dell'iride come Sebastian Vettel, il più giovane pilota a vincere il titolo Mondiale, l'ultimo record di precocità che mancava al giovane tedeschino. Giulio ha definito l'autodromo di Yas Marina "la Disney della F1". Peccato che è un contesto in cui sono emersi i Paperoga Rossi e Alonso, dalla fama di Gastone Paperone si sia improvvisamente trasformato nel tipico Paolino Paperino, immischiato nel traffico dopo uno scherzo del destino dell'ex ferrarista Schumacher e dalle ex alonsiane Renault. E lo scherzo del destino di un muretto box non all'altezza e terribilmente responsabile in questa clamorosa caduta. Che fare gara su Webber e non Vettel sia sciamannato può non essere intuito dai tifosi in piazza e sul divano, può non intuire Gianfranco Mazzoni, può non intuire Giulio Delfino, come è effettivamente stato. Si può sbagliare quando si è soli a dover raccontare un gp per il quale si trepida e senza l'ausilio di 30 monitor e 45 spalle tecniche affianco. Non si può sbagliare quando però si hanno responsabilità così gravose. Ed infatti, si è andato a far benedire un Mondiale piloti dopo uno sforzo ed una rimonta estiva da applausi, che ha purtroppo illuso ad un passo dal sogno. Qualcosa dovrà per forza cambiare, perchè altrimenti non si capisce, dopo 4 anni, quali altre prodezze memorabili bisognerà inventarsi per essere sollevati da un incarico non consono al nome, al censo e alla storia della Ferrari.
Noi andiamo a rivivere l'ultima radiocronaca motoristica del 2010 di Giulio Delfino. Lo elogiamo perchè a differenza dei de profundis televisivi, il nuovo campione del mondo viene accolto comunque con entusiasmo. Senza toni funebri, anche se l'amarezza rossa c'è tutta. Ma onore, sempre, a chi vince.
Si può dire solo grazie a Fernando Alonso e a chi ha consentito di poterci regalare la speranza, ed anche a chi ha contribuito a rendere questo mondiale comunque memorabile. Per chi lo ha vissuto alla radio, sarà il Mondiale della nuova Sigla dello Speciale F1, sarà il Mondiale in cui il cambio in testa al Gp del Bahrain viene raccontato interrompendo gli Onerepublic con "Secrets", sarà il Mondiale il Mondiale dello "Schumacher! Un pazzo!", sarà il Mondiale di un arrivo (Singapore) capace di far slittare un meteoradio, sarà il Mondiale di qualifiche alle 3 di notte annunciate in un Gr in piena notte con Beppe Sacchi in conduzione, sarà il Mondiale del Gp di Corea nelle "notizie favolose" dei GR (visto che, citando una battuta di cui non si può dire l'autore, lo "Scusa Ratzinger, ma Webber si è ritirato" non è nemmeno immaginabile), e tanti altri particolari del bello della diretta. E' andata così. E' stato comunque bello, bellissimo.
Filosoficamente, chi sceglie di amare la Ferrari sa che ci sono tante mazzate da prendere, senza mai stupirsi di quanto possano fare male. Si può aspettare 21 anni senza vincere un Mondiale soffrendo le pene dell'inferno, si può perdere per un blackout mentale di Schumacher, si può perdere perchè spinti fuori alla prima curva da Ayrton Senna, si può perdere Gilles Villeneuve e Didier Pironi nel 1982, si può perdere il Mondiale al giro di ricognizione, si può perdere un Mondiale negli ultimi 200 metri, si può perdere un Mondiale per la ritirata di Niki Lauda al Fuji nel 1976, si può perdere per idiozie strategiche, come nell'ultimo capitolo di una leggenda che mai finirà di far incendiare i cuori rampanti dei propri amanti, che possono anche vincere 5 Mondiali di fila. Nelle corse le vie di mezze non esistono mai. Sono uniche proprio per questo motivo.
2 commenti:
Evviva Marco D'Alessandro!!!!!
Bentornato. Ti auguro che il 10 gennaio 2020 in occasione del 60 esimo di tutto il calcio tu possa essere chiamato in diretta come è successo a quel vetrini.
Ale
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