Roberto Pelucchi
"La vostra squadra del cuore ha perso? Chiedete il cambio dell'allenatore e poi gustatevi uno Stock". Così, come in uno spot rifatto da qualche parodista satirico. E invece è vero, e invece è il nuovo spot radiofonico che oggi chiude Tutto il calcio minuto per minuto. E' molto più che la fine di un'epoca. Lo slogan celebre da quasi quarant'anni ("La vostra squadra del cuore ha vinto? Brindate con. Ha perso? Consolatevi con.") va definitivamente in archivio e lascia spazio al suo clone "adattato ai tempi" come dicono all'azienda di Trieste famosa nel mondo. Quei tempi che, in materia di pubblicità, ormai non risparmiano niente a nessuno, se è vero che i minispot da sette secondi ormai interrompono anche le partite trasmesse alla radio. Ma si pensava che almeno il finale di Tutto il calcio dovesse essere salvaguardato. Leggendo lo spot l'annunciatore - va detto - usa un tono ironico, e alla Stock si sono affrettati a sottolinearlo quando hanno capito di aver giocato in maniera un po' ardita: e soprattutto con la disdetta di aver fatto debuttare il nuovo slogan in una domenica irta di violenze, di squadre che vanno a picco e di tifosi che il cambio dell'allenatore lo hanno chiesto a mazzate e seggiolini in campo. Ed erano sobri, si presume. Figuriamoci se dopo fossero anche andati a trincare brandy. Azeglio Vicini, presidente dell'associazione allenatori, l'ha presa un po' male. "L'ironia può andare, ma vogliamo maggiore rispetto. Non ci sono solo gli allenatori che guadagnano miliardi, ci sono quelli che non guadagnano nulla e sono sottoposti alle stesse pressioni". Ma da Trieste - famosa nel mondo - ribattono: "L'intenzione è assolutamente ironica, il tono vuole sicuramente sdrammatizzare i temi del calcio". Sarà. Ma l'impressione da fuori è che lo slogan sia prima di tutto stupidello e soprattutto coniato da qualcuno che il mondo del calcio non lo conosce affatto, e non sa quanto può pesare una frase in più o in meno. Poco male, per rifare uno spot radiofonico ci vogliono dieci minuti, per rimandare in onda quello vecchio, ancora meno.
Antonio Dipollina
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