E quindi, l'Inter ce l'ha fatta. Campione d'Europa, d'Italia e di Coppa Italia. Tripletta. La Coppa dei Campioni che è tornata a Milano, sponda interista, 45 anni dopo. Si direbbe, evento epocale. E se sul campo ha deciso il Principe Milito, in radio Re Cucchi e Principe Repice hanno fatto il resto ed hanno dipinto, con veri acquarelli, questa impresa così tanto attesa e che è ora realtà, gioia infinita che dura una vita. Riviviamo tutto il meglio di una radiocronaca già entrata nella storia della radio, come di diritto.
14 anni esatti dopo la prima finale cucchiana di Coppa dei Campioni (22 maggio 1996, Roma, Juventus-Ajax), ecco che Riccardo Cucchi è arrivato a raccontare la quarta vittoria italiana in una finale. Juventus, due volte Milan, e Inter. Le tre grandi. La settima finale con un'italiana. Un professionista monstre, una Radiocronaca con la maiuscola, da grande padrone del microfono, da grande maestro, da vecchio stile radiofonico tanto snobbato nel marciume odierno di cui lui è il portabandiera attuale. Emozione, ritmo, palpitazione, entusiasmo, esaltazione, senza bisogno di strilli esagerati senza senso (che piacciono tanto al popolino delle suonerie cool da cellulare). A Madrid abbiamo potuto riascoltare il "Riccardocucchi" che il popolo degli ascoltatori (quello vero e non occasionale), ama come un familiare. Quel Cucchi che vorremmo non invecchiasse mai e che sa far accapponare la pelle con i suoi annunci e il suo racconto, col tono sempre azzeccato più che mai. Un Maestro autentico da cui tutti devono imparare sempre qualcosa.
E' stato affiancato da Francesco Repice che nel ruolo di seconda voce ha saputo mettere in pratica un regale duetto. Cantore del grande cammino interista, ma anche in finale, per nulla trascurato: grande lavoro di coppia nel saper parlare nei tempi giusti, senza pestarsi i piedi e schiacciarsi. C'è del poetismo vero, chissà se improvvisato, preparato ma comunque centrato, nelle frasi di Repice che ha mandato ko l'ascoltatore più emozionale, quello che si commuove con fiumi di lacrime e pelle accapponata. I ricordi finali della Grande Inter di Herrera e di chi non c'è più. L'elogio del tango argentino che sul campo ci ha fatto vedere quel fuoriclasse che risponde al nome e il cognome di Diego Milito. Una milonga che diventa milinga, quasi come un unione tra la danza e il nome del giocatore. Magari un mezzo lapsus, magari preparato, non si sa. Affreschi calcistici veri e propri. Emozionarsi ed emozionare, raccontando e decantando. Riviviamo le migliori emozioni di questa finale di Coppa dei Campioni con le loro due voci.
E poi, il momento più atteso. La cerimonia della premiazione, la Coppa con le Orecchie alzata da Capitan Zanetti nel cielo di Madrid. Ecco le immagini sonore (citazione di Emanuele Dotto)
E infine, per dire grazie all'Internazionale, a Francesco Repice e Riccardo Cucchi, ci riviviamo con un nostro collage audio, tutti i gol e le migliori emozioni, di questa cavalcata nerazzurra che è già da leggenda.
#TICBemozioni
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martedì 25 maggio 2010
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