Roberto Pelucchi
Cari amici, buon Natale e buon anno; come sapete la nostra rivista il prossimo mese sarà dedicata agli stalloni, per questo le memorie "riposeranno" per un mese per tornare, il prossimo gennaio, con nuove rivisitazioni del trotto che fu. A proposito di grandi giornalisti oggi parliamo di colui che è da considerarsi uno dei migliori collaboratori della storia della nostra rivista, Rino Icardi (...) stimato radiocronista della Rai più romantica, giornalista che ha saputo colorare come pochi, con voce roca comunque gradevole, gli avvenimenti sportivi di almeno tre decenni. Non solo ippica ovviamente nella sua attività radiofonica e televisiva; in un liceo classico di Alessandria, sua città natale, fonda un foglio studentesco dal nome "Il Raglio". Nel 1959 a ventidue anni, l'assunzione in Rai, come corrispondente proprio da Alessandria; le Universiadi di Torino dello stesso anno, quelle che ci fecero capire la grandezza internazionale di Livio Berruti, sono state il suo primo impegno di un certo spessore.
Gli ascoltatori della radio lo ricorderanno senz'altro quando seguiva per "Tutto il calcio minuto per minuto" la squadra della sua città, l'Alessandria, non nascondendo la simpatia per i grigi, ma rimanendo comunque equilibrato nei commenti. Appartiene alla storia del cavallo sportivo il successo di Graziano Mancinelli alle Olimpiadi di Monaco 1972, appena due giorni prima dei momenti tristi della strage. In quel pomeriggio della domenica Rino Icardi ha descritto come solo lui sapeva fare l'impresa vittoriosa del "cavaliere" in sella ad un grigio irlandese di nome Ambassador. Ogni salto un urlo e poi un sospiro lungo fino al successivo salto, un urlo e un sospiro, un urlo e un sospiro... fino alla chiusura del suo percorso di barrage che a conti fatti consegnò alla squadra italiana il secondo di cinque ori azzurri totali a quell'edizione bavarese. Ed alcuni giorni prima aveva commentato il secondo posto di Alessandro Argenton nel concorso completo individuale. Proprio nei collegamenti del completo, più segnatamente nella gara del cross-country, Rino ha saputo dare il meglio, descrivendo nel modo più appropriato e poetico al tempo stesso il grande affetto tra cavalli e cavalieri, al cospetto di una prova che descrivere come massacrante sarebbe, oggi come allora, riduttivo. Adesso gli eventi vengono seguiti dalla Tv in presa diretta. Allora la radio aveva un'importanza fondamentale, Rino Icardi commentò in diretta la conquista delle due medaglie azzurre, la Tv invece "si accontentava" di una sintesi notturna e di un annuncio di Paolo Rosi nel corso della diretta di atletica.
Da ricordare anche il suo Giro d'Italia del 1975, la sua prima esperienza con la corsa rosa, in cui lasciando a Ferretti e a Santini il compito di commentare le fasi della corsa, si occupava dell'intensità della lotta di alto vertice, che proprio in quell'anno offrì risvolti da romanzo, nella vicenda classica della serie "il gregario che supera il capitano", rispettivamente Fausto Bertoglio e Giovanni Battaglin. Ed ancora citiamo un suo cimento nel basket, pronto a seguire la squadra di Varese impegnata per conquistare la Coppa dei Campioni. Una radiocronaca vissuta con la genuinità del "tifoso". Ovviamente Rino Icardi ha seguito il trotto in radio con competenza, alternandosi con Beppe Berti fino al 1976; allorché quest'ultimo è passato, con la riforma della Rai, al Tg2, Rino Icardi è stato praticamente l'unico radiocronista per molto tempo. Poi nel 1991 il passaggio in televisione nei quadri della Tgs, ancora recentemente lo ricordiamo nel suo "Profilo greco", rubrica che accompagnava le notti ateniesi alle Olimpiadi del 2004. (...)
Lucio Celletti
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