Rassegna stampa: intervista a Bruno Gentili
Arriva Gentili "Dopo la radio gli azzurri in tv"
MILANO Da bambino simulava le radiocronache con i soldatini che diventavano calciatori: il suo destino era già segnato. Bruno Gentili, 56 anni, cresciuto con Ciotti e Ameri, dopo 25 anni di Tutto il calcio minuto per minuto e 4 a Rai Sport (lascia la carica di vicedirettore) sarà il nuovo telecronista della Nazionale al posto di Marco Civoli. "Non è facile raccogliere il testimone di un collega che ha gridato "campioni del mondo", spero che gli azzurri siano così intraprendenti da farmi parlare meno possibile".
Quale sarà il suo stile?
"Nascerà sul campo. Oggi i ritmi e le proprietà descrittive delle telecronache si avvicinano alla radio, si parla un po' troppo. Io andrò in controtendenza. Lascerò parlare il più possibile le immagini: i veri telecronisti sono i registi. Non sarà facile per me, che a detta di tutti ero il radiocronista più brasiliano: violenterò la mia indole e cercherò di abituarmi alle pause".
C'è un telecronista al quale si ispira?
"Giuseppe Albertini. Lavorava nella tv svizzera negli anni Settanta. Sobrio, essenziale e critico. Mi dispiace solo di non avere accanto in questa mia esperienza Massimo De Luca che ha accompagnato la mia crescita professionale".
Chi sarà la sua "spalla"?
"Il 10 agosto Italia-Costa d'Avorio la commenterò con Marco Civoli, che diventerà caporedattore allo sport a Milano. Poi si vedrà".
Prima di lei soltanto Carosio era passato dalla radio alla tv sulla Nazionale...
"Un maestro. Lui, Martellini, Pizzul, Ameri e Ciotti avevano una sacralità che non non raggiungeremo mai. Unici".
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