I miei 50: Episodio 08
profondamente cambiati nello scorrere di questo mezzo secolo; TiC è invece rimasto fedele a sè stesso, non perdendo mai la sua identità edil suo ruolo di punto di riferimento per gli appassionati. Certo la radio non ha più il monopolio indiscusso nel racconto delle partite, ma ha senz'altro quello di un modo di raccontare ed ascoltare calcio e sport che rimane unico ed impareggiabile, nonostante ormai siano numerosissime le varie piattaforme, pay per wiew ecc., che cercano in qualche modo di "imitarlo". La radio mantiene una magia che è invece davvero inimitabile, legata forse a un modo romantico di seguire il calcio, o più semplicemente a un modo di intenderlo che regala emozioni di altro tipo, quelle con la E maiuscola delle quali parlavo all'inizio.. Niente è comparabile al momento in cui il boato del pubblico di un qualsiasi stadio interrompe il racconto di un altro collega lasciando con il fiato sospeso per qualche, interminabile, decimo di secondo, niente è comparabile al piacere di ascoltare una straordinaria radiocronaca, che la tua squadra vinca oppure perda. La competenza, il ritmo della cronaca, il linguaggio sono parte integrante della partita stessa da cinquant'anni a questa parte. Personalmente ritengo inimmaginabile un campionato di calcio che non abbia come sottofondo, come "colonna sonora" lo straordinario
rituale del calcio raccontato alla radio, e trasmesso davvero ovunque, cosa impossibile alla tv. I miei ricordi legati a TiC sono inevitabilmente circoscritti, per motivi anagrafici, ad un periodo di tempo che abbraccia solo parzialmente il lungo cammino della nostra amata trasmissione: per me, nato dopo dopo la metà degli anni '80, infatti scatta tutto in coincidenza con gli anni '90, e per mia fortuna i primi, nitidissimi ricordi, sono legati a una voce storica come quella di Sandro Ciotti nelle sue ultime stagioni al microfono, laddove aveva ereditato da Ameri il ruolo di prima voce; credo proprio che il
suo inimitabile"graffio" vocale, quel tono così affaticato eppure così
incisivo ed emozionante abbia avuto su di me l'effetto di un "interruttore", che una volta spinto ha fatto sì che fin da bambino io sia cresciuto con la magia della radiocronaca dentro di me, come un dolcissimo sortilegio. Da lì in poi non me ne sono, infatti, più separato, e le voci che diventavano via via sempre più famigliari, quasi imprescindibili, mi hanno affiancato prima nei giochi di bambino, dove simulavo lunghe partite e soprattutto lunghe radiocronache in contemporanea alla trasmissione (ricordo che quasi sempre mi "auto- inserivo" in scaletta al posto del grande Luzzi..), poi mi hanno
accompagnato con il passare degli anni nel mio "ruolo" di accanito tifoso ed appassionato di calcio. Una sicurezza costante ogni domenica (e poi non solo con l'avvento di anticipi e posticipi vari), che nell'andare ad accendere la radio avrei trovato a raccontarmi sapientemente il tutto le "mie" voci, magari le stesse che avevo provato ad indovinare il mattino stesso abbinandole ai campi, nella mia condizione di autentico "malato" per il calcio raccontato alla radio... Indimenticabili i lunghi pomeriggi domenicali trascorsi in giro con la
mia radiolina, finita rovinosamente a terra chissà quante decine di volte, per l'esultanza di un gol segnato o per la disperazione di un gol subito eppure sempre qui, sempre la stessa dopo tanti anni a fare in qualche modo "da volto" a quelle voci. La tv negli ultimi anni è entrata sempre più prepotentemente eppure vi garantisco che mai un gol della mia squadra visto in tv mi ha fatto provare l'emozione che c'è invece ascoltandolo alla radio, con il cuore che sobbalza in petto e gesti di esultanza, o anche di disperazione sportiva, che ti ritrovi a fare senza nemmeno rendertene conto, trasportato da una "semplice voce", che ti dà però, estraniandoti da tutto ciò che ti circonda, la sensazione di essere lì, in quello stadio molto più che decine di
telecamere piazzate dai magnati delle tv a pagamento in ogni angolo del
campo. Ecco perchè continuo e continuerò ad ascoltare la radio nonostante abbia la possibilità di vedere la gara in tv, sfidando anche l'anticipo con il quale la voce alla radio arriva rispetto alle immagini. Ecco perchè continuo e continuerò a sognare di poter essere, un giorno, in mezzo a quelle voci, pronto ad entrare in diretta davanti a un microfono. E allora per Tutto il calcio minuto per minuto, ultimo simbolo di un calcio romantico la cui anima continua per fortuna a manifestarsi da quei microfoni, da parte mia, oltre ai grandissimi auguri, una sola, semplice parola di 6 lettere, ma tutte maiuscole:
GRAZIE...! Grazie per gli insegnamenti e le emozioni che ci avete dato,
che ci date e che speriamo continuerete a darci per almeno altri cinquant'anni a partire da adesso.. Buon compleanno Tutto il calcio minuto per minuto..!
Stefano Stradotto
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